Giornata internazionale delle foreste: un quadro sul patrimonio mondiale

Scritto da La Redazione di Sorgenia

Il 21 marzo ricorre annualmente la Giornata internazionale delle foreste, un “promemoria" fondamentale visto che la superficie della Terra ne è coperta per circa un terzo

Un patrimonio, quello forestale, da preservare a tutti i costi vista la straordinaria funzione che svolge: non solo polmone verde per noi e per il pianeta, ma anche protezione dei centri abitati e contenitore incredibile per la biodiversità di specie animali e vegetali. Le foreste, inoltre, assorbono CO2 attraverso la fotosintesi degli alberi, trasformando l’anidride carbonica contenuta nell’aria in ossigeno. Se controllato e regolato, inoltre, le foreste assicurano anche l’approvvigionamento di legname e prodotti commestibili (ad esempio, funghi e frutta). La giornata internazionale delle foreste, quindi, mira a sensibilizzare tutti sulla drammatica situazione in alcune aree del globo, tra chi ha aumentato il suo “tasso” di verde e chi invece ha visto sparire sempre di più le proprie foreste.

Di cosa parliamo?

In Guatemala perso il 22,6% delle foreste

Tra i casi di deforestazione più accentuati c’è quello del Guatemala, il Paese più popoloso del centro America con i suoi circa 17 milioni di abitanti. In poco più di 20 anni, infatti, è andato perso il 20% delle superfici boschive del Guatemala. Le cause di questo drammatico passo indietro risiedono nelle scelte del Governo guatemalteco che ha “regalato” gran parte delle terre alle multinazionali. Prima con le piantagioni di caffè, poi con la frutta e in ultimo con la palma da olio africana. Oltre allo sfruttamento selvaggio delle terre, il Guatemala deve fare i conti anche con i narcos che, per fare uno “scalo” internazionale della droga, hanno deforestato le aree confinanti con il Messico.

Foresta pluviale del Congo, la seconda più grande dopo l’Amazzonia: distrutti 490mila ettari

L’Africa Centrale ospita la seconda foresta più grande del mondo – il Bacino del Congo, circa 1,7 milioni di chilometri quadrati  coperti – dopo l’Amazzonia. Un’area che comprende più Paesi: Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Repubblica Centrafricana, Gabon, Guinea Equatoriale, Ruanda e Burundi. In particolare la foresta pluviale del Congo è quella che sta vivendo il processo di deforestazione più pesante: solo nel 2020 sono stati persi ben 495 mila ettari di foresta. Una situazione dovuta alla pressione demografica del continente e alla conseguente espansione dell’agricoltura e quindi di terra arabile a discapito della foresta, nonostante l’atavico problema alimentare che attanaglia l’Africa da sempre. Sul fronte climatico, inoltre, la deforestazione contribuirà all’aumento della temperatura nel Bacino del Congo di almeno 2° Centigradi.

Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia: nel 2021 in cenere 158mila ettari di foreste

L’estate del 2021, in tutto il bacino del Mediterraneo, è stata funestata da moltissimi incendi di boschi e foreste. In particolar modo salta all’occhio il dato che riguarda l’Italia (che ha comunque visto crescere il tasso di verde del 26% negli ultimi trent’anni): i roghi che hanno attanagliato Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia e Calabria, infatti, hanno mandato in fumo ben 158mila ettari di foreste, tanto da spingere il Governo italiano a dichiarare tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2021 lo stato di emergenza per le quattro regioni. La causa principale? Gli attentati dei piromani che hanno sfruttato le condizioni meteo tipiche del Paese e il gran caldo estivo.

Il dato folle della Cambogia: perso l’80% dell’intero patrimonio forestale

La Cambogia è il terzo Paese al mondo con il più alto tasso di deforestazione dopo Niger e Vietnam. Lo stato asiatico ha vissuto un’inversione drammatica nei trent’anni che vanno dal 1970, quando oltre il 70% della Cambogia era ricoperto da boschi e foreste, al 2005, con il territorio che può contare su una superficie del solo 3,1%. In particolare dal 1990 sono andati persi 25mila chilometri quadrati di foresta, inclusi 3.340 di quella primaria, cioè totalmente incontaminata (dalla presenza umana). Il disboscamento illegale ha portato a produrre legname cambogiano per 3,4 milioni di cubi, addirittura cinque volte il livello sostenibile.

Indonesia, addio al 10% di foresta primaria

L’Indonesia, arcipelago asiatico formato da cinque isole di natura vulcanica, ha vissuto una forte crescita economica negli ultimi 20 anni, ma ha dovuto pagare un prezzo altissimo in termini ambientali: tra il 2002 e il 2020 sono andati persi 9,75 milioni di ettari di foresta primaria, ben il 10% del totale di quella che rappresenta la terza foresta più grande del mondo dopo Amazzonia e Bacino del Congo. Un fenomeno accelerato dalla produzione di olio di palma e dagli incendi incontrollati che, disboscando selvaggiamente il territorio, hanno portato l’Indonesia a diventare il terzo Paese al mondo per emissioni di gas serra dopo Stati Uniti e Cina. Senza le foreste, infatti, la CO2 presente nell’aria non viene immagazzinata in cambio di ossigeno”.

La tutela e la gestione sostenibile delle foreste

La tutela dei boschi e la gestione sostenibile delle foreste possono essere uno strumento valido per contrastare la deforestazione e proteggere il patrimonio boschivo e il suo ecosistema, limitando anche l’aumento delle temperature e il rischio di incendi incontrollati. 

Sorgenia, in partnership con l’ente no profit Rete Clima, è impegnata nella salvaguardia del patrimonio forestale italiano adottando due zone forestali in provincia di Brescia: 15.000 mq di foresta nella Piana del Gaver e 35.000 mq del Passo Crocedomini con i lavori che partiranno tra maggio e giugno 2022 per concludersi a luglio. Inoltre, insieme alla community dei Greeners, abbiamo piantato più di 500 alberi.