Transition Town, le comunità che realizzano la sostenibilità dal basso

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Si ispirano al modello creato nel 2003 dal docente universitario e attivista britannico Rob Hopkins. Oggi in Italia sono circa 30 le comunità impegnate nella transizione: l’apripista è il comune di Valsamoggia

“Se aspettiamo i governi, sarà troppo poco e troppo tardi. Se agiamo individualmente, sarà troppo poco. Ma se agiamo come comunità, potrebbe essere quanto basta e giusto in tempo”.

Questa la considerazione attorno alla quale nasce Transition Italia, parte di un movimento internazionale che punta a realizzare nel nostro Paese il modello di “Transizione” partendo dall’esperienza di Monteveglio. Si tratta di un piccolo centro tra Modena e Bologna che ha cambiato nome in Valsamoggia dopo essersi fuso nel 2015 con altri quattro comuni limitrofi: da qui è stata lanciata la sfida, e qui oggi si raccolgono i frutti di un impegno lungo 15 anni, che viene preso a esempio e replicato in una trentina di comunità sparse su tutto il territorio nazionale (ma a questa filosofia si ispirano più di 2mila centri in 30 Paesi su scala globale).

Di cosa parliamo?

La transizione

La Transizione è “un movimento culturale impegnato nel traghettare la nostra società industrializzata dall’attuale modello economico profondamente basato su una vasta disponibilità di petrolio a basso costo e sulla logica di consumo delle risorse a un nuovo modello sostenibile non dipendente dal petrolio e caratterizzato da un alto livello di resilienza. A spiegarlo sul loro sito web sono gli esponenti italiani del movimento, nato in Inghilterra nel 2003 per iniziativa di un docente universitario, Rob Hopkins. La “ricetta” basata su decarbonizzazione e resilienza è stata adottata in Italia nel 2008, ma nel tempo ha trovato sostenitori in ogni parte del mondo.

Le transition town

Le città, ma più in generale le comunità, che grazie alla spinta dei propri residenti decidono di intraprendere la via della transizione, si definiscono “transition town”: si tratta in sostanza di imparare, riprodurre e rielaborare il modello ideato da Hopkins in contesti volta per volta differenti, “un’energia – si legge sul sito – che attiva le persone e le rende protagoniste consapevoli di qualcosa di semplice e al contempo epico. Possediamo tutte le tecnologie e le competenze necessarie per costruire in pochi anni un mondo profondamente diverso da quello attuale, più bello e più giusto”.

L’idea alla base delle transition town si ispira ai tre principi dello sviluppo sostenibile, proponendosi quindi di trasformare le infrastrutture, ottimizzandone le prestazioni e abbattendone l’impatto ambientale, contribuire alla governance urbana nella direzione dell’orizzontalità, rendendo le persone più informate e dotandole di competenze per intervenire, e – terzo punto – coinvolgere la cittadinanza innescando così un potente motore di cambiamento.

Le iniziative di Valsamoggia

Ma quai sono le iniziative e i progetti che sono stati adottati a Valsamoggia e che potrebbero fare da apripista per altre esperienze simili in Italia e all’estero?

Il punto di partenza è la scuola a impatto zero realizzata su proposta degli attivisti di Transition Italia, innovativa dal punto di vista del progetto e delle soluzioni adottate e totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico.

Oltre a questo, nel territorio comunale sono stati realizzati, ad esempio, sistemi a basso costo per il recupero dell’acqua piovana, che viene poi utilizzata per l’irrigazione degli orti urbani. Si tratta in quest’ultimi caso di aree messe a disposizione delle famiglie, soprattutto di quelle bisognose. I “facilitatori” di Transition Italia hanno inoltre progettato un sistema di recupero dell’acqua piovana al servizio delle abitazioni e dei condomini che può essere realizzato autonomamente e a basso costo seguendo un semplice tutorial online.

Valsamoggia è stata tra l’altro tra i pionieri dell’utilizzo del fotovoltaico in Italia, quando questo sistema non era ancora diffuso e popolare come oggi, mentre a tutela della biodiversità nel territorio comunale sono state installate le cosiddette “case degli insetti”, meta anche di visite scolastiche.

Infine, negli spazi del Comune di Valsamoggia è stato realizzato anche un fab-lab gestito proprio da Transition Italia in cui dare vita a progetti innovativi, e uno spazio di formazione dedicato alla transizione ecologica, con l’obiettivo di trasmettere conoscenza.