Rimettiamo indietro l’orologio a vent’anni fa. Il caldo era vagamente più accettabile, non come il bruciore della sabbia sotto i piedi. L’estate non significava, allora, fuga dall’ufficio, ma il desiderio di vivere, come ogni anno, un’avventura estiva indimenticabile. Soprattutto, la tecnologia che ci portavamo in spiaggia era drasticamente diversa. Proviamo a ricordare insieme…
LA SVEGLIA
Che aveste casa sulla spiaggia o doveste prepararvi a una traversata di ore, svegliarsi la mattina d’estate è sempre stato un trauma. Nel 1997 non c’erano però smartphones che potevano chiamarvi a più riprese con la vostra musica preferita. Dovevate affidarvi alla classica sveglia meccanica con tanto di lancette e batacchio da terza guerra mondiale.
I più tecnologici avevano la radio-sveglia o un costosissimo orologio al quarzo che emetteva un sottile bip-bip che forse avrebbe svegliato un marine pronto all’azione, ma non certo noi.
IN VIAGGIO FINO ALLA SPIAGGIA
Eccoci quindi tutti pronti all’alba per partire. In macchina, in treno o con la classica “corriera”. Nel 1997 il problema era che non c’erano app per controllare l’itinerario con meno traffico o l’orario aggiornato dei mezzi pubblici. Tutto era lasciato un po’ al destino, come l’appuntamento con gli amici per la partenza. Se alle 8:00 non c’eravamo tutti, dovevamo per forza aspettare fino all’ultimo ritardatario. Alla fine arrivavamo, stremati, in una spiaggia già sovraffollata, come tanti piccoli Fantozzi. Ma in fondo, oggi è forse cambiato qualcosa?
SOTTO L’OMBRELLONE, SENZA CONNESSIONE
Giunti finalmente in spiaggia, via al divertimento! Tintarella, beach-volley, racchettoni, partita di calcetto sul bagnasciuga, gara di castelli di sabbia, schiaccia sette in acqua, tresette sotto l’ombrellone. Tutto come oggi? Non proprio. Mancava la connessione! C’è stato un tempo in cui sotto l’ombrellone si facevano i cruciverba e non i selfie, ci si rimorchiava sul bagnasciuga e non su Tinder, si parlava con gli amici reali invece che fare la diretta Facebook o le Instagram Stories. Se meglio i ’90 offline o il nuovo, iperconnesso, millennio, a voi la scelta.
LA COLLEZIONE DI SCHEDE TELEFONICHE
Nel 1997 il cellulare (tutt’altro che “smart") era ancora appannaggio per pochi. Costoso, poco pratico e cronicamente schiavo di quelle “tacche” che sembravano non arrivare mai. All’epoca, ringraziavamo il fatto che i nostri genitori non potessero controllarci ogni minuto. Ma come facevi a chiamare il fidanzato o la fidanzata che in quei giorni era da tutt’altra parte, magari in montagna con la famiglia? Semplice: con le vecchie schede telefoniche! Grazie a quei rettangoli di plastica – divenuti poi oggetti per collezionisti (chi l’avrebbe detto?!) - potevamo parlare con la nostra dolce metà, scambiarci amore eterno, per poi rituffarci in mare con gli amici.
I VIDEOGAMES
Tra un bagno e una partita a racchettoni, cosa c’era di meglio di un bel torneo a uno degli ultimi videogiochi piazzati nel bar davanti alla spiaggia? I coin-op hanno “mangiato” letteralmente, mesi di paghette e stipendi, prima di venir sterminati da un killer appena nato (appena tre anni prima, nel 1994): la prima Playstation.
Chi non ricorda i mega tornei a Street Fighter, Mortal Kombat, Virtua Strikers 2 o all’inossidabile Pac Man, che girava ancora nelle sale giochi nel 1997? L’importante era avere almeno 200 lire a portata di mano (eh, sì, l’Euro sarebbe sbarcato in Italia solo nel 2002!).
LA PAUSA GELATO
Dopo un bel bagno in mare, un gelato era l’ideale per finire in bellezza la giornata. Nel 1997 c’erano solo alcune delle varietà del Magnum (oggi se ne contano a decine), gli immancabili Cucciolone e Callippo e soprattutto aveva fatto il suo debutto il Solero Algida, vero tormentone di quell’estatate. Alzi al mano chi non l’ha mai provato.
LA MUSICA
Ogni estate aveva la propria colonna sonora, supportata dalla tecnologia del tempo. Nel 1997 giravano ancora le vecchie audio cassette ma c’era già chi si portava dietro un lettore cd portatile. A fine giornata, mentre tornavamo a casa, non potevamo non ascoltare “I'll Be Missing You” di Puff Daddy e Faith Evans, “Bicth” di Meredith Brooks e soprattutto quel MMMBop dei biondissimi fratelli Hanson, che ancora oggi ci fa sentire tutti adolescenti.