La priorità nella tutela dell’ambiente

Scritto da Lisa Casali
Scienziata ambientale, blogger e scrittrice. Si occupa di rischi e danni ambientali e crede nell’importanza del nostro impegno quotidiano per vivere una vita più sostenibile, con il minor impatto possibile sull’ambiente

Quali sono i tasselli imprescindibili di una politica ambientale?
Sembra una domanda complessa e molto lontana da noi consumatori, ma se davvero vogliamo fare scelte di acquisto green è importante essere consapevoli di tutto quello serve perché un’azienda possa realmente dirsi sostenibile e impegnata per la tutela dell’ambiente e del clima.
Se ad esempio dobbiamo acquistare un detergente per la casa spesso ci concentriamo su aspetti che riguardano prettamente il prodotto (es. formulazione) o addirittura solo il suo imballaggio (es. confezione in plastica riciclata). Certamente offrire prodotti o servizi con un basso impatto ambientale è un aspetto importante, ma ancora di più è tutto quello che l’azienda fa per arrivare a quel prodotto, ovvero come lo produce, l’impatto ambientale delle materie prime, la produzione di rifiuti, le emissioni in atmosfera, la gestione dei reflui.

Se è vero che la normativa vigente impone alle aziende limiti e regole da rispettare, anche severi, tuttavia ci sono alcuni aspetti che sfuggono a questa regolamentazione e che è meglio non dare per scontato.

Di cosa parliamo?

Sopravvivere nel deserto

Per mettere bene a fuoco le priorità accompagnatemi in una piccola divagazione spazio-temporale. Immaginiamo di ritrovarci in mezzo a un deserto con una sola bottiglia d’acqua. Non sappiamo quanto tempo ci resteremo, ma saremo tutti d’accordo nel ritenere quella bottiglia d’acqua preziosissima. La nostra sopravvivenza dipende da quell’acqua. Quali sono le priorità che ci dovremmo dare per sopravvivere il più a lungo possibile?

La nostra prima preoccupazione dovrebbe essere chiudere bene il tappo in modo che non entri sabbia o che non evapori o piuttosto razionarne il consumo? C’è il rischio che ci sia poco da razionare se l’acqua dovesse contaminarsi o comunque disperdersi. Se poi per errore dovesse entrare della polvere e l’acqua diventasse torbida quali sarebbero le priorità? Razionarne il consumo o trovare il modo di depurare l’acqua perché torni bevibile? Se mi avete seguito in questo ragionamento dovreste essere d’accordo con me che l’ordine delle priorità per garantirci la sopravvivenza è:

  1. Proteggere l’acqua da qualunque danno.
  2. Depurarla/Ripristinarla in caso di contaminazione.
  3. Razionarne il consumo per farla durare più a lungo possibile.

Questo stesso ordine di priorità è valido anche per la protezione delle risorse naturali come il terreno, le acque, le specie e gli habitat, l’aria.

L’albero della sostenibilità

Un’immagine che può essere utile per visualizzare le priorità nella tutela dell’ambiente è quella dell’albero.

Ogni parte ha un ruolo importante e alcune sono assolutamente imprescindibili.

Radici – La prevenzione dei danni all’ambiente

Le radici, che sono fondamentali per radicare bene l’albero al terreno, costituiscono l’impegno alla prevenzione dei danni all’ambiente. Per un’azienda significa mappare tutte le potenziali sorgenti di contaminazione e in generale di possibile danno per le risorse naturali e gestirle correttamente. Spesso questo aspetto così importante è sottovalutato dalle imprese e totalmente ignorato dal consumatore eppure è alla base di tutto. Tornando all’esempio dell’azienda di detergenti, comprereste comunque il suo detersivo “green” se sapeste che ha contaminato gravemente la falda e non ha fatto nulla per evitarlo? Perché invece di investire nella manutenzione dei propri impianti ha preferito investire nel packaging ecologico dei propri prodotti? Gli obblighi di legge rispetto a manutenzioni e controlli sono pochi e riguardano solo le aziende di determinati settori, non ci sono ad esempio obblighi per la manutenzione dei serbatoi interrati, anche quando questi contengono sostanze pericolose e sono molto datati. È quindi una libera scelta dell’azienda, nell’ambito del proprio impegno alla sostenibilità ambientale se fare qualcosa, poco o niente per prevenire efficacemente i danni all’ambiente.

Tronco – L’impegno alla riparazione

Il Tronco rappresenta invece l’impegno alla riparazione dei danni all’ambiente. Se ad esempio per un incidente in azienda si verifica la contaminazione del terreno e di un torrente limitrofo la normativa italiana impone all’azienda il ripristino delle risorse naturali danneggiate, ma se l’azienda non ha i fondi necessari e fallisce questi costi ricadono sulla comunità. L’impegno al ripristino significa quindi dotarsi di strumenti che diano garanzia al consumatore, ai propri concittadini, agli enti e a tutti gli stakeholder interessati che in caso di “problema” ambientale si avranno tutte le risorse necessarie per la messa in sicurezza di emergenza, le misure di prevenzione, la bonifica, il ripristino e l’eventuale risarcimento ai terzi danneggiati. Questo impegno può ad esempio tradursi in un fondo dedicato o nella stipula di una polizza assicurativa specifica per i danni all’ambiente. Nessuno ha mai chiesto prima alle aziende che cosa facciano su questo fronte e ritengo i tempi siano maturi perché questa domanda cominci ad essere posta.

Rami e foglie – Il miglioramento delle performance ambientali

Su radici e tronco solide possono poi crescere folti rami e foglie che rappresentano tutte le iniziative messe in campo dall’azienda per migliorare le proprie performance ambientali. Rispetto all’esempio del deserto i rami e le foglie rappresentano il razionamento dell’acqua. Un aspetto importante per far durare il più a lungo possibile le risorse naturali evitandone il sovrasfruttamento e che prevede la misurazione e il miglioramento rispetto a vari aspetti come: la riduzione delle emissioni , dei consumi, dei rifiuti prodotti, la circolarità di materie prime/sottoprodotti/scarti, la riduzione nell’uso di sostanze pericolose.

Frutti – Prodotti/servizi green

La ciliegina sulla torta, ultima in ordine di priorità rispetto all’impegno ambientale, riguarda i frutti dell’albero, ovvero prodotti e servizi offerti dall’azienda, importanti senza dubbio e che devono essere coerenti con tutto quello che “sta sotto”. Qui l’impegno si traduce in prodotti/servizi che abbiano il minore impatto ambientale sul Pianeta e questo è possibile tenendo conto di vari aspetti come le materie prime impiegate, la durata del prodotto, la possibilità dello stesso di essere riparato, riutilizzato, l’impatto dello stesso durante l’uso e a fine vita quando diventerà un rifiuto.

Un nuovo paradigma della sostenibilità oltre i luoghi comuni

Si è sempre fatto così….
A noi non è mai successo nulla….
Al consumatore non interessa andare oltre…
Non violiamo nessuna legge…
Noi abbiamo tutte le certificazioni….

È vero, nel passato non si è mai data particolare attenzione al tema della prevenzione dei danni all’ambiente. Quando ci sono stati gravi incidenti, come quello di Seveso, per un po’ l’attenzione è cresciuta ma in questo ultimo decennio in cui il tema dell’ambiente è diventato sempre più centrale sono altri gli argomenti su cui maggiormente si è concentrata l’opinione pubblica. Il fatto che siano argomenti tecnici, più difficili da comunicare non dovrebbe essere sufficiente per rinunciare a priori a parlarne a far si che l’impegno su “Radici” e “Tronco” dell’albero sia finalmente riconosciuto.

Credo sia ora che cessi il paradosso per cui viene percepita come green un’azienda che non fa nulla per prevenzione, riparazione, e ad esempio investe solo nel eco-packaging, mentre un’altra che investe ad esempio in una corretta e regolare manutenzione dei propri impianti non ha nessun vantaggio competitivo.

Quando viene contaminata una falda acquifera e in generale danneggiata una risorsa naturale, sono spesso numerosi molti anni prima che possa essere del tutto “riparata” e poter tornare com’era prima. Se la contaminazione è molto grave potrebbe non essere nemmeno possibile ripristinarla. Chi vive in aree contaminate sa bene quanto questo abbia gravi conseguenze anche sulla vita delle persone e sulla loro salute. I cambiamenti climatici stanno poi peggiorando le cose rendendo le nostre risorse naturali sempre più preziose e vulnerabili ed è importante la prevenzione dei danni all’ambiente sia effettuata anche tenendo conto di potenziali eventi naturali estremi che potrebbero colpire lo stabilimento.

Il Rating ESG dovrebbe in realtà tenere conto anche di questi aspetti (prevenzione e capacitàdiriparazione) ma non vi è una regolamentazione univoca su come calcolarlo e le società di rating hanno ognuna i propri standard di riferimento. Per questo motivo non è così chiaro quanto pesino questi aspetti sul bilancio finale. In ogni caso tale rating sarà sempre più importante nei prossimi anni ad esempio per avere credito dalle banche e per trovare investitori e di conseguenza anche questi aspetti diventeranno più centrali.

Ma è altrettanto importante che cresca la cultura verso questi temi anche in noi consumatori, perché il greenwashing sia sempre meno praticato e perché l’asticella della protezione dell’ambiente si alzi sempre di più con azioni concrete e sempre meno fumose o di facciata. E se nei vostri prossimi acquisti doveste avere il dubbio se un’azienda sia o meno green ripensate alla bottiglia nel deserto, ripensate all’albero e collocate ogni messaggio “green” al suo posto.

Questo vi guiderà nel fare scelte più consapevoli e magari più giuste contribuendo giorno dopo giorno a cambiare il mercato e magari anche un po’ il mondo.