Tutelare le falde acquifere

Scritto da Lisa Casali
Scienziata ambientale, blogger e scrittrice. Si occupa di rischi e danni ambientali e crede nell’importanza del nostro impegno quotidiano per vivere una vita più sostenibile, con il minor impatto possibile sull’ambiente

Le falde acquifere, essenziali fonti di acqua dolce sotterranea, sono sotto pressione in tutto il mondo. Il loro declino minaccia non solo la disponibilità di acqua potabile per milioni di persone, ma anche gli ecosistemi che dipendono da esse. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha esaminato i dati di 1.700 acquiferi in tutto il mondo, scoprendo che nel 71% dei casi le acque sotterranee stanno diminuendo.

Le falde acquifere sono aree di terreno nel sottosuolo saturo d’acqua e sono fondamentali per la nostra sopravvivenza così come per tutti gli ecosistemi oltre che per le attività agricole e produttive.

In tutto il mondo si sta registrando un rapido declino delle falde acquifere, le cui principali cause sono:

1. Inquinamento – contaminazione delle falde acquifere da parte di sostanze chimiche, idrocarburi, reflui industriali e domestici non trattati. Tali contaminazioni possono essere causate da incidenti industriali così come da condotte criminali giustificate dal desiderio di risparmiare sulle spese di manutenzione degli impianti e depurazione degli scarichi.

2. Sovrasfruttamento – L’estrazione eccessiva di acqua dalle falde acquifere per l’irrigazione agricola, l’approvvigionamento idrico urbano e l’industria hanno superato il tasso di ricarica naturale dell’acqua, portando a un progressivo esaurimento delle riserve. La nostra fame d’acqua è cresciuta nel tempo e allo stesso è ancora molto alto il tasso di spreco dovuto a perdite nel sistema di fornitura dell’acqua. In Italia ad esempio sprechiamo circa il 42% dell’acqua potabile a causa di tubature vetuste e mai riparate.

3. Cambiamenti Climatici – L’alterazione delle temperature, delle condizioni meteo-climatiche hanno portato a variazioni nelle precipitazioni e nei modelli meteorologici che stanno influenzando la quantità e la distribuzione dell’acqua nelle falde acquifere, contribuendo ulteriormente alla loro diminuzione e declino. Sono sempre più frequenti condizioni di prolungata siccità interrotta da violenti fenomeni atmosferici che portano a alluvioni e inondazioni. Anche questi ultimi fenomeni pur portando acqua in quantità sono spesso causa di contaminazioni e gravi danni a infrastrutture che possono portare a inquinamento delle falde acquifere. Allo stesso tempo il terreno estremamente secco per la siccità tende a non far penetrare l’acqua e si comporta come fosse impermeabile e questo non favorisce la ricarica delle riserve d’acqua ma al contrario fenomeni di allagamento in superficie.

Le conseguenze del declino delle falde acquifere sono gravi e preoccupanti. Oltre alla minaccia per la sicurezza idrica e alimentare delle comunità che dipendono da esse, il deterioramento delle falde acquifere può portare alla subsidenza del terreno, all’intrusione di acqua salata nelle acque sotterranee dolci e alla perdita di habitat per la flora e la fauna locali.

Il rischio non è solo quello di esaurire l’acqua, ma anche di innescare particolari effetti collaterali geologici e idrologici. Le acque sotterranee possono ad esempio confluire in fiumi e laghi, pertanto se si prosciugano le falde potrebbero scomparire anche corpi idrici superficiali altrettanto importanti per l’uomo come per gli ecosistemi.

Lungo le coste e nelle isole inoltre, la diminuzione delle falde acquifere può far sì che l’acqua marina venga risucchiata nelle falde, contaminando tali riserve idriche.

La continua estrazione di acque sotterranee causa inoltre lo sprofondamento del suolo, un fenomeno noto come subsidenza. Nei prossimi vent’anni questo fenomeno potrebbe interessare 1,6 miliardi di persone nel mondo e causare danni per migliaia di miliardi di dollari.

Un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha evidenziato come il 74% delle acque sotterranee nell’Ue è in buono stato dal punto di vista chimico mentre nella in Italia lo è solo il 58%.

L’inquinamento delle acque sotterranee è spesso causato dallo smaltimento incontrollato di rifiuti tossici e pericolosi, che possono infiltrarsi nel terreno e contaminare le falde acquifere. Nel corso del tempo e con la crescente attenzione nei confronti dell’ambiente da parte dell’Europa, il governo italiano ha adottato diverse leggi e regolamenti per affrontare il problema dell’inquinamento delle acque. Ci sono norme rigide per il trattamento delle acque reflue domestiche e industriali e sono state istituite aree protette per la conservazione delle risorse idriche. Tuttavia, l’applicazione di queste norme spesso presenta delle lacune.

Per affrontare in modo più efficace l’inquinamento delle acque, è richiesto un maggiore impegno nella prevenzione dell’inquinamento, nella promozione di pratiche agricole sostenibili e nel miglioramento dei sistemi di trattamento delle acque reflue. Inoltre, è importante sensibilizzare la popolazione sull’importanza della conservazione delle risorse idriche e adottare uno stile di vita più sostenibile. Solo così si potrà migliorare la situazione dell’inquinamento delle acque in Italia.

L’Unione Europea ha adottato diverse politiche per affrontare l’inquinamento idrico, con l’obiettivo di proteggere e migliorare la qualità delle acque sia superficiali che sotterranee. Alcuni strumenti e politiche chiave includono:

  • La direttiva quadro sulle acque (Water Framework Directive – WFD): adottata nel 2000, è lo strumento principale per la gestione delle acque nell’UE. Stabilisce un quadro comune per la protezione delle acque dolci superficiali, delle acque sotterranee, degli estuari e delle acque costiere, fissando obiettivi di buona qualità ecologica e chimica per tutte le acque entro il 2027;
  • La direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (Urban Waste Water Treatment Directive – UWWTD): adottata nel 1991 e successivamente rivista nel 2019, impone agli Stati membri di garantire il trattamento adeguato delle acque reflue urbane, al fine di prevenire l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee;
  • La direttiva sulle emissioni industriali (Industrial Emissions Directive – IED): adottata nel 2010, mira a prevenire o ridurre l’inquinamento proveniente da determinate attività industriali. Stabilisce standard per il controllo delle emissioni e obblighi relativi al monitoraggio e alla segnalazione da parte delle industrie;
  • La direttiva sui nitrati: adottata nel 1991 e rivista nel 2006, mira a prevenire l’inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola. Impone misure di gestione delle attività agricole che utilizzano fertilizzanti azotati, al fine di ridurre le concentrazioni di nitrati presenti nelle acque;
  • La politica di gestione delle sostanze chimiche (REACH): si tratta di un regolamento adottato nel 2006 che mira a garantire l’uso sicuro delle sostanze chimiche nell’UE, tra cui quelle che potrebbero contaminare le acque. Prevede una registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, nonché l’obbligo di comunicazione lungo la catena di fornitura.
  • La Direttiva 2004/35/CE sulla Responsabilità Ambientale che prevede severi obblighi di ripristino per gli operatori che causano un deterioramento delle risorse naturali (acque, terreno, specie e habitat naturali protetti). La Direttiva tuttavia non prevede alcun obbligo per le imprese per evitare il verificarsi dell’evento alla base del danno all’ambiente.

Per affrontare la crisi delle falde acquifere e garantire la loro sostenibilità nel lungo termine, è necessario adottare una serie di strategie e pratiche di gestione:

1. Prevenzione dell’inquinamento – Questo è il vero punto debole del nostro Paese e forse anche di molti altri Stati membri dell’UE. È fondamentale introdurre prima possibile obblighi per le imprese perché ci sia un maggiore impegno per gestire correttamente i rischi di danno all’ambiente e di conseguenza prevenire più efficacemente gli eventuali danni. Non vi sono infatti obblighi sulla manutenzione degli impianti (salvo specifiche categorie come le imprese in AIA o quelle a rischio di Incidente Rilevante), sui controlli e sulla manutenzione e tutto quello che è “gestione del rischio” è lasciato liberamente nelle mani delle imprese. Allo stesso tempo è importante anche introdurre controlli più rigorosi sull’uso di pesticidi e fertilizzanti, sugli scarichi e sugli impianti di depurazione.

2. Riparazione dell’inquinamento – Anche questo è un importante punto debole per lo più trascurato. Se infatti una falda acquifera viene contaminata e – come abbiamo visto dai dati soprariportati questo purtroppo riguarda una grande numero di corpi idrici sotterranei  – il responsabile non ha le risorse per bonificarla le conseguenze sono devastanti. 

3. Gestione sostenibile delle risorse idriche – È essenziale regolare e monitorare l’estrazione delle acque sotterranee per evitare il sovrasfruttamento e garantire che il prelievo di acqua non superi la capacità di ricarica naturale delle falde acquifere.

4. Efficienza idrica – Promuovere pratiche agricole, industriali e domestiche che riducano il consumo di acqua, migliorino l’efficienza dell’irrigazione e minimizzino lo spreco idrico può contribuire a preservare le risorse idriche sotterranee.

5. Monitoraggio e ricerca – Investire in monitoraggio continuo delle falde acquifere, ricerca scientifica e tecnologie innovative per comprendere meglio i processi idrogeologici e sviluppare soluzioni efficaci per la conservazione delle falde acquifere.

6. Rigenerazione delle acque sotterranee  Attraverso tecniche come la ricarica artificiale delle falde acquifere, l’infiltrazione di acque piovane trattate nel terreno e la gestione delle acque di scarico, è possibile aumentare la ricarica e il ripristino delle falde acquifere esaurite. Questa però è una soluzione a cui ricorrere solo in caso di emergenza e dopo aver implementato i punti precedenti.

La conservazione e protezione delle falde acquifere è una sfida globale che richiede un impegno combinato da parte di governi, istituzioni, settore privato e individui. Preservare queste preziose risorse idriche non solo è essenziale per garantire la sicurezza idrica e alimentare delle comunità, ma anche per proteggere gli ecosistemi sotterranei e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Attraverso la gestione sostenibile delle risorse idriche, l’efficienza idrica, la rigenerazione delle acque sotterranee, il monitoraggio e la ricerca, e l’impegno alla prevenzione e riparazione dell’inquinamento, possiamo lavorare insieme per salvaguardare le falde acquifere e assicurare un futuro idrico sostenibile per le generazioni a venire.