Il progetto lanciato dalla società benefit Piantando mira a organizzare iniziative di clean-up su tutto il territorio nazionale, certificando chilo per chilo i materiali di scarto recuperati. Il responsabile commerciale Fabio Piacentini: “Per il 2024 puntiamo a raddoppiare i nostri numeri, arrivando a 200 tonnellate di raccolta”
“Chiuderemo il 2023 con 120 tonnellate di rifiuti raccolti, catalogati, certificati e avviati al riciclo, coinvolgendo circa 50 associazioni su tutto il territorio nazionale. E per il 2024 puntiamo a raddoppiare questi numeri, arrivando rispettivamente a superare le 200 tonnellate per la raccolta e a collaborare con cento associazioni”.
A illustrare i numeri e le prospettive del progetto Plastic Pull è Fabio Piacentini, responsabile commerciale di Piantando, società benefit specializzata nella realizzazione di progetti di sostenibilità in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
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Fabio, come nasce la tua esperienza in Piantando?
Oggi sono probabilmente la persona con il più alto grado di esperienza lavorativa all’interno di questa società. Dopo un’esperienza nel mondo del barter (cambio merce pubblicitario) ho sposato il progetto e la filosofia di Piantando un anno e mezzo fa, dopo aver conosciuto i founder, con cui mi sono trovato a condividere idee e valori. L’idea di fondo è stata quella di voler dare un contributo in prima persona a rendere migliore, più accogliente e abitabile il Pianeta in cui viviamo, anche per senso di responsabilità verso mia figlia, che oggi ha cinque anni, e più in generale verso le nuove generazioni. Una sorta di “svolta professionale” per dare un contributo in prima persona ai progetti, ma anche per aiutare me stesso a dare un senso più profondo alla mia attività.

Come si inserisce Plastic Pull tra le attività di Piantando?
Dopo essere stati da un anno riconosciuti come B-corp, quindi società che può dimostrare con i fatti la propria attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile, con PlasticPull Piantando ha trovato un progetto di punta, quello che a oggi sta suscitando più interesse in tutta Italia. Questo probabilmente perché si basa sulla relazione con un network di associazioni locali sparse in tutta Italia, e perché si pone l’obiettivo di certificare ogni chilogrammo di rifiuti che viene raccolto durante le iniziative di clean-up. Il successo di Plastic Pull è dovuto proprio a questo: è un’iniziativa ampiamente personalizzabile e scalabile, che può adattarsi con semplicità alle esigenze – e anche allo storytelling – di diverse tipologie di aziende che vogliano impegnarsi nel campo dell’attenzione all’ambiente. Oggi l’offerta è rivolta esclusivamente al mondo B2B, quindi alle aziende, ma già entro la fine dell’anno contiamo di estenderla sul B2C, rivolgendoci quindi anche ai singoli utenti. Se infatti le aziende possono inserire sul proprio bilancio di sostenibilità la loro attività e i loro investimenti in favore di Plastic Pull, nell’ultimo periodo abbiamo registrato un interesse crescente anche tra i privati, che potrebbero partecipare anche con piccole donazioni.
Perché è così importante la certificazione dei rifiuti che raccogliete?
È un aspetto qualificante della nostra idea. Per ogni chilogrammo di rifiuti raccolti, infatti, possiamo rilasciare un certificato che contiene i metadati sui materiali avviati a riciclo. Questo per le aziende è importante per due motivi: da una parte perché è un vero e proprio giustificativo del contributo alla realizzazione di un progetto di sostenibilità, da abbinare ad esempio alle attività per il raggiungimento dei sustainable development goals, e dall’altra perché porta con sé un messaggio semplice da comunicare e che può essere condiviso con il coinvolgimento degli utenti finali. È il caso ad esempio dei membri della comunità dei Greeners di Sorgenia, che con i loro green coin possono acquistare i certificati ottenuti dall’azienda con il sostegno a Plastic Pull. Non si tratta, in sostanza, di una comunicazione “generica” rivolta come uno spot a tutta la platea dei propri utenti, ma di un’azione che può essere rivolta a un singolo utente, sensibilizzandolo e coinvolgendolo direttamente in un’iniziativa a sostegno della tutela dell’ambiente.
Che tipo di feedback state ricevendo dalle aziende su questa vostra iniziativa?
Abbiamo riscontrato in generale una partecipazione “vera” ai temi ambientali, perché il nostro modello non è adatto a chi si volesse limitare al greenwashing: si fonda sulla concretezza, sul dare uno strumento a chi voglia dimostrare il proprio impegno al di là dell’aspetto economico. L’attenzione delle aziende, infatti, non si limita alla possibilità di comunicare la propria attività: la maggior parte dei nostri clienti, prima di arrivare a sviluppare un progetto con noi, è già stata impegnata a svolgere progetti legati al mondo degli obiettivi di sviluppo sostenibile con una grande attenzione al coinvolgimento delle persone. A questo si aggiunge il fatto che, in parallelo con le attività di raccolta, mettiamo a disposizione delle aziende, in pacchetti customizzati, un aspetto formativo: attività su temi di interesse delle aziende per formare i dipendenti, suscitarne l’attenzione e il coinvolgimento. Questo perché – una volta sensibilizzate – le persone potrebbero portare avanti iniziative di questo genere anche per conto proprio.
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