La “apple skin” delle valigie “we are eco” è composta per il 50% dagli scarti di lavorazione del frutto raccolto in Trentino e per il 50% da poliuretano. Ma anche molti altri tra i principali player del settore sono sempre più attenti ai prodotti green
Si chiama “apple skin”, ed è la componente innovativa di un nuovo modello di trolley ultraleggeri: un materiale post-consumo vegetale realizzato per il 50% dagli scarti di lavorazione delle mele dell’Alto Adige e per il restante 50% in poliuretano. A dare vita a questo prodotto rigorosamente made in Italy è Valigie Roncato, un brand storico in questo campo, che ha il quartier generale a Campodarsego, in provincia di Padova, ma è presente in 80 Paesi su scala globale con 25mila metri quadrati di stabilimenti produttivi e dedicati alla logistica.
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Apple skin: la produzione a basso impatto a partire da torsoli e bucce di mele
La “apple skin” viene utilizzata per realizzare lo strato più superficiale del trolley, grazie a un processo di lavorazione che prevede che le bucce e i torsoli di mele vengano prima disidratati, poi raffreddati e macinati con un processo pensato per essere esso stesso a basso impatto ambientale. Grazie a questa tecnica rimane inalterato il contenuto di zuccheri e cellulosa della materia, che però acquisisce una maggiore elasticità.
Si ottiene così una “farina di mela” che miscelata con l’acqua e un collante dà vita alla “apple skin”. Si tratta di una sfoglia impermeabile dallo spessore di sei millimetri che andrà a rivestire i trolley, e che ha tra le sue caratteristiche principali anche la resistenza: è infatti in grado di “reggere” fino a 90 kilogrammi per millimetro quadrato, rivelandosi ideale per l’utilizzo nella valigeria. Le valigie che sono realizzate con questo materiale innovativo fanno parte di una linea speciale dell’azienda, “we are eco”.
Fibra morbida, resistente, impermeabile e… compostabile
La caratteristica principale di questo nuovo materiale made in Italy è il fatto che viene realizzata a basso impatto ambientale e secondo i principi dell’economia circolare, unendo a questo il fatto che si tratta di una fibra morbida, resistente, “cruelty free” ed ecocompatibile, dal momento che è ecologica oltre che completamente riciclabile.
Si tratta inoltre di un materiale che in Trentino abbonda: su questo territorio, dove è concentrata la metà della produzione di mele dell’Italia, vengono prodotte ogni anno 500mila tonnellate tra bucce e torsoli di mele. Si tratta per lo più degli scarti dell’industria di trasformazione che produce succhi e marmellate, considerati “rifiuti speciali” e che per questo hanno un costo di smaltimento particolarmente alto per i produttori.
Aumentano le proposte green nel mondo della valigeria
La linea “we are eco” non è in ogni caso l’unica proposta sul mercato di valigie progettate mettendo in primo piano la sostenibilità. Oltre a diversi piccoli player che iniziano ad affacciarsi sul mercato con questo genere di idee, anche i big del settore hanno in portafoglio le loro proposte green.
Soltanto per fare qualche esempio, è il caso di Samsonite, che nell’aprile 2019, in occasione della giornata mondiale della Terra, ha presentato la prima valigia in polipropilene realizzata con il riciclo dei rifiuti di plastica, “S’Cure Eco”, disponibile in tre colorazioni e in tre “taglie”. Le sue caratteristiche principali sono il guscio in polipropilene riciclato (Pp) da materiali di imballaggio post-consumo, e i tessuti interni realizzati con il riciclo delle bottiglie di plastica (Pet).
Alle valigie “eco” ha pensato anche American Tourister, dando vita alla linea “Eco Wanderer”, realizzata con un materiale innovativo, il “Recyclex”, prodotto al 100% con bottiglie di plastica PET riciclate, sia per l’involucro esterno sia per i tessuti interni. Per ogni valigia prodotta, spiega l’azienda, fino a 45 bottiglie di plastica vengono eliminate dal ciclo dei rifiuti.
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