Storie virtuose: clean-up con Kristian

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

L’iniziativa di Kristian El Dosoky, che in meno di un anno ha creato una community di migliaia di persone che si danno appuntamento online per raccogliere la spazzatura da parchi e aree urbane: “Vorrei arrivare in Egitto in bici, ripulendo i luoghi in cui passerò”

L’impegno di Kristian El Dosoky è nato come un’iniziativa personale e di protesta, un modo per evidenziare che soltanto grazie all’impegno e alla consapevolezza dei singoli si può creare la sensibilità per rispettare il Pianeta e assicurare un futuro sostenibile all’uomo. Ha iniziato dal piccolo, dai luoghi della sua vita di ogni giorno, postando le sue campagne di clean-up su una pagina aperta sui social, 10ksteps4future, e attraverso questo mezzo è riuscito a mobilitare migliaia di persone animate dai suoi stessi valori. “All’inizio l’obiettivo era quello di ripulire tutto ciò che trovavo sulla mia strada in una camminata da 10 mila passi – ci spiega Kristian – ma poi il nome è diventato simbolico: spesso dopo 4 mila passi mi capitava di aver già raccolto più di 20 sacchi di spazzatura, e di non poter più proseguire”.

Di cosa parliamo?

Kristian, ci racconti il tuo percorso?

Ho iniziato a documentarmi sull’impatto del cambiamento climatico fin dal 2009, ma per i primi dieci anni mi sono limitato a informarmi, senza fare nulla di concreto. È stato un percorso di riflessione sugli aspetti fondamentali della convivenza tra le persone e sul senso della vita. Poi sono andato in Egitto a trovare la famiglia di mio padre, dopo la sua morte, e quando ho visto le condizioni in cui si vive in quei luoghi, con distese di spazzatura ovunque, è scattata una molla. Mi sono detto che quando sarei tornato in Italia avrei cercato di fare concretamente qualcosa e che la prossima volta che mi avrebbero rivisto sarebbe stato il giorno in cui mi sarei presentato con altri europei per ripulire l’Egitto e poi tutta l’Africa. Oggi sono ospite di due istituti tecnici di Gorgonzola, dove mia madre è la custode, e ho iniziato proprio da lì, a ripulire volontariamente tutte le aree comuni della scuola durante il lockdown.

Vorrei essere quella persona che non ho visto sul mio percorso 30 anni fa

Qual è stato lo step successivo?

Poi ho iniziato ad allargare l’attività nelle zone limitrofe, e nella metropolitana. Ma fino a gennaio 2021 questa rimaneva semplicemente una mia iniziativa personale. Con l’apertura della pagina Instagram le cose sono cambiate, e sono iniziate ad arrivare le prime adesioni. Per una settimana ho ripulito dai rifiuti la fermata della metropolitana di Gorgonzola, parlando con le persone, e alla fine ho postato le foto di come era prima del mio intervento e come era diventata dopo. Lanciando un messaggio: “L’unico futuro in cui possiamo vivere tutti è quello in cui ognuno di noi inizia ad avere attenzione nei propri gesti”. Oggi abbiamo 1.350 follower su Instagram, approssimativamente lo stesso numero su Facebook, 27 mila su TikTok, un centinaio su YouTube, per un totale di circa 30mila persone.

 

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Come hai raggiunto gli altri partecipanti?

Il primo a scrivermi sui social è stato un ragazzo che mi ha detto che voleva partecipare. Gli ho dato appuntamento, e insieme abbiamo ripulito un parchetto frequentato da altri ragazzi che all’inizio guardavano con curiosità e commentavano. Alla fine mi sono messo a parlare con loro, ho spiegato le mie motivazioni, e si sono offerti – se fossi passato da lì il giorno dopo – di darmi una mano. Così è nato una sorta di passaparola, grazie al quale siamo stati in grado di ripulire ogni sabato le fermate della metropolitana della linea verde di Milano, per evidenziare la quantità di rifiuti che si genera nei luoghi affollati nel corso dei giorni lavorativi. Vorrei sottolineare che la risposta più corretta a questa emergenza non è mettere a disposizione cestini più grandi, ma cambiare il proprio stile di vita: portare a casa i propri rifiuti e avviarli correttamente alla raccolta differenziata. Poi devo ammettere che anche la tenacia e la costanza stanno aiutando molto a raggiungere ogni giorno persone nuove. Credo anche che il cielo stia facendo la sua parte, ma forse è meglio rimanere con i piedi per terra.

Che risultati sei riuscito a raggiungere?

In un anno si sono unite alle attività più di 400 persone, in base alle segnalazioni sui social chiamavamo le persone a mettersi in gioco e ad attivarsi. Solo per fare un esempio, lungo il naviglio della Martesana abbiamo rimosso più di duemila sacchi di spazzatura, che a occhio e croce sono 60 tonnellate di rifiuti. Inoltre, grazie alla collaborazione con Treeonfy, piattaforma digitale che permette di piantare alberi, rimuovere plastica dagli oceani e compensare le emissioni di CO2, siamo finora riusciti a piantare 290 alberi, e molti ancora vorremmo piantarne. Questo senza che se ne sia parlato più di tanto, perché i gruppi di giovani che si attivano spesso diventano scomodi. Le istituzioni dopo  il primo post mi hanno contattato e mi hanno voluto incontrare, ma quando sono andato parlavano di realizzare magliette, di operazioni di immagine. A noi però non interessa questo aspetto, ci interessa salvare il Pianeta. Detto questo, i Comuni in cui ci attiviamo ci forniscono i sacchi, e si occupano di raccogliere i sacchi dopo che abbiamo segnalato dove li lasciamo.

Non hai pensato di creare un’associazione?

Non ho esperienze nel mondo dell’associazionismo, e personalmente non ho nessun interesse a creare un’associazione: la mia è nata come una manifestazione di protesta, una scelta individuale di vita, un percorso che ho iniziato perché mi faceva bene e faceva bene all’ambiente. Ora la community è in espansione, tante persone mi scrivono e mi chiedono di fare rete. Sì, ci ho pensato, insieme ai ragazzi che ho conosciuto durante l’anno, ma non credo di essere la persona adatta, ripeto non ho esperienza in merito. Se vorranno loro dare vita all’associazione ne sarò onorato, e se c’è qualcuno disposto a darci una reale mano per tirarla può contattarci senza problemi. Ma per me l’obiettivo principale rimane quello di dare e aver dato un esempio.

Che programmi hai per il tuo futuro?

Mi piacerebbe iniziare a muovermi. La mia idea sarebbe quella di provare a vivere in bicicletta, viaggiare lungo i continenti, arrivare fino in Africa, in Egitto, e raccogliere lungo il cammino i rifiuti che incontrerò sulla mia strada, coinvolgendo le persone del luogo, organizzando ad esempio campagne di clean-up sulle spiagge. Ovviamente dove è possibile farlo, perché in diverse nazioni africane mancano proprio i servizi ambientali, ma l’importante è continuare a dare il giusto esempio e far capire anche alle persone locali che esistono persone disposte a tutto e a mollare tutto pur di salvare il Pianeta.