Biglietti climatici, bus e treni scontati per salvare il pianeta
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
L’esperimento è partito in Austria, poi si sono accodati Germania, Spagna e Lussemburgo, ognuna con una propria formula. Obiettivo: rendere più convenienti - e a volte persino gratuiti - i trasporti pubblici per convincere i cittadini a lasciare a casa l’automobile
L’esperimento di offrire alla cittadinanza la possibilità di usufruire dei mezzi di traporto pubblico a prezzi simbolici, come misura per contenere le emissioni di anidride carbonica, abbattendo il numero di automobili in circolazione, sta facendo scuola. A iniziare è stata l’Austria alla fine del 2021, e poi hanno seguito la stessa strada la Germania e la Spagna, mentre il Lussemburgo aveva preso in precedenza una decisione ancora più drastica, quella di rendere completamente gratuiti i mezzi pubblici.
Di cosa parliamo?
Il caso della Germania
Un caso interessante è quello della Germania. Il test effettuato la scorsa estate, che prevedeva un abbonamento al costo di nove euro per tutta la stagione per poter utilizzare i trasporti pubblici su tutto il territorio nazionale, avrebbe consentito, secondo i dati divulgati da Vdv, l’associazione che riunisce le aziende tedesche del trasporto pubblico, un risparmio di 1,8 milioni di tonnellate di Co2 che altrimenti sarebbero state immesse in atmosfera. Ora il Paese sta prendendo in considerazione di riproporre l’iniziativa anche dal primo gennaio 2023. Il costo potrebbe salire – secondo le anticipazioni – a 49 euro al mese, per un abbonamento che consentirà di salire sulla maggior parte dei mezzi pubblici in tutta la Germania. Si tratta, è il caso di precisarlo, di un prezzo molto più basso rispetto a quello che lo stesso abbonamento costa oggi che la situazione dei trasporti nel Paese è tornata alla normalità. Ad avanzare la proposta, che è stata sposata dal governo federale e dal ministro competente Volker Wissing, sono stati responsabili dei trasporti dei Laender. Non è ancora stata definita la modalità di finanziamento della misura, e tra le ipotesi che circolano c’è quella che il governo federale potrebbe investire nell’iniziativa un miliardo e mezzo di euro, mentre i Laender sarebbero disposti a cofinanziarla contribuendo direttamente.
In Austria e Spagna
Il caso della Germania è soltanto quello che probabilmente è nella fase più avanzata di attuazione. Nel resto d’Europa, però, altri Paesi si stanno muovendo o si sono mossi con iniziative simili nella direzione della mobilità sostenibile. L’Austria, ad esempio, è stata la prima a iniziare con il suo “Klima ticket”. Il progetto prevedeva che i residenti potessero avere accesso illimitato ai mezzi di trasporto pubblici nazionali, comprese le linee ferroviarie, con un biglietto giornaliero da 3 euro, con un abbonamento settimanale da 24 euro o con uno annuale da 1095 euro.
A settembre 2022 si è aggiunta al gruppo anche la Spagna, che ha deciso di mettere in campo la propria versione del “Climate Ticket” per combattere l’inflazione in salita oltre che per motivi di sostenibilità ambientale. L’esperimento si concluderà in questo caso alla fine dell’anno, e consente di ottenere biglietti gratuiti per alcune tipologie di trasporto pubblico, in particolare per i mezzi regionali e metropolitani. Interessati dalla misura sono complessivamente, secondo i dati riportati da Renfe, la società che gestisce i trasporti ferroviari nel Paese, 75 milioni di passeggeri. Secondo i calcoli pubblicati dal quotidiano El Pais questa iniziativa nei tre mesi di durata può consentire di risparmiare 370 euro a persona per chi si muove a Madrid e 330 per gli abitanti di Barcellona.
Lussemburgo: il primo al mondo
Passando infine al Lussemburgo, possiamo parlare di un’esperienza che ha anticipato le altre, per quanto si tratti di un Paese molto piccolo e quindi sperimentare può essere più semplice sia dal punto di vista economico sia da quello logistico. Nel 2020 infatti il Paese è stato il primo al mondo a sperimentare un traporto pubblico completamente gratuito e senza limiti di utilizzo, finanziato dal sistema fiscale. A usufruire del servizio i residenti ma anche le persone residenti nelle aree di confine ma impiegate nel Paese.