Galy, il cotone in laboratorio fa gola al mercato della moda
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
La startup fondata dall’imprenditore statunitense di origini brasiliane Luciano Bueno ottiene un finanziamento da 33 milioni di dollari per sviluppare l’idea. La ricerca sarà estesa anche ad altri prodotti a base di cellule vegetali
Nei suoi cinque anni di vita, dei quali i primi funestati dall’emergenza pandemia, la startup Galy, fondata a Boston nel 2019, ha già saputo suscitare l’interesse dei giganti della moda. Perché l’idea alla base del progetto imprenditoriale, quella di portare sul mercato un cotone coltivato in laboratorio, estremamente più sostenibile di quello tradizionale, è di quelle che possono far gola alla grande industria tessile, come dimostra l’interesse di alcuni dei giganti del settore, da H&M a Inditex. Tanto che nelle scorse settimane Galy ha raccolto un finanziamento di serie B da oltre 33 milioni di dollari per sviluppare la sua idea e sperimentare il suo metodo anche su altri materiali.
Di cosa parliamo?
La storia di Galy
Tecnicamente Galy si definisce come una società climate tech, che combatte i cambiamenti climatici tramite la tecnologia. La startup è nata da un’idea di Luciano Bueno, imprenditore brasiliano-statunitense, che ha lanciato la sfida di sviluppare nuovi prodotti per l’agricoltura cellulare. Il primo terreno su cui Galy ha deciso di misurarsi è quello del cotone, una coltivazione che oggi occupa il 2,5% della terra arabile totale del mondo ed è responsabile del consumo del 25% dei prodotti agrochimici mondiali.
La sfida della sostenibilità
Ma la sfida della sostenibilità riguarda soprattutto il fatto che per ottenere un chilogrammo di cotone tradizionale è necessario utilizzare approssimativamente 10mila litri di acqua. Per dare una risposta a tutti questi problemi di sostenibilità Galy è arrivata a sintetizzare il cotone in laboratorio e oggi è impegnata a migliorare i parametri di qualità del prodotto e a mettere le basi per aumentare la produzione.
Il round da 33 milioni di dollari
Per sviluppare la propria idea Galy ha deciso di rivolgersi al mercato, che ha prontamente dato una risposta positiva: la startup ha infatti chiuso recentemente un round di finanziamento che ha portato nelle sue casse più di 33 milioni di dollari. Tra i principali investitori il fondo Breakthrough Energy Ventures, ma anche i giganti del tessile e della moda, come il gruppo H&M e Inditex, la multinazionale spagnola a cui fanno capo i brand Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterqüe.
Il cotone in laboratorio
Oggi Galy è impegnata nel dare vita a una piattaforma di agricoltura cellulare che prende le mosse dal lavoro di ricerca e sviluppo fatto per arrivare all’attuale prodotto di punta della startup, il “Galy cotton”, che utilizza il 99% di acqua in meno e il 97% di terra in meno rispetto al cotone tradizionale, e la cui sostenibilità si misura anche dal fatto che per la sua produzione si emette in atmosfera il 77% di anidride carbonica in meno. In altre parole, “Galy Cotton” è stato messo a punto per replicare in tutto e per tutto la qualità e gli attributi del cotone tradizionale, ma puntando su una maggiore sostenibilità.
Resistere agli shock del climate change
“Siamo entusiasti di avere investitori che riconoscono il ruolo cruciale che la nostra tecnologia di adattamento al clima svolgerà nella nostra vita quotidiana – spiega Luciano Bueno, Ceo e fondatore di Galy, in occasione della chiusura del round di finanziamento – Il cambiamento climatico mette a nudo la fragilità delle filiere agricole. Purtroppo, non è una questione di ‘se’, ma di ‘quando’: presto il mondo si troverà ad affrontare una maggiore volatilità nell’agricoltura convenzionale, con le condizioni climatiche estreme che saranno sempre più diffuse. Quando arriverà quel momento, Galy metterà a disposizione gli strumenti perché la nostra economia possa resistere a questo genere di shock”.