Belt Bag, dai materiali di recupero nasce la borsa fashion e green made in Italy

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Realizzata dalla cooperativa sociale onlus Occhio del Riciclone, è un esempio di impresa sociale ed etica. Ogni pezzo, fatto a mano, è un esemplare unico ricavato da materiali di recupero o donati da grandi imprese

La moda può passare anche dal riutilizzo di materiali di scarto. Anzi, proprio il valore aggiunto che viene dal design e da una sapiente realizzazione a mano può essere una carta vincente per dimostrare che si può partire dal riuso, e quindi da uno dei principi della sostenibilità, per realizzare un’impresa sociale etica e portare sul mercato un prodotto unico. È questo il principio da cui nasce Belt Bag, la borsa realizzata con gli scarti della lavorazione di cinture di sicurezza, indumenti usati, fine rotoli e materiale di scarto della lavorazione dei tessuti da Occhio del Riciclone, la cooperativa sociale attiva dal 2006 e nata proprio con l’obiettivo di diffondere la pratica del riutilizzo.

Dal 2017 Occhio del Riciclone collabora con Humana People to People, sostenendo progetti di cooperazione internazionale. Una delle caratteristiche principali di Occhio del Riciclone è la promozione di una gestione dei rifiuti totalmente ispirata alla sostenibilità ambientale, che sostiene politiche di riutilizzo fondate sull’emersione e il coinvolgimento delle economie popolari, oltre che alla sensibilizzazione di bambini, ragazzi e adulti sul riuso degli scarti.

Di cosa parliamo?

Le Belt Bag, pezzi unici fatti a mano e Made in Italy

Belt Bag è sinonimo di una moda etica, che considera il riutilizzo come nuovo paradigma di produzione per un riciclo sano e a basso impatto ambientale. Le Belt Bag vengono prodotte nel laboratorio della cooperativa di Pregnana milanese, e sono interamente realizzate a mano da un gruppo di designer, artigiani e creativi: quindi ognuna è un pezzo unico per forma e colore. I materiali per realizzarle vengono donati dalle più prestigiose aziende italiane produttrici di tessuto, e avviati a recupero attraverso un processo di upcycling, cioè “salvando” materiali che altrimenti sarebbero destinati a diventare rifiuti; oppure sono direttamente ricavati da materiali di recupero, dando così vita a un esempio di economia circolare a rifiuti zero.

Ai tessuti viene sempre abbinato l’utilizzo di cinture di sicurezza recuperate dagli autodemolitori e sottoposte a igienizzazione. Tutte le Belt Bag superano inoltre test di usabilità, resistenza e praticità prima di essere commercializzate: “Crediamo che una moda etica e solidale possa e debba esistere, crediamo che la bellezza e la sostenibilità salveranno il Mondo – si legge sul sito dedicato al progetto attraverso il quale si possono anche acquistare i prodotti tramite un canale di e-commerce – Non ci limitiamo però solo a credere, ma lavoriamo concretamente per generare un cambiamento positivo nel sistema moda”.

Solar: la linea di Belt Bag con pannello solare incorporato

Tra le varie linee Belt Bag, quella maggiormente degna di nota è la linea SOLAR creata nel 2018 dalla designer Francesca Patania. SOLAR nasce dall’esigenza di rendere gli zaini con pannelli solari, già presenti in commercio, sostenibili attraverso il processo di upcycling, made in Italy e dal design unico e originale.
Con SOLAR si vuole dare un ulteriore valore aggiunto a quello già esistente nelle borse Belt Bag ovvero dar modo a chi le porta di poter ricaricare i propri dispositivi mobili con energia pulita e rinnovabile e al contempo avere sempre disponibilità e autonomia di ricarica ovunque si va.
“Il cosiddetto Upcycling, ovvero il processo di valorizzazione, è infinito e olistico – afferma Francesca Patania – Tocca tutti gli ambiti della nostra esistenza, da quello materiale attraverso la trasformazione delle cose a quello sociale con la valorizzazione delle persone, fino a quello ambientale, contribuendo così alla tutela del nostro Pianeta e di tutte le sue componenti organiche e inorganiche”.

Occhio del riciclone, una seconda opportunità per persone e cose

La sostenibilità socio-ambientale è al centro dell’impegno della cooperativa, dove per sostenibilità sociale si intende l’inclusione lavorativa di soggetti svantaggiati, attraverso percorsi mirati di formazione e professionalizzazione che sappiano valorizzare le competenze e le abilità di ogni singolo individuo.

Tre i settori in cui Occhio del Riciclone è impegnata:

  • Upcycling, di cui sono un esempio le Belt Bag, con un modello di produzione che si ispira alla valorizzazione dei materiali pre e post consumo, recuperati grazie a una fitta rete di partner su tutto il territorio nazionale;

  • raccolta e trasporto di indumenti usati in collaborazione con Humana People to People Italia: l’obiettivo di questa attività è di avviare a nuova vita gli abiti usati e di evitarne lo smaltimento, ottenendo così benefici ambientali e risparmi economici per i cittadini e gli enti locali;
  • gestione di un centro del riuso, grazie al quale ogni mese si riesce a evitare che quattro tonnellate di oggetti e materiali usati diventino rifiuti, indirizzandoli verso il mercato dell’usato e prolungandone il ciclo di vita a beneficio dell’ambiente.