Ogyre, la community che ripulisce gli oceani dalla plastica

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Nata nel 2021, la startup fondata da Antonio Augeri e Andrea Faldella si pone l’obiettivo di arrivare a raccogliere con l’aiuto di singoli cittadini, pescatori, aziende e ambassador un milione e 534mila kg di rifiuti dalle acque

Una community internazionale di persone, aziende, pescatori e ambassador che si tiene in contatto attraverso una piattaforma digitale e si è data un obiettivo ambizioso: raccogliere entro la fine del 2024 un milione e 534mila kg di rifiuti marini, pari a sette Colossi completamente riempiti di bottiglie di plastica, coinvolgendo direttamente anche i pescatori, vere e proprie “sentinelle” dell’inquinamento delle acque. Stiamo parlando di Ogyre, la benefit corporation e startup innovativa a vocazione sociale nata nel 2021 e che da allora sta moltiplicando gli sforzi – e i risultati – per ripulire i mari dalle sostanze inquinanti.

Ma come nasce l’idea di chiamare “Ogyre” questo progetto? I due fondatori della startup che ha la propria base a Genova, Antonio Augeri e Andrea Faldella, entrambi con una grande passione per il mare, hanno voluto richiamare le ocean gyres, cioè le correnti che nascono dalla combinazione tra i venti e il movimento rotatorio della terra, e che sono la causa della formazione delle cosiddette isole di plastica negli oceani.

Di cosa parliamo?

La roadmap di Ogyre

Nel suo primo anno di vita, il 2021, l’iniziativa ha coinvolto 36 pescatori in Brasile, Indonesia e Italia, raccogliendo complessivamente 4.951 kg di rifiuti. Da allora i numeri sono in crescita: 45 pescatori negli stessi tre Paesi nel 2022, per oltre 163mila kg di rifiuti. Nel 2023 i Paesi i pescatori coinvolti sono diventati 74, per 513mila kg di rifiuti raccolti. Per il 2024 è previsto il salto di qualità, con l’obiettivo di arrivare a coinvolgere 168 pescatori e raccogliere più di un milione e mezzo di kg di rifiuti.

Il Phishing for litter

Il sistema scelto da Ogyre è il cosiddetto Phishing for litter: i pescatori vengono retribuiti per raccogliere e portare a terra i rifiuti che trovano in mare, che in un secondo momento verranno pestati, analizzati, differenziati e avviati allo smaltimento. Di questo processo fa parte anche l’archiviazione digitale dei rifiuti che vengono recuperati, in modo che i sostenitori delle campagne possano toccare con mano le attività che vengono portate a termine grazie anche al loro contributo. A sostenere l’attività di Ogyre possono così essere privati cittadini, firmando il manifesto, ma anche aziende che vogliono dare un contributo al rispetto per l’ambiente nelle loro strategie Esg, dimostrando il proprio impegno per la sostenibilità e coinvolgendo i propri stakeholder.

Un impegno collettivo per un futuro migliore

“Crediamo che un impegno collettivo possa creare un cambiamento duraturo e costruire un futuro migliore per noi e per il nostro Pianeta – spiegano da Ogyre sul sito web dell’iniziativa – Per questo motivo, ogni giorno supportiamo la nostra flotta di pescatori nella loro attività di raccolta dei rifiuti marini e incoraggiamo la nostra community a contribuire attivamente alla nostra missione”.