Wecity, l’app che promuove la mobilità sostenibile grazie a un algoritmo
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
Fondata nel 2014 a Modena da Paolo Ferri, ingegnere meccanico, l’app si basa su una tecnologia proprietaria che riconosce il mezzo di trasporto utilizzato dagli utenti e calcola la CO2 risparmiata da chi evita l’auto privata
Un algoritmo in grado di riconoscere se ci si sta muovendo a piedi, in bici, in monopattino, in automobile o su un mezzo di trasporto pubblico. È questa la tecnologia proprietaria sviluppata da Wecity per promuovere, tramite un’app, la mobilità sostenibile, grazie al collegamento con programmi di incentivi e gamification rivolti ai dipendenti delle aziende o delle pubbliche amministrazioni che decidono di aderire al progetto.
L’obiettivo della piattaforma è quello di aiutare le aziende, nel privato e nel pubblico, a coinvolgere i propri dipendenti e i cittadini creando sfide o programmi per premiare i comportamenti più virtuosi, nel campo della mobilità, dal punto di vista del rispetto dell’ambiente. Lato utente, inoltre, l’app proprietaria offre la possibilità di dare una recensione dei servizi, dalla sicurezza stradale al rumore, contribuendo a generare mappe e set di dati che potranno rivelarsi utili alle amministrazioni locali per le loro attività di pianificazione.
“L’adozione di tecnologie e comportamenti virtuosi richiedono spesso tempi abbastanza lunghi – spiega Paolo Ferri, che nel 2014 ha fondato Wecity – All’inizio le realtà che ci scelgono sono interessate soprattutto a comunicare all’esterno la loro attività con Wecity, ma con il passare del tempo si rendono conto delle potenzialità dell’app e scelgono di approfondire, di fare qualcosa in più. Le persone che ci contattano, dalle aziende o dalle PA locali, diventano una sorta di ambasciatori che operano su due livelli – prosegue – Da una parte per spingere sull’adozione della piattaforma tra i dipendenti, e dall’altra per sensibilizzare e coinvolgere i vertici, che si tratti del board, dell’assessore o del sindaco. C’è bisogno di un cambiamento culturale che si propaghi contemporaneamente verso il basso e verso l’alto”.
Di cosa parliamo?
La storia di Wecity
Wecity, società benefit dal 2020, è stata fondata a Modena nel 2014 da Paolo Ferri, ingegnere meccanico, insieme a un gruppo di amici che definisce “portatori sani di competenze”. Una squadra di ingegneri esperti di mobilità sostenibile e carbon trading, ma anche di sviluppatori, professionisti di digital marketing, design di applicazioni e gestione di community digitali, che insieme hanno dato vita all’algoritmo proprietario, certificato ISO 124064-II, su cui si basa l’applicazione.
Dalla sua nascita Wecity ha potuto contare su un centinaio di realtà in tutta Italia a cui ha offerto i propri servizi, con una crescita media che dal 2020 si è attestata sul 40% annuo, e oggi conta su una community approssimabile in 100mila utenti.
Una nuova attenzione dopo la pandemia
“Oggi finalmente iniziamo a raccogliere i frutti dell’essere stati tra i primi a muoverci in questo settore – spiega ancora Ferri – Il punto di svolta è stato il momento in cui il Paese è uscito dal primo lockdown del Covid-19. In quel momento abbiamo registrato un cambio di percezione verso la nostra proposta, ed essere partiti in una fase di “poco mercato” ci ha consentito di consolidare senza fretta i fondamentali tecnologici, concentrandoci su tutte le caratteristiche di rigore scientifico che volevamo dare al servizio. Dall’inizio, inoltre, siamo stati impegnati ad ascoltare attentamente i nostri clienti, a ottimizzare le loro richieste, sviluppando feature che poi mettiamo a disposizione di tutti riuscendo a offrire ogni anno più valore aggiunto e servizi”.
I servizi di Wecity
Per dare qualche esempio dei servizi offerti da Wecity un buon punto di partenza sono “Bike to work” e “Bike to School”, i due programmi pensati per incentivare l’uso della bici per studenti e dipendenti nel percorso di andata e ritorno casa-scuola e casa-lavoro. Grazie all’app gli iscritti ai singoli programmi hanno a disposizione una classifica sempre aggiornata dei più “virtuosi”, che avranno diritto – a seconda delle scelte dei singoli organizzatori – di premi come rimborsi economici, buoni acquisto e altro. Per le aziende che mettono a disposizione dei dipendenti flotte per il bike sharing aziendale, inoltre, l’app integra un modulo per gli smart lock.
Per favorire l’economia locale i premi possono essere distribuiti anche tramite CO2 Coin: gli utenti in questo caso accumulano punti che potranno poi spendere nei negozi convenzionati, che verranno poi rimborsati direttamente dall’azienda o dalle pubbliche amministrazioni interessate. Questo genere di iniziativa è stato sperimentato a Legnano a partire da maggio 2021 con risultati interessanti, in primis un risparmio complessivo di 17mila kg di CO2 da maggio a settembre.
A questo si aggiungono, come accennato in precedenza, anche la possibilità di estrarre dati anonimizzati che provengono dai comportamenti degli utenti che utilizzano l’app, utili ad esempio per la pianificazione urbana ma anche per visualizzare cartografie interattive e mappe open.
Nasce la API di Wecity
Soltanto da poche settimane, per la precisione da maggio 2024, la tecnologia di Wecity è aperta anche a soggetti terzi grazie ad una API che è stata finanziata da EIT Urban Mobility. Lo sviluppo, all’interno del progetto GreenMob a cui partecipano Italia, Spagna, Francia e Ungheria, è attualmente in fase di test a Viladecans, in Spagna, a Debrecen in Ungheria e a Cesena.
“Nel corso degli anni ci siamo più volte imbattuti in potenziali clienti che sarebbero in difficoltà a portare la loro community su una piattaforma terza come la nostra, e che vorrebbero invece replicarne le dinamiche su un ambiente già loro. Parliamo soprattutto di grandi soggetti che operano in modalità B2C, dalle banche al retail, dalle compagnie aeree ad alcuni fornitori di servizi di mobility as a service. Così abbiamo deciso di fare un passo in più e mettere la nostra tecnologia anche a loro disposizione, andando a coprire una nuova nicchia di mercato”.
I programmi per il futuro di Wecity
Guardando al futuro, Paolo Ferri individua due ambiti che potrebbero rivelarsi particolarmente interessanti per Wecity in termini di opportunità di mercato ma anche di nuove attività di ricerca e sviluppo. “Il primo, più strategico – spiega – è legato alla ricerca di una nuova modalità per incentivare gli utenti diminuendo drasticamente la necessità di risorse che l’azienda deve mobilitare direttamente. Si tratterebbe, in pratica, di mettere in moto un meccanismo paragonabile a quello degli incentivi che hanno accompagnato il primo periodo di sviluppo delle energie rinnovabili, e che hanno contribuito a innescare un mercato che fino a quel momento non esisteva”. La seconda idea su cui lavorare, invece, è più “operativa”: “Tra le forme di mobilità sostenibile c’è anche il car pooling, che però ha un bassissimo grado di adozione o di gradimento, soprattutto in Italia e nell’ambito urbano e delle brevi distanze – conclude Ferri – Siamo impegnati a offrire qualcosa di nuovo e innovativo in questo ambito, un ulteriore servizio che tra un paio di mesi sarà già operativo e che inizieremo a proporre ai nostri clienti per fare i primi test”.