La perdita di biodiversità rischia di trasformare il pianeta in un luogo inabitabile. Per questo è necessario mobilitarsi e agire, in un contesto in cui l’Italia è in Europa il luogo con la maggiore abbondanza di specie
“Le foreste non sono soltanto un insieme di alberi, e nemmeno un semplice serbatoio di carbonio. Hanno un ruolo molto più complesso e importante, dal momento che aiutano a regolare il ciclo idrico, limitando tra l’altro il dissesto idrogeologico, e che hanno anche un valore estetico: sono belle, e possono assumere una funzione turistica e ricreativa, perché sono veri e propri parchi giochi, o più in generale luoghi in cui è piacevole trascorrere il tempo. Ancora, svolgono un ruolo di primo piano per il mantenimento della biodiversità, attirando altre specie vegetali e animali”.
Proprio la tutela della biodiversità, e quindi della varietà di organismi viventi che popolano le foreste, dagli alberi agli insetti più piccoli, è una delle ricette principali per salvare i boschi, minacciati dalle attività dell’uomo. Parliamo ad esempio della deforestazione, della frammentazione degli habitat e dell’inquinamento. Una foresta che perde anche soltanto una parte della propria biodiversità, infatti, può subire danni anche irreparabili e causare un effetto a catena nel mantenimento del proprio equilibrio ecologico e nello svolgimento di uno dei propri compiti più importanti, il contrasto ai cambiamenti climatici.
Nello specifico, la biodiversità è fondamentale per la salute dei boschi perché un ecosistema ricco di biodiversità è in generale più forte e quindi resiliente rispetto agli stress ambientali come possono essere le malattie, i parassiti o i cambiamenti climatici. Tutti gli elementi che contribuiscono alla biodiversità di un bosco, inoltre, hanno un ruolo importante nel ciclo dei nutrienti su cui si basa l’ecosistema, contribuendo a rendere il suolo più fertile e quindi idoneo a nutrire le piante. Tutelare i boschi e la loro biodiversità, inoltre, vuol dire anche tutelare gli insetti che li abitano, con in primo piano gli impollinatori, dai quali dipende la riproduzione di molte piante. C’è inoltre da considerare il fatto che anche l’ecosistema di un bosco è composto da predatori e prede, che contribuiscono a mantenere un equilibrio naturale all’interno delle aree.
La biodiversità in Italia e nel mondo
Secondo il primo rapporto annuale sullo stato della biodiversità in Italia, realizzato dal National Biodiversity Future Center (ne parliamo anche nell’articolo “Biodiversità, l’Italia è prima in Europa“) uno dei cinque centri del Ministero dell’Università e della Ricerca destinati alla ricerca di frontiera, oltre che primo Centro nazionale di ricerca e innovazione dedicato alla biodiversità, il nostro Paese è in Europa quello con la maggiore abbondanza di specie e di habitat, oltre che con il maggior tasso di specie endemiche. L’Italia ospita infatti più del 50% delle specie vegetali e il 30% delle specie animali di interesse conservazionistico a livello europeo, contando su 85 tipologie di ecosistemi terrestri. Il 68% di questi, però, secondo il report, è in pericolo, mentre è a rischio di estinzione il 30% delle specie.
Allargando lo sguardo, degli otto milioni di specie viventi presenti sulla Terra, secondo i dati del report, un milione è a rischio estinzione. Quanto all’Europa, più dell’80% degli habitat è in cattivo stato di conservazione, con il rischio di compromettere i servizi le funzioni ecosistemici, come la capacità di assorbimento del carbonio o la resistenza ai disturbi climatici e antropici. Su questo interviene la Strategia sulla Biodiversità dell’UE per il 2030, che prevede il restauro di almeno il 30% delle aree terrestri e marine, con misure di protezione dell’ambiente, ma anche azioni di mitigazione delle cause di degrado della biodiversità, come l’abbattimento dell’uso di pesticidi.
“Le specie minacciate sono quelle che hanno un alto rischio di estinzione a causa di diversi fattori, come la perdita e la degradazione degli habitat, lo sfruttamento eccessivo, l’inquinamento, il cambiamento climatico e l’introduzione di specie invasive”.
Secondo la lista rossa IUCN, prosegue, che è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale, sono almeno 1.677 le specie europee – su un totale di 15.060 – a essere considerate in via d’estinzione. Il rischio riguarda tra l’altro “oltre metà degli alberi endemici europei, tra cui l’ippocastano, l’Heberdenia excelsa e il sorbo”.
“Per proteggere le specie minacciate e gli habitat che le ospitano è necessario adottare misure urgenti ed efficaci, come la creazione e la gestione di aree protette, la promozione di pratiche agricole sostenibili, la riduzione dell’impronta ecologica, la lotta al bracconaggio e al commercio illegale di specie, la sensibilizzazione e l’educazione ambientale e naturalmente la cooperazione tra i diversi attori coinvolti”.
Il ruolo dell’uomo per la tutela della biodiversità
Nell’articolo “Biodiversità: l’importanza di conservarla” Rete Clima, il network che da dieci anni accompagna le aziende nei loro percorsi ESG, quindi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, afferma che
“l’uomo è responsabile della conservazione della biodiversità sulla Terra poiché ne sta alterando inesorabilmente la tendenza. I fenomeni evolutivi che hanno portato alla creazione di una vita così ricca sul Pianeta – spiega Rete Clima – hanno necessitato di miliardi di anni e non è detto che i processi di desertificazione e scomparsa di ogni forma di vita da un habitat siano reversibili”.
La perdita di biodiversità è un biglietto di sola andata per rendere il Pianeta un luogo inabitabile, non solo per l’uomo ma per ogni essere vivente, di conseguenza è necessario agire concretamente e assumere la consapevolezza che la diversità biologica non solo è la nostra assicurazione sulla vita, ma è l’assicurazione sulla vita del pianeta stesso e abbiamo il dovere di conservarla.
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