Sedotti dalla casa intelligente: un italiano su due ha un oggetto smart

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

A spingere sull’adozione di nuovi device c’è anche il fatto che le connessioni in fibra sono sempre più diffuse e supportano al meglio un alto numero di oggetti che dialogano tra loro tramite la rete domestica. Il mercato nazionale del settore oggi vale 650 milioni di euro

Il fatto che in Italia si sitano rapidamente diffondendo le connessioni in fibra ottica sta portando con sé una serie di fenomeni che in passato faticavano a trovare diffusione, e un esempio lampante è il mercato della smart home, che sta vivendo una crescita sostenuta. Poter contare su una connessione domestica affidabile e performante, infatti, apre la strada a una serie di soluzioni e servizi che in precedenza gli italiani non prendevano in considerazione, come nel caso degli oggetti “smart” connessi. Il 2021 è così stato l’anno del boom delle smart home, con un giro d’affari che ha superato i numeri del periodo pre pandemia, attestandosi in Italia sui 650 milioni di euro, a +29% rispetto al 2020.

Di cosa parliamo?

Qualche dato significativo

Altro dato significativo è che ormai quasi un italiano su due, per l’esattezza il 46%, possiede un oggetto “smart”, che si tratti di elettrodomestici (il 21% del totale con 135 milioni di euro), smart speaker (20% con 130 milioni di euro) o soluzioni per la sicurezza (19%, con 125 milioni di euro). A seguire caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, con 110 milioni di euro (il 17% del totale, con un +45% rispetto all’anno precedente): si tratta dell’area che cresce di più nel mercato, favorita in particolare dalla vendita di numerose caldaie connesse, spesso abbinate ai termostati smart, che beneficiano di incentivi Superbonus ed Ecobonus, e dalla possibilità di ottenere benefici nel risparmio energetico e comfort. La rimanente quota del mercato è costituita da casse audio (9%, +20%), lampadine (8%, +25%), le smart plug (prese elettriche, 2%, +30%) e dispositivi per gestire tende e tapparelle da remoto (2%, +45%). Si tratta di una performance di tutto rispetto, soprattutto se si considera che la carenza di semiconduttori che ha sensibilmente rallentato la produzione ha causato mancate vendite per 75 milioni di euro nell’arco dello scorso anno. A pubblicare i dati è l’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che ha dedicato una ricerca specifica proprio alla Smart Home. Nonostante la crescita sostenuta di cui è stato protagonista nell’ultimo anno, il mercato italiano della smart home rimane comunque un passo indietro rispetto a quello degli altri principali Paesi europei. In Uk, ad esempio, vale 4 miliardi di euro con una crescita de 43% nel 2021, in Germania 3,9 miliardi con un +37%, in Francia 1,3 miliardi con un +16%. Rimane però il vantaggio dell’Italia sulla Spagna, dove la smart home muove un giro d’affari da 480 milioni di euro, con un +14% rispetto al 2020.

Domanda e offerta nel mercato smart home

“Nell’ultimo anno è aumentato il livello di maturità del settore, sia sul fronte della domanda che su quello dell’offerta  – spiega Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things – Le aziende hanno consolidato strategie e modelli di business basati sulla servitizzazione e il pay-per-use, con il passaggio dalla vendita del solo hardware alla proposta di servizi aggiuntivi, come abbonamenti mensili per servizi di teleassistenza e manutenzione della caldaia, rilevazione di movimenti sospetti in casa e chiamate di emergenza, monitoraggio della forma fisica e assegnazione di allenamenti personalizzati. Ma anche assicurazioni pay-per-use per proteggere la casa dai furti attivabili anche solo per brevi periodi con tariffa a consumo”. “Sul fronte della domanda, il consumatore si dimostra sempre più interessato alla possibilità di gestire da remoto gli oggetti smart in casa e di attivare servizi e funzionalità avanzate – aggiunge Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things – Il 12% di chi ha dispositivi connessi in casa ha già attivato un servizio aggiuntivo. Soprattutto vigilanza privata, pronto intervento in caso di guasti, servizi cloud per archiviare video e immagini. E in futuro, il 77% di chi desidera oggetti smart è interessato ad attivare nuovi servizi, come analisi dei consumi energetici, installazione e assistenza/manutenzione”.