L’iniziativa realizzata da Sorgenia in collaborazione con il Comune di Laino e l’osservatorio scientifico del Parco del Pollino è stata realizzata con una terza media del piccolo centro nei pressi della centrale Mercure. Marco Virdis: “Fondamentale coinvolgere le persone del territorio”
Dare vita a un progetto di citizen science a Laino Borgo, collaborando con i ragazzi di una terza media per monitorare la qualità dell’aria e sensibilizzare gli abitanti sul rispetto dell’ambiente. È questo l’obiettivo dell’iniziativa sviluppata da Sorgenia in collaborazione con l’osservatorio del Parco del Pollino e l’amministrazione comunale del piccolo centro tra Calabria e Basilicata dove sorge la centrale a biomasse del Mercure del gruppo Sorgenia. A spiegare il senso dell’iniziativa e i suoi sviluppi è in questa intervista Marco Virdis, responsabile per l’Ingegneria e Servizi Tecnici in Sorgenia Bioenergie.
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Marco, come nasce l’idea di questo monitoraggio sul Mercure?
La centrale a biomasse del Mercure, all’interno del parco del Pollino, discende da un vecchio impianto Enel risalente agli anni sessanta che ha trovato una sua dimensione di sostenibilità a seguito della sua riconversione in centrale a biomasse negli anni scorsi ed è quindi entrata a far parte del perimetro del gruppo dal 2019. Da allora è nato un rapporto di collaborazione con le autorità locali, tra cui, in particolare, con l’ente Parco del Pollino e con i Comuni interessati, tra i quali c’è anche Laino Borgo. Da questa collaborazione è nata l’idea di coinvolgere le persone del territorio, partendo dalle scuole, attraverso un’iniziativa strutturata sull’approccio della citizen science. Il sindaco di Laino Borgo ha accolto l’idea con interesse e così, insieme con gli specialisti dell’ente parco, il sindaco e noi di Mercure, e con il supporto di bi.lab, società specializzata in analisi ambientali. abbiamo messo in piedi il progetto.
Di cosa si tratta nello specifico?
L’obiettivo è di valutare la presenza di un inquinante, l’ozono, nell’atmosfera dell’area. Si tratta di un inquinante di tipo secondario, che non viene prodotto direttamente dall’attività umana, e che ha bisogno del calore del sole per formarsi nella troposfera. E’ molto legato, ad esempio, al traffico, ed è un indicatore attendibile dell’inquinamento atmosferico. L’ozono ha effetti negativi sulla salute dell’uomo, ad esempio per chi soffre di problemi respiratori, ma provoca danni anche alle piante, alterando il loro processo di fotosintesi, come nel caso di una specie particolare di tabacco. Nelle aree in cui c’è un’alta presenza di ozono questa pianta sviluppa in tempi brevi difetti sulle foglie, che ingialliscono proporzionalmente alla presenza della sostanza. Abbiamo così coinvolto gli studenti, cui sono stati distribuiti i kit con queste piantine da posizionare sul territorio di Laino Borgo, per osservarne i cambiamenti nella colorazione delle foglie e in questo mondo andare a formare un database sull’inquinamento da ozono nel territorio. Il kick-off del progetto risale al mese di aprile, anche se la preparazione era iniziata molto tempo prima, e la conclusione avverrà entro la fine dell’anno scolastico.
Qual è dal suo punto di vista l’importanza di questo progetto?
L’aspetto più importante è il coinvolgimento degli studenti, che possono così apprendere direttamente qual è l’impatto dell’uomo sull’ambiente, vederlo con i propri occhi, essere coinvolti da queste attività di osservazione e sviluppare una sensibilità grazie alla quale coinvolgere le proprie famiglie e i propri amici, in una sorta di effetto volano.
Gli insegnati sono stati formati e dal canto loro hanno partecipato con entusiasmo fin dal primo momento. Il prossimo step sarà quello del completamento del monitoraggio, della raccolta e della pubblicazione dei dati. In un territorio incontaminato e che va protetto come quello di Laino Borgo questo genere di iniziative possono essere preziose per aiutare i più giovani a sviluppare una sensibilità spiccata sul rispetto e la tutela dell’ambiente in cui vivono, perché crescere con questa consapevolezza sarà per loro di grande importanza.
Come hanno reagito i ragazzi a questo programma?
Direi molto bene. Tutto è stato chiaro fin dalla giornata di presentazione del progetto: i partecipanti erano una ventina, tutti estremamente attenti. Con il supporto di una ricercatrice dell’università di Pisa, è stato spiegato ai ragazzi in cosa consisteva l’iniziativa, e tutti sono stati interattivi e hanno preso attivamente parte a questo momento prestando la massima attenzione durante le due ore.
Che reazioni avete avuto dalla comunità locale di Laino Borgo?
Direi positivo: in questi piccoli centri il coinvolgimento del territorio avviene anche attraverso il passaparola. Aver destato l’interesse dei ragazzi vuol dire essere arrivati anche alle loro famiglie e quindi al resto della comunità. Per il futuro ci piacerebbe replicare questo progetto, o uno simile, in altri luoghi della stessa zona. Siamo consapevoli del grande pregio di quest’area, e il messaggio che nel tempo vogliamo lanciare al territorio è quello di una presenza amica, che punta allo sviluppo e alla sostenibilità: vogliamo far sentire alla popolazione che siamo con loro e che cerchiamo di supportarli.
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