Microplastiche, i piccoli passi per difendere la salute e l’ambiente

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Le particelle di plastica di dimensioni più ridotte sono presenti ovunque, e possono causare danni all’organismo oltre che contribuire all’inquinamento. Ecco cosa si può fare nella vita di ogni giorno

Nella vita di tutti i giorni siamo costantemente esposti alle micro e alle nanoplastiche, particelle di plastica di dimensioni talmente piccole che possono essere ingerite o inalate inconsapevolmente e che potrebbero rimanere nel nostro organismo. Se ne trova traccia nell’acqua, nel cibo, negli ambienti che frequentiamo abitualmente o nei tessuti che utilizziamo, vestiti compresi. E man mano che il contatto con queste particelle diventa sempre più diffuso le ricerche arrivano a riscontrarne la presenza anche nel corpo umano e in quello degli animali, come ad esempio nel caso dei pesci esposti alle microplastiche disciolte in mare.

Di cosa parliamo?

I rischi per la salute     

La presenza delle microplastiche anche all’interno del corpo umano apre una serie di interrogativi sulla pericolosità di queste sostanze per la salute. Non c’è ancora uno studio che metta con chiarezza nero su bianco quali sono i rischi esatti che corre l’uomo a causa delle micro-particelle di plastica e delle sostanze chimiche da cui sono composte, ma i ricercatori di diverse università sono ormai impegnati di tempo sul tema, e le riviste specializzate hanno ormai iniziato a pubblicare i risultati di diverse ricerche. Una delle più recenti, citata da Bloomberg News in un servizio dedicato a questo argomento, collega indirettamente la presenza delle microplastiche nei vasi sanguigni con il rischio infarto o di ictus. Un altro studio, anche questo citato da Bloomberg, collega l’esposizione alle microplastiche con i rischi di cancro, Parkinson o infertilità per gli uomini.

Se da una parte è innegabile che adottare uno stile di vita completamente plastic- free sia impossibile al giorno d’oggi, dall’altra però si possono fare una serie di scelte che contribuiscono a diminuire la nostra esposizione alla plastica e di conseguenza alle microplastiche.

Meno plastica ogni giorno

La prima regola, senza dubbio, è quella di scegliere di evitare l’utilizzo della plastica ogni volta che è possibile. Tra i “consigli utili” che Sheela Sathyanarayana, professoressa di pediatria all’Università di Washington, dà a Bloomberg c’è, in prima posizione, quello di evitare l’acqua in bottiglia a vantaggio di quella corrente. Per argomentare questa scelta la docente universitaria spiega che è stato accertato che:

in media una bottiglia d’acqua contiene 240mila frammenti di plastica.

Cucina off-limits per la plastica

Estendendo il ragionamento oltre il tema dell’acqua potabile, il vademecum di Bloomberg invita più in generale a “tenere la plastica fori dalla cucina”. Prediligere cioè taglieri in legno o contenitori in vetro o in pyrex, soprattutto quando si tratta di scaldare o scongelare il cibo in microonde, o di non utilizzare elettrodomestici come la lavastoviglie che esporrebbero al calore, e quindi a degradarsi rapidamente, gli oggetti in plastica.

Tessuti e vestiti: meglio le fibre naturali

Un capitolo a parte riguarda gli abiti, che dovrebbero essere scelti privilegiando le fibre naturali – come lana, cotone e lino – a quelle sintetiche, che sono spesso uno dei principali veicoli della diffusione delle microplastiche. Altra scelta a tutela della salute e dell’ambiente è quella di limitare i lavaggi in lavatrice e – quando sono necessari – mandarla a pieno carico, utilizzando acqua fredda e asciugatura all’aria.

La qualità dell’aria

Le scelte che abbiamo elencato finora, per quanto virtuose, non possono bastare per tenere le persone al sicuro dall’esposizione alle microplastiche, dal momento che queste “viaggiano” normalmente anche nell’aria che respiriamo, sia all’aperto – soprattutto in città – sia al chiuso di un’abitazione. Per questo potrebbe essere utile, se si cammina per strada, utilizzare una mascherina specifica, mentre se si è in casa potrà essere utile installare un purificatore con filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air Filter), oltre ad adottare qualche buona abitudine come quella di togliere le scarpe.

Le scelte dei governi

Tutto questo potrà essere utile, sottolineano gli scienziati interpellati da Bloomberg, almeno finché i governi e la comunità internazionale non prenderanno decisioni sistemiche per difendere le persone e l’ambiente dalle microplastiche. Tra le indicazioni più attese ci sono in questo momento quelle che potrebbero arrivare dal Comitato intergovernativo di negoziazione sull’inquinamento da plastica delle Nazioni Unite, dove la discussione in corso è ancora caratterizzata da difficoltà e veti incrociati.