Packaging riciclabili, ecco gli ultimi trend
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
Le confezioni green sono importanti per due consumatori su tre. Tra i trend emergenti l’utilizzo di alghe, delle plastiche di mais e del letame
A incoraggiare e premiare i produttori e le aziende che utilizzano il packaging green, realizzato con materiali riciclati e riciclabili, sono ormai indubbiamente i consumatori. A testimoniarlo è la fotografia scattata da una recente ricerca di The Business Research Company, che evidenzia come il mercato globale degli imballaggi riciclabili raggiungerà alla fine del 2022 il valore di 28,3 miliardi di dollari, in crescita del 7,2% rispetto ai 12 mesi precedenti, per arrivare nel 2026 a valere 34,2 miliardi di dollari. Parliamo di imballaggi e confezioni che mettono in primo piano la sostenibilità e che vengono classificati come ecologici: le loro caratteristiche principali sono si essere biodegradabili, riutilizzabili, non tossici e realizzati con materiali riciclati. Il loro utilizzo contribuisce quindi a limitare le emissioni di Co2 in atmosfera, a limitare il consumo di energia e a contenere l’inquinamento.
Di cosa parliamo?
Il packaging riciclabile, un aspetto fondamentale
Altri dati interessanti provengono da una rilevazione pubblicata in agosto da Bakeryandsnacks.com, società statunitense che si occupa di analisi di mercato sul settore dei prodotti da forno e delle merendine. Secondo questo sondaggio quasi un cittadino americano su due, per l’esattezza il 47%, sarebbe disposto a spendere qualcosa in più per acquistare un prodotto confezionato in maniera sostenibile. Al di là delle propensioni di spesa, in ogni caso, quasi due americani su tre, il 64%, considera che il packaging riciclabile sia un aspetto fondamentale tra quelli che guidano gli acquisti. E nella fascia di popolazione più giovane, quella tra i 18 e i 29 anni, questa percentuale sale fino al 69%. Se dagli Stati Uniti ci spostiamo in Europa, emerge che anche in Italia il tema sta iniziando a fare breccia: secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Immagino Gs1 aumenta il numero di prodotti che indicano esplicitamente in etichetta come debbano essere gestite le confezioni dopo il consumo, con un +5%, arrivando a rappresentare il 35% dei prodotti della grande distribuzione organizzata.
Le 10 tendenze nel green packaging
A queste informazioni si aggiunge anche un approfondimento commissionato dall’azienda italiana Vitavigor, specializzata nella produzione di grissini e snack, che evidenzia 10 più curiose tendenze nel settore del green packaging. Le tecnologie emergenti sono l’utilizzo delle alghe marine – commestibili e biodegradabili al 100% – per gli imballaggi monouso. Seguono gli imballaggi idrosolubili, che vengono realizzati in alcool polivinilico e si dissolvono a contatto con l’acqua calda, e quelli utilizzati con la stampa 3D che consente di realizzare un imballaggio stampato completamente o parzialmente intorno al prodotto con la plastica, in modo da utilizzare solo il materiale necessario. Tra i materiali emergenti ci sono anche quelli a base di cellulosa grazie alla cromatogenia, che rende qualsiasi prodotto a base di cellulosa permanentemente idrofobo, proteggendo il prodotto senza sacrificare la sostenibilità. Ci sono poi la fibra stampata, il cartone d’erba e il packaging piantabile, realizzato con carta riciclata e semi selvatici: quando l’imballaggio raggiunge la fine del suo ciclo di vita, può essere piantato per far crescere nuova vita. Si prosegue con il letame di mucca, che può essere processato per produrre imballaggi privi di plastica, la carta d’ostrica, che proviene da residui di scarto del processo di produzione della pelle, e la plastica di mais, utilizzata per produrre materiali di imballaggio come i sacchetti per alimenti, in alternativa alla plastica.