Il Parco del Pollino, un’oasi tra Calabria e Basilicata patrimonio dell’Unesco

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Nei suoi più di 190mila ettari, distribuiti tra 56 Comuni, ci sono le vette più alte dell’Appennino meridionale. Un’area unica in tutto il Mediterraneo, contraddistinta da due faggete vetuste, Cozzo Ferriero e Pollinello, dichiarate patrimonio dell’umanità

Ospita le vette più alte dell’Appennino meridionale, e tra le sue ricchezze ci sono due faggete vetuste, quelle di Cozzo Ferriero e di Pollinello, che sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2017 e nel 2021 e inserite nel sito transnazionale delle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”. Stiamo parlando del Parco Nazionale del Pollino, il più grande in Italia tra quelli di nuova istituzione, nato nel 1993 e inserito nella rete dei geoparchi europei e nella Rete Globale dei Geoparchi dell’Unesco.

Questa oasi naturale, il cui simbolo è il pino loricato, si trova a cavallo tra Calabria e Basilicata, e si estende sul territorio di 56 Comuni per un totale di 192.565 ettari di terreno, in cui vivono 120mila persone e 1.700 specie vegetali. Una delle sue principali caratteristiche sono le aree montuose, con il Massiccio del Pollino, i monti dell’Orsomarso e il monte Alpi.

Di cosa parliamo?

La flora del Parco del Pollino

Nelle aree più a ridosso della costa il parco è caratterizzato, fino agli 800 metri di altitudine, dalla macchia mediterranea: lecci, lentisci, ginepri, mirti, corbezzoli, roverella, acero minore e ginestra comune.

L’area tra gli 800 e i 1.100 metri vede prevalere le querce, la roverella, il cerro, il farnetto, in boschi misti con la presenza del carpino orientale, dell’acero, del castagno, dell’ontano napoletano. Caratteristiche dell’area le acerete del Monte Sparviere, in cui si trovano sei diverse specie di acero: l’acero riccio, l’acero di monte, l’acero opalo, l’acero campestre, l’acero di Lobel e l’acero trilobo.

Salendo ancora fino a quota 2mila metri la vegetazione predominante sono le faggete, pure o combinate con castagni, cerri e aceri. Proprio nelle aree montane vive l’albero che è il simbolo del Parco del Pollino, il pino loricato con la sua corteccia caratteristica di colore grigio chiaro, che può raggiungere un’altezza di 40 metri e un diametro di oltre un metro. Questo pino è stato chiamato “Italus”, l’albero più vecchio d’Europa con i suoi 1.236 anni d’età.

La fauna del Parco del Pollino

Il Parco del Pollino è tra le aree più importanti, quanto a biodiversità di tutto il Sud Italia.

Partendo dagli insetti, nel parco vive una delle specie di coleotteri più rare d’Europa, il Buprestis splendens, e il Rosalia alpina, coleottero azzurro cenere con macchie nere vellutate, tipico delle grandi faggete mature. Tra le farfalle spicca la Melanargia arge, mentre nelle zone arida alberga un raro ragnorosso e nero, la malmignatta, che appartenente al genere della vedova nera americana.

Tra i crostacei spiccano il Chirocephalus ruffoi e il gambero di fiume, mentre tra gli anfibi si annoverano il tritone crestato italiano, la salamandrina dagli occhiali, l’ululone dal ventre giallo e la raganella. Due le specie in pericolo della famiglia dei rettili che hanno trovato casa nel parco: la testuggine palustre, una piccola tartaruga carnivora e la testuggine comune. Infine, tra i serpenti, spiccano il cervone, il colubro leopardino e la vipera.

Passando all’avifauna, nel Parco del Pollino vivono la coturnice, il picchio nero, il picchio verde e il picchio rosso maggiore, oltre a tutte e cinque le specie italiane di allodola. Importante inoltre la presenza di rapaci diurni nidificanti, con 12 specie, tra le quali spiccano l’aquila reale, il nibbio reale e il falco pellegrino. Sul versante orientale sono presenti il falco lanario, il falcone, l’avvoltoio capovaccaio e il gufo reale tra le specie notturne.

I mammiferi che vivono nel Parco del Pollino sono quelli caratteristici delle aree appenniniche meridionali come lupo, gatto selvatico, martora, puzzola, lontra e tanti altri.

Un parco certificato

Il Parco Nazionale del Pollino è stato tra i primi, in Italia, ad aver ottenuto da Accredia le certificazioni Uni En Iso 9001 e Uni En Iso 14001, per la “conservazione, tutela e valorizzazione degli aspetti naturalistici, territoriali e culturali dell’area protetta attraverso l’esecuzione delle attività istituzionali, lo sviluppo e l’attuazione di progetti specifici di conservazione, tutela e valorizzazione, educazione e divulgazione ambientale”.

Il progetto #rigeneraboschi

Il Parco del Pollino fa parte del progetto #rigeneraboschi promosso da Sorgenia per accrescere la consapevolezza sul ruolo delle foreste nella lotta ai cambiamenti climatici e nella prevenzione di incendi e dissesti idrogeologici.

La presentazione, all’inizio di novembre, si è tenuta alla Catasta del Pollino di Morano Calabro e ha coinvolto circa 80 studenti degli istituti comprensivi Laino Borgo-Mormanno, in Calabria, e Castelluccio Inferiore-Castelluccio Superiore, in Basilicata.

Si tratta della quinta e ultima tappa nella roadmap della presentazione del progetto, dopo il primo evento che si è tenuto a Milano e a seguire quelle in Emilia-Romagna, Toscana e Puglia.