Energia elettrica, il record dell’Europa: la metà è generata da rinnovabili
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
La Commissione Ue pubblica i dati dello “Stato dell’Unione dell’energia 2024”: passi avanti importanti su sicurezza, competitività e prezzi accessibili. “Realizzato un quadro normativo che consentirà la transizione green e metterà le basi per rilanciare crescita e competitività”
La produzione di energia elettrica in Europa ha toccato nel 2024 un nuovo record particolarmente significativo: la metà – nel primo semestre dell’anno – è stata generata a partire da fonti rinnovabili. È questo uno dei dati principali che emergono dalla relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2024, pubblicata nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, che evidenzia i progressi compiuti dagli Stati membri nella direzione “di un’energia sicura, competitiva e a prezzi accessibili per tutti”.
Di cosa parliamo?
Lo scopo del documento
Oltre al risultato della generazione del 50% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, la commissione sottolinea nel report anche altri aspetti, a partire dal fatto che tra agosto 2022 e maggio 2024 la domanda di gas su tutto il territorio dell’Unione si sia ridotta complessivamente di 138 miliardi di metri cubi, in parallelo con l’aumento delle importazioni da paesi come la Norvegia e gli Stati Uniti. Rimanendo sempre sul gas, è stato raggiunto il 19 agosto (il termine era stato fissato al primo novembre successivo) l’obiettivo di riempire al 90% gli impianti di stoccaggio di gas in previsione dell’inverno.
Tra i risultati che la Commissione Europea rivendica per il primo semestre del 2024 c’è quello di essere riuscita a regolare un mercato in cui i prezzi dell’energia hanno raggiunto una nuova stabilità, fermandosi ben al di sotto dei picchi che si erano registrati durante nel 2022.
A tutto questo si accompagna anche l’impegno per la diminuzione della produzione di gas a effetto serra, che tra il 1990 e il 2022 è scesa del 32,5% in un contesto in cui l‘economia è invece cresciuta del 67%. Guardando al futuro, l’Ue è stata in prima fila nel sostenere l’iniziativa globale – che ha raccolto il consenso di tutte le parti della COP28 di Dubai – per triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile e raddoppiare i progressi sull’efficienza energetica, nella prospettiva dell’abbandono dei combustibili fossili.
Rinnovabili ed efficienza energetica
Uno dei punti chiave nei progressi compiuti dall’Europa nel campo delle energie rinnovabili è il fatto che in Europa l’eolico ha superato il gas, ed è oggi diventando la seconda fonte di energia elettrica sul territorio europeo dopo il nucleare.
Quanto all’efficienza energetica, il consumo di energia primaria è diminuito nel 2022 del 4,1%: un risultato incoraggiante ma non ancora sufficiente se si considera che l’obiettivo è di scendere dell’11,7% entro la fine del decennio.
“Servono ulteriori progressi – spiega la Commissione Europea – non da ultimo nell’elettrificazione delle apparecchiature di riscaldamento e nel tasso di ristrutturazione degli edifici, e sforzi supplementari a fronte dei prezzi elevati dell’energia. Saranno decisive la competitività dell’industria Ue, che deve essere potenziata, e l’accelerazione degli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate, essenziali per elettrificare l’economia europea”.
Per centrare gli obiettivi gli Stati membri dovranno presentare al più presto la versione aggiornata definitiva dei piani nazionali per l’energia e il clima, guardando alla riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Per i prossimi anni, sottolinea la Commissione, “serviranno una risposta politica decisa e un salto di qualità negli sforzi a livello dell’UE e degli Stati membri, per mezzo di un maggiore coordinamento, dell’integrazione del mercato e dell’azione comune”.
Sicurezza energetica e competitività
Per mettere l’Europa nelle condizioni di essere competitiva in un contesto in cui i mercati puntano alle tecnologie a zero emissioni nette, la Commissione ha creato un corpus di norme che possano essere punti di riferimento nel Vecchio Continente: parliamo ad esempio del regolamento sull’industria a zero emissioni nette, di quello sulle materie prime critiche, mentre viene evidenziata la necessità di una riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica.
Al centro delle prospettive di sviluppo per il futuro, secondo la visione della Commissione uscente, c’è la necessità di sfruttare i partenariati con l’industria, come quelli sulle batterie, sull’idrogeno pulito, sul solare fotovoltaico, sulla catena del valore dei carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e dei piccoli reattori modulari. “Altrettanto cruciale – spiega ancora la Commissione – è il ruolo del Fondo per l’Innovazione, che conta su un bilancio stimato di circa 40 miliardi di euro fino al 2023″.