Le Pmi italiane hanno una scarsa vocazione all'estero nonostante le alte potenzialità del Made in Italy. L'internazionalizzazione delle nostre imprese è sempre più necessaria, vista la crisi economica e i primi tiepidi segnali di ripresa.
Il rilancio degli investimenti e l'accesso al credito sembrano le uniche strade possibili per rendere scalabili le aziende italiane, per questo motivo negli ultimi mesi si sono moltiplicate le opportunità di ricevere fondi comunitari e statali.
Il problema tutto italiano è la disomogeneità dei processi di internazionalizzazione delle imprese a livello territoriale: solo la Lombardia, ad esempio, attrae quasi metà degli investimenti, mentre il Sud e il Centro sono quasi assenti.
Per dare alle Pmi la dimensione internazionale è fondamentale avvalersi di alcune figure altamente professionalizzate come il Temporary Export Manager e lo Smart Export Assistant. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha indetto un bando di partecipazione per concedere alle imprese i fondi necessari per dotarsi di tali soggetti. Si tratta di veri e propri team che si occupano di attivare le relazioni con i mercati esteri generando un sensibile aumento dei ricavi.
Un settore chiave per l'export è sicuramente quello agroalimentare dal momento che i prodotti italiani sono sempre più ricercati all'estero. Uno dei grandi limiti è rappresentato dall'assenza negli scaffali della merce o dal fenomeno sempre più crescente della contraffazione. Recentemente, sono stati messi a disposizione ben 150 milioni di euro per stimolare la crescita economica delle aziende supportandole per gli investimenti commerciali, produttivi e promozionali nel medio e lungo periodo.
Per approfondire il tema e conoscere tutti i recenti strumenti finanziari messi a disposizione degli imprenditori LEGGI LO SPECIALE DI ENERGIE SENSIBILI: "PMI E INTERNAZIONALIZZAZIONE: QUALI VANTAGGI?"