Nonostante si siano registrati meno roghi e meno estesi rispetto ai cinque anni precedenti, la guardia deve rimanere alta: restano ancora colpite 16 Regioni su 20. I dati elaborati da Ispra grazie alle rilevazioni satellitari del sistema Copernicus Emergency
Se non si può dire che nel 2024 l’Italia sia stata risparmiata dagli incendi, non si può fare a meno di notare che nel corso dell’anno queste emergenze sono nettamente diminuite sia rispetto al 2023, sia rispetto alla media del quinquennio 2018-2023. A rilevarlo sono i dati recentemente pubblicati da Ispra, frutto dell’attività annuale di monitoraggio dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con l’obiettivo di dare supporto – grazie ai dati – alle politiche per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi.
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Gli incendi boschivi nel 2024
Dalle rilevazioni di Ispra emerge che la superficie interessata dagli incendi in Italia nel 2024 è stata pari a 512 chilometri quadrati. Per fare un esempio, è come se in un anno fosse andata in fumo un’area grande quanto la metà del territorio di Roma Capitale. Un quinto di questa superficie, 103 km², era composta da ecosistemi forestali. Tra i boschi più colpiti, quelli di latifoglie sempreverdi (46% del totale), seguiti da quelli di latifoglie decidue (37%). Il 14%, infine, ha riguardato boschi a conifere.
Cala il numero e l’estensione dei roghi
Il dato incoraggiante, in ogni caso, è che nel 2024 l’emergenza incendi è stata meno grave rispetto alla media dei cinque anni precedenti, con un’estensione complessiva pari a un terzo rispetto a quella registrata mediamente tra il 2018 e il 2023. Meno incoraggiante, ma pur sempre positivo, il dato sull’estensione dei roghi: nel 2024 è stata superiore a quella che si era registrata nel 2018 e nel 2019, ma inferiore a quella degli anni successivi. Se infine si mettono i dati del 2024 a confronto esclusivamente con quelli del 2023, emerge che la diminuzione degli incendi è stata del 52% considerando le superfici totali bruciate, e del 34% se si considerano soltanto le superfici forestali.
Il record a Reggio Calabria, Sicilia in calo
A registrare un andamento virtuoso nel 2024 è la situazione degli incendi in Sicilia, che segna una netta riduzione rispetto agli anni precedenti. Lo stesso discorso non vale però per il Sud nel suo complesso, in Sardegna e nelle altre Regioni del Nord. Soltanto nel Centro si è registrata una flessione sensibile degli incendi. In tutto, le Regioni colpite da incendi boschivi nel 2024 – lo ricordiamo – sono state 16 su 20: inviolate dalle fiamme soltanto Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.
La maglia nera degli incendi per il 2024 va alla Provincia di Reggio Calabria, che con i suoi 10,3 km² interessati dalle fiamme rappresenta il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale forestale nazionale. Seguono Cosenza (9,4 km²) e Nuoro (8 km²). Desta allarme, infine, il fatto che il 31% delle aree boschive andate distrutte a causa delle fiamme si trova all’interno di aree protette.
La ricerca di Ispra
Per monitorare gli impatti dei grandi incendi boschivi sugli ecosistemi, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha utilizzato i dati che arrivano dall’ “European Forest Fires Information System” del programma europeo “Copernicus Emergency” per perimetrare le aree interessate dagli incendi. Una volta ottenuti i dati, i tecnici dell’Istituto li hanno elaborati con applicazioni di machine learning, grazie alle quali è stato possibile risalire con sostanziale precisione agli ecosistemi distrutti dai roghi. La pubblicazione di questi dati, per l’Istituto, non è soltanto un’occasione per condividere informazioni, ma anche per supportare con dati reali e dettagliati l’attività di chi mette a punto le politiche per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi, sia a livello nazionale, sia a livello locale.
Le rilevazioni satellitari
Ma qual è l’attendibilità di dati che vengono rilevati via satellite quando si parla di incendi?
Secondo Ispra, si tratta di informazioni molto preziose e attendibili, perché si basano su analisi di osservazioni satellitari ad alta risoluzione omogenee e statisticamente rappresentative a livello nazionale, regionale e provinciale. Le differenze rispetto a rilevazioni effettuate di presenza – interamente o parzialmente – secondo Ispra, sarebbero “non sostanziali”.
La situazione nel 2025
Sebbene non ci siano ancora dati attendibili sul 2025 né previsioni, Ispra ha però messo insieme per l’anno in corso le informazioni che riguardano la finestra temporale che va dal primo gennaio al 9 giugno: ne risulta che per il periodo in esame sia andata in fumo un’area di 34 km² di boschi. Al 9 giugno 2025 risulta una superficie complessiva di 34 km², di cui almeno 20 km² di boschi. Il 7% di questi fenomeni si è sviluppato in Calabria, seguita a grande distanza dal Trentino Alto Adige.
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