Ilenia Magni: “Studenti e lavoro, tanta curiosità su cosa c’è dopo la laurea”
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
La project manager di Sorgenia ha partecipato all’ “Energy and Sustainability Career Week” del Politecnico di Milano, raccontando cosa succede dopo la laurea
“La prima molla che mi ha spinto a mettermi a disposizione per un incontro online con gli studenti del Politecnico di Milano è stato il fatto che soltanto pochi anni fa su quei banchi c’ero anch’io, e ricordo bene quanta curiosità provassi nei confronti del mondo del lavoro. Così ho voluto far vedere loro cosa succede dopo la laurea, raccontando il mio percorso e la mia attuale attività”. A parlare è Ilenia Magni, project manager in Sorgenia, che il 25 febbraio ha partecipato con uno speech all’Energy & sustainability career week del Politecnico di Milano.
Di cosa parliamo?
Ci racconti innanzitutto del tuo percorso professionale in Sorgenia?
Sono uscita dal Politecnico soltanto pochi anni fa, con la laurea triennale e quella magistrale in ingegneria energetica. Dopo un’esperienza in un’azienda specializzata in impianti di illuminazione per centri sportivi ho proseguito nella mia ricerca e quasi quattro anni fa sono approdata in Sorgenia, dove sono project manager. In questo periodo ho seguito le pratiche per il superbonus, mi sono occupata della programmazione dei cantieri e oggi seguo la costruzione degli impianti industriali. Mi occupo di tutto il processo end-to-end, da quando la commessa entra in Sorgenia Green Solutions fino alla consegna. Seguo le verifiche della fattibilità tecnica ed economica dei progetti, i sopralluoghi, il perfezionamento degli ordini, le verifiche di sicurezza e la scelta della ditta che eseguirà i lavori, confrontandomi con progettisti, subappaltatori e clienti. Fino al collaudo e all’allaccio alla rete.

Come hai impostato il tuo intervento per gli studenti?
Ho raccontato quanto mi piaccia la dinamicità del mio lavoro: ogni commessa è diversa da quella precedente, ci sono sempre situazioni nuove da affrontare e problemi nuovi da risolvere. Ho voluto dare loro un’idea chiara di qual è il processo di una commessa e di quali sono gli aspetti più importanti da seguire per ogni step. Perché credo che durante gli studi universitari questo sia proprio l’aspetto pratico che suscita più curiosità nei ragazzi, che hanno tanta voglia di capire come le loro conoscenze verranno “messe a terra” una volta che avranno finito gli studi e si misureranno con il mondo del lavoro.
Quanto è utile, dal tuo punto di vista, questo approccio “pratico”?
Io stessa, prima della laurea, non riuscivo a immaginare quale sarebbe stata nel concreto la mia attività, e in tutti i colloqui che ho fatto ho sempre chiesto come si sarebbe svolta in pratica la mia giornata lavorativa. Nel mio intervento ho voluto anticipare questa richiesta, e ho parlato a braccio, per essere il più possibile spontanea.
Ho tratto spunto da esempi reali, evidenziando come ogni volta che qualcosa va storto si accumula esperienza e se ne traggono insegnamenti importanti.
Inoltre, ho sottolineato come il mio attuale lavoro combaci con le mie inclinazioni personali: mi piace tantissimo avere a che fare con persone diverse, dagli operai agli amministratori delegati delle aziende, avere la possibilità di spostarmi e di passare tempo nei cantieri. Non mi sarei sentita realizzata nel fare soltanto lavoro d’ufficio, ad esempio a essere esclusivamente una progettista, e ho voluto far vedere ai ragazzi che ci sono tante possibilità diverse da esplorare per realizzare le proprie aspettative.
Qual è il caso di studio che hai presentato?
Ho parlato loro di un impianto che abbiamo concluso recentemente, nel 2024, e che ora è in fase di collaudo. Un cantiere particolare, realizzato per un’azienda leader nel settore della chimica nei pressi di Milano, con regole molto stringenti da rispettare: un lavoro estremamente interessante ma anche molto sfidante.
Quali sono stati i feedback degli studenti?
Mi sono collegata un po’ prima per seguire anche gli interventi di chi ha parlato prima di me, e mi ha colpito la curiosità degli studenti, il fatto che abbiano fatto domande. In questi casi l’interattività è molto importante, e il loro partecipare è stato un segno concreto della curiosità che i nostri interventi hanno suscitato. Nei giorni successivi diversi ragazzi mi hanno inviato via e-mail il curriculum, mentre altri hanno chiesto di collegarsi con me via LinkedIn. Mi piacerebbe in futuro avere l’opportunità di ripetere questo genere di esperienza, magari anche in presenza, per potermi fermare a parlare e rispondere.