Caldo record: il 2024 bollente mette a rischio i target dell’Accordo di Parigi

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Il report “Global Climate Highlight” di Copernicus certifica che quello appena trascorso è stato l’anno più caldo mai registrato. Le conseguenze: ondate di calore e forti precipitazioni

Ogni anno dell’ultimo decennio è stato uno dei dieci più caldi mai registrati. Siamo ormai sull’orlo per superare il livello di 1.5ºC definito nell’Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra. Queste alte temperature globali, unite ai livelli record di vapore acqueo atmosferico nel 2024, hanno comportato ondate di calore e forti precipitazioni senza precedenti, causando sofferenza a milioni di persone”.

Così Samantha Burgess, Strategic lead for climate del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), commenta i dati dell’edizione 2024 del report del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S), pubblicato il 10 gennaio.

I dati certificano, in sostanza, che gli sforzi per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5 gradi rispetto al periodo per industriale, sottoscritti con l’Accordo di Parigi, non stanno avendo successo.

“Sebbene questo non significhi che abbiamo superato il limite fissato dall’Accordo di Parigi, che si riferisce alle anomalie di temperatura mediate su almeno 20 anni – spiega il report – sottolinea che le temperature globali stanno aumentando al di là di quanto l’uomo moderno abbia mai sperimentato”.

Di cosa parliamo?

Un 2024 bollente

Secondo il report “Global Climate Highlights 2024”, l’anno appena trascorso è stato il più caldo che si sia mai registrato su scala globale. La principale responsabilità di questa situazione, secondo C3S, risiede nei cambiamenti climatici indotti dall’uomo, insieme ad altre concause, tra le quali l’oscillazione meridionale di “El Nino”, fenomeno climatico di riscaldamento delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale.

Le temperature nel dettaglio

Nel dettaglio, il 2024 è stato l’anno più caldo dal 1850: la temperatura media globale di 15.10°C è stata di 0.72°C superiore alla media del periodo 1991-2020 e di 0.12°C superiore al 2023, il precedente anno più caldo registrato.

L’aumento è inoltre di 1.60°C rispetto alla stima della temperatura del periodo tra il 1850 e il 1900, il cosiddetto livello preindustriale. Nel 2024, la temperatura media mensile globale ha superato di 1.5°C i livelli preindustriali per 11 mesi all’anno, e in tutti i mesi dal luglio 2023, ad eccezione del luglio 2024.

La situazione in Europa

Restringendo l’osservazione sull’Europa, il 2024 è stato l’anno più caldo che si sia mai registrato nel Vecchio Continente. La temperatura media nell’arco dei 12 mesi è stata di 10.69°C, 1,47 in più rispetto al 1991-2020 e di 0.28 in più rispetto al primato precedente, quello del 2020. Le differenze più grandi si sono verificate in primavera e in estate quando l’aumento ha superato gli 1,5 della media 1991-2020.

Il caldo record e le condizioni climatiche estreme

Alla base degli eventi piovosi estremi e dello sviluppo di grandi tempeste tra cui i cicloni tropicali, c’è la combinazione di due fattori: da una parte il livello record raggiunto nel 2024 dalla quantità totale di vapore acqueo nell’atmosfera, con un +5% rispetto al 1991-2020, e dall’altra le elevate temperature della superficie del mare. Il caldo e i prolungati periodi di siccità hanno inoltre creato condizioni favorevoli agli incendi boschivi, con situazioni di particolare emergenza nel continente americano con Bolivia e Venezuela che hanno registrato i propri livelli storici più alti di emissioni di carbonio.

Il livello dei ghiacci e i gas serra

Record negativo nel 2024 per l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico e intorno all’Antartide, significativamente inferiore alla media. In Antartide l’estensione mensile si è classificata al terzo posto e nell’Artico al quinto tra i valori più bassi mai registrati dal satellite, con i dati peggiori che si sono registrati rispettivamente nei mesi di febbraio e settembre.

Secondo il report, infine, il tasso di aumento dell’anidride carbonica è stato superiore a quello osservato negli ultimi anni, mentre quello del metano è stato significativamente inferiore a quello degli ultimi tre anni.

I nostri dati indicano chiaramente un costante aumento globale delle emissioni di gas serra che rimangono il principale agente del cambiamento climatico.

Laurence Rouil, direttore del CAMS (Copernicus Atmosphere Monitoring Service) di ECMWF.