Ambiente

Viaggiatori in fuga dal climate change: il turismo cambia con la crisi ambientale

Scritto da 11 Luglio 2025 • 1 min di lettura
Ettore Benigni

Giornalista specializzato in economia circolare

Nonostante le previsioni da boom per le partenze dell’estate 2025, cresce l’influenza del cambiamento climatico sulla scelta delle destinazioni e si rafforza la tendenza alla destagionalizzazione, soprattutto in Italia e nei Paesi del Mediterraneo. I dati del report “Holyday Barometer” annuale di Europ Assistance con Ipsos

Quella del 2025 sarà un’estate da record per il turismo: tra giugno e settembre, infatti, quasi otto cittadini europei su dieci e più di sette americani su dieci hanno programmato un viaggio. Questa scelta, però, porta con sé una consapevolezza sempre più accentuata dei rischi che si corrono a causa delle tensioni geopolitiche e dei cambiamenti climatici, tutti fattori che stanno iniziando a influenzare in modo decisivo le scelte delle destinazioni dei turisti.

A tracciare il quadro per l’estate appena iniziata è il 2025 Holiday Barometer realizzato da Europ Assistance in collaborazione con Ipsos, che ha interpellato un campione di più di 23mila persone in 23 Paesi su scala globale.

INDICE DEI CONTENUTI

Cambiamento climatico: dai proclami ai comportamenti

Uno dei dati più significativi del Barometro riguarda il rapporto tra turismo e ambiente. Se da un lato l’impatto ambientale resta in fondo alla lista delle priorità dichiarate (solo il 18% degli europei lo considera un fattore essenziale), dall’altro emerge un cambiamento silenzioso ma concreto: la paura dei disastri naturali ha raddoppiato la sua incidenza nelle scelte di viaggio in soli due anni.

In Europa, il 40% dei viaggiatori si dichiara preoccupato dal rischio di eventi climatici estremi. Un indicatore che traduce l’astrazione del climate change in un rischio percepito, tangibile, legato alla propria sicurezza. Non è un caso che questa paura abbia superato la generica attenzione all’“impronta ecologica”, segnalando un passaggio dalla consapevolezza teorica all’impatto pratico sul comportamento turistico.

Di pari passo va, in senso più ampio, l’attenzione alla sicurezza personale, che è diventata un criterio prioritario nella scelta delle mete. In Europa, oltre il 57% dei viaggiatori considera “essenziale” evitare aree a rischio conflitto, un dato triplicato rispetto al 2023. Questo trend è ancor più marcato nei Paesi del Mediterraneo come l’Italia, dove l’attenzione alla stabilità politica delle destinazioni è cresciuta sensibilmente.

L’Italia tra le mete più desiderate (e vulnerabili)

L’Italia, secondo i dati dell’Holiday Barometer, si conferma tra le destinazioni più amate dai viaggiatori europei e nordamericani, seconda solo alla Spagna e alla Francia. Ma la sua attrattività si accompagna a un’esposizione crescente a fattori di vulnerabilità ambientale. Le mete costiere, preferite dal 63% dei turisti europei, sono infatti sempre più soggette a stress da sovraffollamento, carenza idrica e ondate di calore prolungate.

In parallelo, l’Italia è tra i Paesi in cui cresce di più la propensione al viaggio internazionale: il 36% degli italiani dichiara di voler andare all’estero, con un balzo di 7 punti rispetto al 2024. Un dato che segnala sia la voglia di esplorare nuovi orizzonti, sia una possibile reazione ai disagi locali legati alla gestione turistica nei mesi di picco.

Destagionalizzazione: una risposta (in parte) sostenibile

Un altro trend rilevante è la progressiva destagionalizzazione dei viaggi, soprattutto tra i più giovani e tra i cosiddetti “culture explorers”, viaggiatori orientati all’esperienza e alla scoperta. Questo gruppo, più attento alla sostenibilità e più flessibile nei tempi, tende a evitare i mesi di alta stagione come luglio e agosto, preferendo periodi meno affollati.

Anche a livello geografico, il Barometro rileva una distribuzione più uniforme del turismo durante l’anno in regioni come il Nord Asia e l’Oceania. Meno accentuata in Europa, ma in crescita grazie anche alla diffusione dello smart working e alla maggiore disponibilità di soluzioni digitali per pianificare viaggi fuori stagione.

Turismo e sostenibilità: tra intenzioni e realtà

Il report segnala una dissonanza tra i buoni propositi dei viaggiatori e le loro scelte concrete. Sebbene l’83% dichiari di voler sostenere le economie locali e l’80% di evitare attività dannose per l’ambiente, i mezzi di trasporto scelti raccontano un’altra storia: il 50% degli europei viaggia in aereo, segnando il dato più alto degli ultimi quattro anni.

Inoltre, solo il 10% indica la sostenibilità ambientale come criterio decisivo nella scelta del mezzo di trasporto. A dominare sono ancora la comodità (57%) e il prezzo (28%), anche a discapito dell’impatto ecologico.

L’urgenza di politiche pubbliche più incisive

Il quadro che emerge dal Barometro 2025 è complesso: il desiderio di evasione convive con una crescente consapevolezza dei rischi ambientali, ma senza ancora produrre un cambiamento strutturale nei comportamenti. In Italia e nei Paesi mediterranei, chiamati ad accogliere flussi turistici crescenti, questo scenario impone una riflessione urgente su strategie di adattamento climatico, gestione dei flussi e promozione di un turismo più responsabile.

Investire in infrastrutture resilienti, favorire la mobilità sostenibile e incentivare viaggi fuori stagione sono solo alcune delle leve a disposizione, secondo l’analisi dell’Holiday Barometer, per governare un fenomeno che rischia di arrivare a essere fuori controllo.