I risultati di una ricerca del Food Packaging Forum pubblicate dalla rivista scientifica Journal of Exposure Science And Environmental Epidemiology stimano l’esposizione dell’uomo alle sostanze chimiche contenute nelle confezioni alimentari
Alcune sostanze chimiche a contatto con gli alimenti tramite il packaging riescono ad arrivare nell’organismo umano. A evidenziarlo è un ricerca pubblicata a metà settembre dal Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology e realizzata dagli studiosi del Food Packaging Forum, organizzazione di comunicazione scientifica senza fini di lucro con sede a Zurigo, in Svizzera. Nello specifico, sono 3.061 le sostanze chimiche contenute negli imballaggi degli alimenti, alcune delle quali pericolose per la salute, la cui presenza è stata rilevata nell’organismo umano.
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L’obiettivo della ricerca
La ricerca condotta dagli esperti di Fpf, in collaborazione con studiosi di quattro università internazionali, ha voluto dare un quadro di quali sostanze chimiche – tra quelle utilizzate negli imballaggi alimentari e in altri articoli a contatto con gli alimenti – sono reperibili in campioni umani, come urina, sangue e latte materno. Per rendere le informazioni più semplici per la consultazione la fondazione ha creato un database interattivo, “FCChumon”, che semplifica l’attività di ricerca per gli utenti interessati.
Focus sugli effetti per la salute
La mission della ricerca è di aiutare i ricercatori impegnati sul campo a individuare quali siano le principali lacune nelle nostre conoscenze sulle modalità di esposizione dell’uomo alle sostanze chimiche, oltre che capire meglio quali sono gli effetti sulla salute dell’esposizione agli imballaggi degli alimenti.
“La nostra ricerca- sottolinea Birgit Geueke, prima firma dello studio – aiuta a stabilire il legame tra le sostanze chimiche a contatto con gli alimenti e l’esposizione umana, evidenzia le sostanze chimiche che vengono trascurate negli studi di biomonitoraggio e sostiene la ricerca di materiali a contatto con gli alimenti più sicuri”.
I risultati
Per giungere alle conclusioni gli studiosi hanno messo a confronto più di 14mila sostanze chimiche contenute negli imballaggi con i dati acquisiti da cinque programmi di biomonitoraggio umano, tre database e altre fonti di letteratura scientifica. Il risultato evidenzia che 3.601 di queste sostanze (più del 25% del totale) sono presenti nell’organismo umano.
Alcuni gruppi, come bisfenoli, Pfas, ftalati, metalli e composti organici volatili, sono stati ampiamente rilevati nei campioni umani. E alcune, sottolinea la fondazione, “hanno caratteristiche di pericolosità preoccupanti e sono state collegate a danni per la salute umana”.
Per altre sostanze tra quelle in grado di “fare il salto” dal packaging all’uomo ci sarà invece bisogno di proseguire con le attività di ricerca: parliamo ad esempio degli antiossidanti sintetici e dagli oligomeri, sui quali le conoscenze sono meno approfondite.
“Sebbene esistano anche altre fonti di esposizione – spiega il Food Packaging Forum in una nota – questi dati miglioreranno la comprensione di come gli imballaggi degli alimenti contribuiscano all’esposizione umana. È inoltre molto probabile che il numero effettivo di FCC nell’uomo sia ancora più alto, perché solo un sottoinsieme di imballaggi è stato studiato in dettaglio”.
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