Parco Nord Milano, un polmone verde rinato da aree abbandonate

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Il territorio protetto è complessivamente di oltre 800 ettari, di cui gran parte sono stati strappati al degrado, riqualificati e resi fruibili per i cittadini con percorsi pedonali, piste ciclabili campi per lo sport o il gioco e orti urbani

Un’ambiziosa sfida: riportare la natura dove prima c’erano solo abbandono e inquinamento. Il Parco Nord Milano, esteso su oltre 800 ettari e condiviso da sette comuni ha accolto questa sfida nel 1975, trasformando ex-aree industriali e discariche in un polmone verde per la città metropolitana di Milano, coinvolgendo attivamente i cittadini nella sua gestione.

Di cosa parliamo?

Il Parco Nord oggi    

Il punto di partenza era una landa incolta a cui nel 1980 vennero aggiunti i terreni abbandonati dell’industria Breda, venduti al parco in vista di una riqualificazione e della possibilità di metterli a disposizione della comunità locale.

A oggi il parco può contare su 450 ettari di aree verdi naturali e attrezzate, con 114 ettari di boschi autoctoni, 214 ettari di prato, 100 ettari di campi agricoli e 11 laghi che sono diventati negli anni una riserva di biodiversità estremamente preziosa per il territorio. Il parco è infatti ormai da molte specie di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, libellule, farfalle, alberi, arbusti e fiori spontanei.

Tutti gli ambienti del Parco Nord

Nel corso del tempo molte delle strutture abbandonate che si trovano nell’area del Parco sono tornate a vivere con una nuova mission, spesso legata all’ambiente e alla sostenibilità ambientale, mentre nuove attività si sono aggiunte per rendere l’area sempre più attrattiva e aperta alla partecipazione di tutti, con il filo conduttore del rispetto per la natura.

Il cuore del Parco Nord

Tra le strutture più caratteristiche dell’area c’è la Cascina Centro Parco, originariamente ospitava i locali della mensa per gli operai della Breda. La ristrutturazione risale agli anni ’80 ed è proseguita in diversi stadi fino al 2000: grazie a questi lavori oggi la cascina ospita nell’ala più antica dell’edificio la Casa del Parco, un museo multimediale che documenta la storia e l’evoluzione dell’area dai primi del 900 ai giorni nostri con foto, mappe, video ed esperienze sensoriali immersive.

La cascina accoglie inoltre il Centro di documentazione A.R.E.A. Parchi, il Microlab, un porticato dotato di cucina per gli eventi e le scuderie della polizia a cavallo.

La Natura

Tra le iniziative ospitate da Parco Nord ci sono anche “Area Didattica Natura”, un museo all’aria aperta dedicato alla divulgazione naturalistica, che ospita – in aree appositamente ricreate per i visitatori – i principali ecosistemi del Parco.

Per gli appassionati di letteratura, nel Parco Nord c’è anche Villa Manzoni, la casa in cui Alessandro Manzoni trascorreva i mesi di riposo estivi, che oggi è diventata biblioteca con i libri di botanica postillati dall’autore dei Promessi Sposi.

Il più grande specchio d’acqua del Parco Nord è il Lago Di Niguarda, che attinge le proprie acque dal Canale Villoresi ed è nato nel 2015. Dal 2018 è attivo anche il punto di ristoro Sun Strac, mentre nello spiazzo antistante vengono regolarmente proposte attività culturali e di animazione.

Come risultato di un progetto di riqualificazione di un’area degradata di circa 5mila mq all’interno del Parco Nord, oggi sorge anche l’Orto Comune Niguarda, un grande orto-giardino comunitario, che si propone come un modello di sostenibilità ambientale e di convivenza interculturale e intergenerazionale grazie all’impegno dei volontari dell’Associazione OrtoComuneNiguarda e alla partecipazione dei cittadini.

Le tracce della storia

Per gli amanti della storia contemporanea all’interno del parco ci sono anche i cosiddetti “Bunker Breda”, strutture in cemento armato che risalgono al 1942: si tratta dei rifugi antiaerei a servizio della quinta sezione aeronautica della Breda. Dopo la ristrutturazione i bunker sono il set di un percorso che ripercorre le memorie di guerra per concludersi nella “foresta di pace”; curato da Ecomuseo Urbano Metropolitano di Milano Nord.

Rimanendo in ambito storico, ai piedi della Montagnetta è situato il Monumento al Deportato, dedicato ai circa 600 operai delle fabbriche dell’area di Sesto San Giovanni che furono deportati nei lager dai nazifascisti. A realizzarlo sono stati due architetti, l’ex deportato Ludovico Belgioioso insieme ad Alberico Belgioioso. Il monumento è composto da una scalinata e da una serie di lapidi che riportano i nomi di tutte le persone deportate. Poi una stele di ferro che regge massi di granito, a rappresentare i lavori forzati a cui le vittime furono costrette nei campi nazisti.

Le altre strutture

Tre gli edifici che caratterizzano il Parco Nord c’è anche il Teatrino Breda, la cui ristrutturazione risale al 1994. Fino agli anni ’40 questa struttura, oggi trasformata in luogo di aggregazione e di relax, era un carroponte di Breda Aeronautica, che serviva a scaricare le scorie negli altiforni.

Per gli amanti della bicicletta nel Parco Nord c’è anche un velodromo che nasce sui resti di un bacino di invaso originariamente utilizzato per raccogliere le acque del Seveso durante le piene. La trasformazione in pista per il ciclismo di velocità risale al 2005: a gestirlo del 2012 è l’Associazione Datecipista.

Tornando alle aree riqualificate e salvate dall’abbandono, una delle più caratteristiche all’interno del Parco Nord è Oxy.Gen, un padiglione multimediale a forma di bolla d’aria galleggiante dedicato al Respiro della Scienza. A progettare la struttura, realizzata da Parco Nord in partnership con Zambon Group, è stato l’architetto Michele De Lucchi. Oggi Oxy.gen ospita convegni, incontri con autori e scienziati, corsi di yoga, di respirazione e percorsi didattici multimediali.

  • Intervista a Ottavia Mortarino, esperta naturalista di Parco Nord Milano