In occasione delle celebrazioni per la capitale italiana della cultura da aprile le piante hanno iniziato a fare tappa nei luoghi meno verdi della città. Fino a ottobre, quando verranno piantate nei pressi dell’istituto alberghiero di Santa Marta
Un corteo di cento alberi e arbusti per portare la natura nelle aree meno verdi della città di Pesaro, capitale italiana della cultura 2024, per un “viaggio” in otto tappe partito il 20 aprile che si concluderà a ottobre, quando troveranno la loro dimora definitiva nell’area dell’istituto alberghiero di Santa Marta, una zona che verrà così riqualificata, “trasformando un suolo pesantemente degradato e asfittico – spiegano gli organizzatori – in un parco dotato anche di aule verdi”. È “Il bosco che cammina”, iniziativa nata nel dicembre 2022 da un’idea del sindaco Matteo Ricci e dell’assessore alla Bellezza, Daniele Vimini, con l’intenzione di offrire una rilettura degli spazi urbani occupati e un ripensamento del rapporto uomo-natura.
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Il progetto
A coordinare “Il bosco che cammina” è stato il consigliere comunale Michele Gambini, mentre a occuparsi della fase attuativa è stata la società municipalizzata Aspes insieme alla paesaggista Olga Moskvina, che ha pensato alla parte progettuale e logistica: lo spazio in cui saranno messe a dimora le piante – in collaborazione con il personale scolastico, i dirigenti e gli studenti dell’istituto Santa Marta – il reperimento degli alberi e degli arbusti in dieci vivai in tutta Italia, e l’idea dei vasi di canapa, pensati per minimizzarne l’impatto ambientale.
L’inizio della “festa”
L’inaugurazione della manifestazione si è svolta sabato 20 aprile, con il debutto dei 100 grandi vasi di canapa, ognuno da un metro cubo, e delle piante, la più grande delle quali alta sei metri e mezzo, in una giornata di festa con eventi di animazione e di divulgazione.
Ospitate e curate nella caserma di viale della Liberazione, le piante sono state trasferite per la giornata inaugurale de “Il bosco che cammina” in piazza del Popolo, in cui si sono alternate performance musicali e teatrali. Lo spostamento e la cura delle piante sono stati affidati alla Protezione Civile e al 28° reggimento Pavia dell’Esercito, che ha ospitato il bosco in costruzione.
Le otto tappe della manifestazione
Nel percorso che porterà il bosco a spostarsi nelle aree meno verdi della città saranno coinvolti gruppi di cittadini e di volontari: un centinaio di persone reclutate grazie all’appello “VolontarX” di Pesaro 2024, insieme ai volontari del Verde del Comune. L’istituto alberghiero Santa Marta, inoltre, non è l’unica scuola coinvolta dalla manifestazione: “Il bosco che cammina”, infatti, farà tappa anche nella piazzetta della Creatività, davanti al liceo artistico Mengaroni.
Il processo partecipativo
Per realizzare “Il bosco che cammina” gli organizzatori hanno seguito, da dicembre 2023, un percorso partecipativo che ha coinvolto i cittadini e gli studenti dell’istituto Santa Marta, con i ragazzi che hanno avuto un ruolo importante per la progettazione dell’intervento di riqualificazione e per orientare l’evento in modo che avesse il minore impatto ambientale possibile: proprio per questo tutto il materiale utilizzato nelle otto tappe sarà reimpiegato nella riqualificazione dell’area del Santa Marta.
Reinventare gli spazi urbani in chiave green
“L’idea – spiega il coordinatore Michele Gambini – è stata quella di portare degli alberi in spazi che normalmente non vedono l’elemento vegetale per reinventarli, per produrre uno shock visivo. Il modo in cui l’abbiamo declinata è stato un processo di partecipazione con i cittadini. Il senso dell’operazione è di investire risorse anche ingenti per recuperare uno spazio che non corrisponde al livello di qualità che dovremmo garantire ad una scuola, e produrre trasformazione ambientale e sostenibilità”.
Nei 5 mesi prima dell’arrivo al Santa Marta, il bosco parlerà alla città con la sua presenza. Un’operazione molto complessa dal punto di vista logistico che non ha molti precedenti: gli aspetti da curare sono tanti, ma tutto è stato pensato per minimizzare i rifiuti alla fine del progetto.
- Michele Gambini, consigliere comunale di Pesaro
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