L’app che calcola l’impatto di quello che mangi sulla tua salute

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

L’app Yuka, nata nel 2017 in Francia, consente con un sistema a semaforo e con una scheda dettagliata di valutare l’impatto sulla salute dei prodotti sugli scaffali

L’idea di dare vita a Yuka è venuta nel 2017 a Benoit Martin, che l’ha costruita insieme al fratello Francois e all’amica Julie Chapon. Si tratta di un’applicazione che è in grado di rendere semplice per i consumatori la lettura dei codici a barre dei prodotti alimentari, classificandoli in base al loro impatto per la salute. Dal verde, di quelli più healty, al rosso di quelli potenzialmente più dannosi. Tutto questo semplicemente inquadrando i codici a barre che identificano i singoli prodotti con la fotocamera dello smartphone.

Di cosa parliamo?

Protagonisti delle proprie scelte

L’interesse era nato in Benoit nel momento in cui si era trovato a scegliere i prodotti per l’alimentazione dei propri figli, e non riusciva a selezionare con semplicità quelli migliori dal punto di vista della salute. Da qui l’idea di consentire ai consumatori di “riprendere il potere”, dando loro la possibilità di diventare consum-attori, protagonisti delle proprie scelte, basandosi su criteri oggettivi e non sui messaggi di marketing. E senza essere esperti nutrizionisti in grado di decifrare informazioni che difficilmente possono essere alla portata di tutti. Dopo il primo anno in cui sono stati presi in considerazione soltanto i prodotti alimentari, l’app ha esteso il suo raggio d’azione, nel 2018, anche ai cosmetici.

Milioni di prodotti e di utenti

Yuka non si limita però alle indicazioni in stile semaforo: mette a disposizione dei propri utenti anche schede dettagliate su singoli prodotti e – incrociando i dati immagazzinati nel proprio database, che conta oltre 1,5 milioni di prodotti, per il 70% alimentari e per il 30% cosmetici – è in grado di consigliare prodotti equivalenti ma più salutari rispetto a quelli volta per volta scannerizzati. Questo grazie al contributo degli utenti ma anche all’impegno per la trasparenza di diverse aziende, che nel tempo hanno aperto le loro porte alla collaborazione con l’app. A certificare la bontà dell’idea dei tre co-founder c’è il fatto che fino a oggi Yuka abbia totalizzato quasi 30 milioni di utenti in 12 Paesi: tre milioni sono quelli che risiedono in Italia, terzo paese per numero di utenti dopo Francia e Spagna. Tra le iniziative più recenti c’è la pubblicazione del libro “La guida all’alimentazione sana“, scritto dalla cofondatrice di Yuka, Julie Chapon, che è stato lanciato il mese scorso.

 

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Come Yuka ha influenzato anche i comportamenti delle aziende

L’obiettivo finale non è soltanto quello di rendere più consapevoli i consumatori: le loro scelte, infatti, possono contribuire a influenzare i comportamenti delle aziende che producono alimenti, inducendole a scegliere ingredienti sempre più salutari, come è avvenuto in diversi casi con l’eliminazione – ad esempio – di additivi controversi. In una ricerca commissionata nel 2019 Yuka ha cercato di costruire un quadro di come la propria presenza abbia contribuito a modificare le abitudini dei consumatori e le scelte delle aziende. Ne è emerso che il 92% degli utenti non acquisti i prodotti caratterizzati dal bollino rosso, e di come l’84% abbia preso l’abitudine di acquistare materie prime piuttosto che lavorati, mentre il 78% abbia preso ad acquistare più prodotti biologici. Dal punto di vista delle imprese, alcune tra le più grandi, hanno modificato la composizione dei propri prodotti grazie alle indicazioni fornite da Yuka.

Un’azienda “interamente neutrale e indipendente”

Tre i principi su cui si basa la valutazione di Yuka, che l’azienda presenta come “interamente neutrale e indipendente” (anche per questo l’app non accetta pubblicità): la qualità nutrizionale (che conta per il 60% sul risultato finale), la presenza di additivi (che pesa per il 30%) e la dimensione biologica per il restante 10%. Quanto alla selezione dei prodotti alternativi, a farla è un algoritmo che si basa a sua volta su tre criteri: la categoria del prodotto, la sua valutazione e la sua disponibilità, per riuscire a consigliare quelli più facilmente reperibili sul mercato. Infine le modalità di finanziamento grazie alle quali l’app si sostenta mantenendo la propria indipendenza sono: gli introiti della versione premium, che permette di accedere a funzioni in più rispetto alla versione base, il ricavato delle vendite del libro “La guida all’alimentazione sana”, che contiene tutte le fondamenta della nutrizione per rendere l’alimentazione sana accessibile a tutti, e quanto viene raccolto con la vendita di un calendario della frutta e verdura di stagione, che al momento è disponibile solo in Francia ma che arriverà in Italia alla fine del 2022.