xFarm, l’app che rende l’agricoltura digitale
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
Il Communication Manager Riccardo De Nadai: “Riusciamo a guadagnare la fiducia degli agricoltori grazie alla formula freemium, e dopo una fase di sviluppo importante in Italia ora puntiamo anche all’internazionalizzazione”
Avere il controllo sulla propria azienda agricola e fare il salto digitale nell’agricoltura 4.0 grazie a un’app che offre gratuitamente un pacchetto di servizi di base, più una serie di upgrade a pagamento per le funzioni più avanzate. È questo il modello di business scelto da xFarm Technologies, la società che ha portato sul mercato l’app xFarm. Riccardo De Nadai, Communication Manager dell’azienda, racconta in questa intervista come è nata e come si sta sviluppando l’azienda che ha fatto della trasformazione digitale dell’agricoltura la propria mission.
Di cosa parliamo?
- Come nasce xFarm?
- Quali sono i numeri di xFarm Technologies?
- Come si diversifica l’attività di xFarm Technologies?
- Quali sono i vantaggi che si ottengono utilizzando xFarm?
- Quanto è difficile sensibilizzare gi agricoltori all’utilizzo del digitale?
- Come siete riusciti ad abbattere le diffidenze?
- Lavorate più con i singoli agricoltori o con le filiere?
- Quali sono oggi le vostre priorità nel campo della ricerca e sviluppo?
Come nasce xFarm?
xFarm nasce nel 2017 dall’idea di Matteo Vanotti, ingegnere di Lugano che fino a quel momento aveva avuto esperienze nel settore fintech a Zurigo e in agricoltura grazie all’azienda agricola di famiglia a Valmacca, in provincia di Alessandria, portata avanti con i fratelli. Proprio da questa fusione tra il mondo tech e quello agricolo è nata l’idea di sviluppare un’applicazione per la gestione dell’azienda agricola. I primi test sono stati effettuati quindi “in casa”, e con il passare del tempo si sono estesi ad alcuni imprenditori della zona, per poi passare a un’espansione a macchia d’olio. Gli step più importanti nel percorso di crescita sono stati due round di finanziamento che hanno consentito di sviluppare al meglio la soluzione: uno da tre milioni di euro nel 2019 e il secondo da 17 milioni l’estate scorsa. Nel 2021, intanto, è stata anche portata a termine la prima acquisizione, quella di Farm Technologies, con il definitivo cambio di nome dell’azienda in xFarm Technologies. L’operazione di merger & acquisition ci ha permesso di ampliare il team e di acquisire competenze verticali per la parte agronomica. Oggi siamo in fase di internazionalizzazione: dopo la nascita in parallelo della società svizzera e di quella italiana, abbiamo aperto una sede in Spagna e ora puntiamo a raggiugere altri paesi.
Quali sono i numeri di xFarm Technologies?
Oggi contiamo su 140mila aziende agricole registrate alla piattaforma, da 100 paesi nel mondo. Il nostro team è composto da più di 70 persone, è cresciuto molto nel tempo ed è caratterizzato da competenze eterogenee: ci sono gli agronomi o le persone che hanno un’azienda agricola che portano l’esperienza fatta sul campo, c’è la parte più tecnologica e di sviluppo delle soluzioni, e il settore di marketing e comunicazione a cui faccio riferimento io.
Come si diversifica l’attività di xFarm Technologies?
Oltre a lavorare direttamente con gli agricoltori e a sviluppare l’app, abbiamo messo a punto una serie di servizi per le filiere e collaboriamo con le aziende che producono macchinari per l’agricoltura. L’obiettivo è di creare un ecosistema digitale che abbia xFarm al centro e che consenta l’interoperabilità dei dati e delle informazioni che provengono da diverse fonti, integrando sensori, macchinari e database esterni.
Quali sono i vantaggi che si ottengono utilizzando xFarm?
Innanzitutto, un risparmio di tempo, ad esempio per la parte burocratica: offriamo un supporto digitale per la compilazione del quaderno di campagna, in cui vengono registrate e salvate tutte le operazioni che si fanno in azienda, senza bisogno di trascrizioni “analogiche”, con penna e quaderno. Poi l’efficientamento agronomico: aiutiamo gli agricoltori a prendere decisioni migliori grazie all’utilizzo dei dati, e questo vuol dire utilizzare le risorse come acqua, fertilizzanti e prodotti fitosanitari in modo più efficiente, con un risparmio economico e un beneficio per l’ambiente.
Quanto è difficile sensibilizzare gi agricoltori all’utilizzo del digitale?
È ancora difficile, ma lo è meno di quanto fosse soltanto pochi anni fa. Oggi gli agricoltori sono più curiosi, si avvicinano. Anche se l’età media nel settore è ancora alta, e chi ha il potere decisionale è spesso anziano. Il nostro target è principalmente l’agricoltore giovane, ricettivo: ma lavorando con loro riusciamo anche a convincere, con l’esempio, i più restii.
Come siete riusciti ad abbattere le diffidenze?
Un ruolo importante lo ha avuto il modello di business, che è freemium. Vuol dire che chi vuole scaricare l’applicazione può farlo gratuitamente, e avrà a disposizione 16 funzioni che coprono le necessità base di un’azienda. Se poi si tratta di inserire l’utilizzo di sensori o di tecnologie più sofisticate ci sono i moduli premium.
Ma un ruolo importante per avvicinare i potenziali utenti lo hanno avuto anche i contenuti pubblicati sui social media, che ci hanno consentito di proporre un brand vicino al tone of voice dell’agricoltore ma che trasmette innovazione e sostenibilità.
E poi ci sono le iniziative rivolte all’education: andiamo nelle scuole a formare i ragazzi degli istituti tecnici agrari e delle università, e in un anno e mezzo siamo entrati in contatto con 80 scuole. Infine la formazione online: con xFarm Academy mettiamo gratuitamente a disposizione 5 lezioni di un’ora e mezza in cui raccontiamo in modo divulgativo i vantaggi dell’agricoltura 4.0.
Lavorate più con i singoli agricoltori o con le filiere?
Il quadro è articolato: a livello numerico contiamo su più agricoltori che filiere, ma le filiere hanno una potenza di fuoco che ci consente di allargare rapidamente il nostro raggio di azione sul territorio, perché ci mettono in contatto con grandi aziende che magari vogliono digitalizzare decine di fornitori conferenti. Poi, come dicevamo, ci sono le aziende che producono macchinari agricoli, mentre ultimamente abbiamo attivato collaborazioni anche nel mondo assicurativo per lo sviluppo di polizze parametriche, in cui ci occupiamo di fornire loro strumenti di analisi per la gestione del rischio.
Quali sono oggi le vostre priorità nel campo della ricerca e sviluppo?
La nostra divisione di R&D si occupa dello sviluppo di nuovi modelli, sensori e tecnologie. Tra i trend del futuro come dicevo ci sono i temi delle assicurazioni parametriche, del machine learning e intelligenza artificiale, per cercare sempre più di interconnettere i dati e automatizzare attività come quelle degli impianti di irrigazione, o del riconoscimento delle immagini. Nel monitoraggio degli insetti, ad esempio, siamo stati tra i primi a introdurre delle trappole con telecamere che fanno la conta automatica degli insetti presenti e sono in grado di produrre allerte in tempo reale quando si presenta la necessità di intervenire con un trattamento.