OneMore: le tute da sci sono fatte con gli scarti delle mele
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
Il brand altoatesino alla ricerca di capitali su CrowdFundMe per continuare a crescere. Produce capi utilizzando gli scarti dei frutti del Trentino, filo di nylon rigenerato da rifiuti oceanici e imbottiture che derivano dal riciclo di bottiglie in Pet
Ci sono la sostenibilità e l’economia circolare al centro del progetto di OneMore, il brand di abbigliamento sportivo e da sci che ha la propria base in Alto Adige, e che ha avviato in questi giorni una campagna di equity crowfunding su CrowdFundMe.
I prodotti di OneMore si distinguono sul mercato per i loro materiali:
- un tessuto in similpelle realizzato a partire dagli scarti della lavorazione industriale delle mele dell’Alto Adige
- un filo di nylon rigenerato che proviene dal riuso di rifiuti oceanici e di discarica
- le imbottiture sono composte da materiali che provengono dal riciclo del polietilene tereftalato delle bottiglie Pet.
OneMore ha il proprio quartier generale proprio in Alto Adige, vicino a Bolzano, ed è nata nel 2018 dall’idea e dalla collaborazione di un gruppo di persone che hanno deciso di portare nel campo dello skiwear la loro lunga esperienza nel campo della moda, e che per sviluppare ulteriormente il proprio progetto hanno scelto l’unica piattaforma quotata in Piazza Affari che si occupa di Equity Crowfunding, Real Estate Crowdfunding e Corporate Debt.
Di cosa parliamo?
Il design made in Italy sceglie la sostenibilità
L’obiettivo di OneMore è quello di sviluppare un progetto che unisce moda, prestazioni e sostenibilità, e di diventare un punto di riferimento su scala internazionale nel campo dello skiwear in ogni suo aspetto: dalla qualità e dalla modernità del design all’innovazione di prodotto, dal rispetto di tutte le prescrizioni tecniche per questo genere di abbigliamento alla vestibilità.
AppleSkin
Da questo mix di ingredienti nasce la scelta di rinunciare a piume e pellicce, e la decisione di impegnarsi nella ricerca partendo da materiali riciclati o riciclabili. Un percorso che ha portato a ideare “AppleSkin”, una similpelle che deriva dalla lavorazione degli scarti industriali delle mele, a km zero, perché i frutti sono in gran parte quelli provenienti dall’Alto Adige. Quanto al filo, è stato scelto quello in Econyl, composto da un nylon rigenerato dai rifiuti. La scelta di OneMore è quella di utilizzare progressivamente questi materiali in quantità sempre maggiori, fino ad arrivare al 100% della produzione nel giro di pochi anni.
Il mercato apprezza la scelta “green” di Onemore
I prodotti innovativi e “green” realizzati da OneMore hanno suscitato rapidamente la curiosità dei consumatori, che stanno premiando la scelta di sostenibilità dell’azienda altoatesina. A dimostrarlo ci sono i risultati conseguiti nei primi due anni di attività, con i ricavi che sono passati dai 300mila euro dei primi 12 mesi, quelli del 2018, ai 600mila del 2019. Un livello che è stato mantenuto anche nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria e le limitazioni imposte alla stagione sciistica dalle misure per la prevenzione dei contagi da Covid-19, con una tendenza positiva che si è registrata nel dicembre 2020 in concomitanza con un potenziamento dell’e-commerce.
Le previsioni parlano inoltre di un fatturato destinato a quintuplicarsi da qui ai prossimi tre anni, per un tasso di crescita annuo composto, il cosiddetto Cagr, del 50%, che accompagnerà una crescita sostenuta delle vendite su scala internazionale.
Un brand presente nelle principali località sciistiche
Al momento OneMore conta su una collezione completa da uomo, donna e bambino ed è presente nei negozi specializzati delle principali località sciistiche europee, come Courchevel, Meribel, Val d’Isere, Corvara in Badia, Ortisei, Livigno, Bormio, Schladming, Kitzbühel, e in alcune delle più note in Asia, come Chongli in Cina e Tokyo in Giappone. Soltanto nello scorso anno i prodotti OneMore sono stati distribuiti in ventisette punti vendita in tredici Paesi, in nove scuole sci, in undici sci-club, e hanno vestito un atleta che ha partecipato alla coppa del mondo.
La campagna di crowdfunding e le strategie per il futuro
La raccolta di capitali organizzata su CrowdFundMe si pone l’obiettivo minimo di arrivare a 350mila euro, necessari per spingere sulla crescita digitale della società e per contribuire a dare visibilità al brand anche grazie a un ampliamento della collezione. Nei piani di OneMore c’è infatti la volontà di non limitarsi soltanto all’abbigliamento “tecnico” per lo sci, ma di allargare l’offerta anche ai capi per il tempo libero, arrivando fino ai confini con lo “street style”.
Una volta portato a termine il piano di investimenti e rafforzato il brand, la strategia di OneMore contempla tre possibilità: quella della cessione delle quote a un competitor più grande, quella della cessione a un fondo di Private Equity o Venture Capital tra quelli che si propongono di aggregare iniziative di questo genere, oppure ancora – questa la terza ipotesi – la quotazione in Borsa.