di Ettore Benigni e Nicola Zamperini
Per offrire servizi digitali veramente utili il Comune di Milano è impegnato a sperimentare un nuovo approccio verso l’innovazione. Il principio è quello di muoversi come farebbe un’azienda, mettendo cioè al primo posto gli utenti e i loro bisogni. A spiegarlo è Roberta Cocco, con un passato da top manager in Microsoft e oggi assessore all’innovazione dell’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sala: “Abbiamo impostato il piano di trasformazione digitale del Comune di Milano - spiega durante "Colazioni Digitali" del 6 giugno, organizzato da Sorgenia in collaborazione con Corriere innovazione - così come se si trattasse di una grande impresa che debba servire un milione e quattrocentomila clienti”.
Come amministratori locali dobbiamo avere il coraggio di essere disruptive e osare, non sottostimando i cittadini ma scommettendo su di loro e offrendo opportunità di fare dei cambiamenti nel senso dell’efficienza, che si traduce in qualità della vita#ColazioniDigitiali pic.twitter.com/ycsjutuIQ0
— Roberta Cocco (@robi_cocco) 6 giugno 2019
Qual è la difficoltà di tenere insieme target con caratteristiche differenti, dai cittadini più “digital” fino agli anziani?
Si fa spesso l’esempio degli anziani, ma Milano è una città multiculturale, quindi ci sono persone di estrazione diversa, anche giovani, che magari nel loro percorso non hanno mai incontrato la tecnologia. Per questo sviluppiamo i servizi digitali in modo super semplificato. E ogni volta che ne lanciamo uno nuovo lo affianchiamo con tutta una serie di comunicazioni per accompagnare i cittadini, compreso il tutorial sul sito del Comune.
Come si fa a tenere insieme la burocrazia con l’innovazione?
In Italia purtroppo il più grande problema per l’accelerazione digitale è proprio l’apparato burocratico, perché effettivamente mette delle briglie e ci rallenta molto nello sviluppo delle soluzioni e dei servizi. Lo sforzo che facciamo è di non utilizzare alibi e di andare avanti il più speditamente possibile su alcuni progetti di massima priorità.
Questo comporta un allungamento dei tempi rispetto ai vostri programmi?
Seguire le leggi e dettami dell’amministrazione, facendoci aiutare anche dai comparti interni, è una priorità, anche se a volte è vero che vuol dire metterci un po’ di più rispetto a quanto vorremmo. L’importante però è arrivare sempre ai risultati. E finora abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo posti.
Come si fa a rispettare i tempi del codice degli appalti e contemporaneamente fare innovazione?
È difficile, perché l’innovazione va velocissima. L’Italia è già molto indietro, purtroppo in passato l’innovazione non è stata considerata una leva di sviluppo economico. Però ci piace guardare il lato positivo delle cose: nonostante il peso della burocrazia credo che negli ultimi tre anni, a livello di Paese, si sia fatto molto. Milano non vuole fare la prima della classe, ma vuole offrire il proprio terreno di sperimentazione affinché tutta l’Italia possa godere dei vantaggi della tecnologia.