Secondo i dati diffusi e analizzati dal WWF l’emergenza che ha colpito il continente nell’estate che sta per finire impone un cambiamento nelle politiche di protezione e gestione dei territori, puntando sulla prevenzione. Soltanto in Italia in fumo 77mila ettari
Il WWF lancia un grido d’allarme: il 2025 è stato l’anno peggiore per gli incendi boschivi degli ultimi venti in Europa, con oltre un milione di ettari andati in fumo, una superficie mai così vasta dal 2005. Facendo il punto sui mesi più caldi della stagione che si avvia a conclusione il World Wide Fund for Nature sottolinea la necessità assoluta di abbandonare la logica emergenziale per passare a un modello di prevenzione sistemica, sottolineando come sia ormai evidente che le strategie adottate finora si siano dimostrate insufficienti di fronte a fenomeni sempre più estremi.
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Un’estate da record per i roghi
L’estate del 2025, sottolinea il WWF, verrà ricordata come la peggiore degli ultimi vent’anni per l’Europa, con una superficie colpita quattro volte superiore a quella del 2024. Spagna, Portogallo, Grecia, Italia e Balcani sono stati travolti da roghi senza precedenti, con la Spagna che ha registrato la peggiore stagione degli ultimi trent’anni per effetto delle ondate di calore, che hanno raggiunto picchi di intensità tra i più alti che siano mai stati rilevati nel Paese. Portogallo e Cipro, in rapporto alle dimensioni, sono stati i Paesi più colpiti con il 3% e il 2,3% del territorio devastato dalle fiamme.
Il caso Italia: numeri e criticità
L’Italia detiene il primato negativo, in Europa, dei grandi incendi: nel 2025 sono stati 532 i roghi superiori ai 30 ettari, per una media di circa due ogni giorno. In totale sono bruciati 77 mila ettari, con oltre la metà dei roghi di origine dolosa e una preoccupante tendenza al moltiplicarsi dei “mega-incendi”, quelli più vasti e difficili da domare, che mettono a dura prova la capacità di risposta delle istituzioni e delle comunità.
Il ruolo del cambiamento climatico
Il cambiamento climatico sta modificando nettamente il volto degli incendi boschivi in Europa. Secondo lo studio World Weather Attribution, citato dal WWF, le condizioni meteorologiche più favorevoli agli incendi risultano fino a 40 volte più probabili e il 30% più intense rispetto al passato. L’effetto combinato di siccità, prolungate ondate di calore, abbandono delle aree rurali e l’accumulo di vegetazione combustile tra le aree urbane e quelle rurali rende i territori europei sempre più esposti a rischi elevatissimi, con il rischio di conseguenze negative su salute, biodiversità, sicurezza, oltre che sui sistemi economici.
Il ruolo della prevenzione
Al rischio degli incendi non si può soltanto reagire. La reazione, da sola, è anzi una contromisura del tutto insufficiente. Per questo il WWF punta con decisione sulla prevenzione, a cui però i governi europei destinano mediamente soltanto lo 0,5% dei loro bilanci nazionali. Secondo l’organizzazione internazionale sarebbe a questo punto urgente invertire la rotta, aumentando gli investimenti e promuovendo un approccio integrato alla gestione del territorio, per rendere paesaggi e comunità più resilienti agli shock climatico-ambientali.
Soluzioni integrate e comunità protagoniste
Secondo le raccomandazioni elaborate dal WWF insieme a altre organizzazioni, tra le priorità emergono il rafforzamento degli habitat naturali come fasce tagliafuoco, la gestione forestale vicina alla natura, il ripopolamento delle specie che riducono la biomassa combustibile e la promozione di pratiche agro-pastorali sostenibili.
Tuttavia, sottolinea ancora il WWF, la sfida non può prescindere dal coinvolgimento attivo delle comunità locali. Proprio su questo vengono citati progetti pilota, come il progetto OFF in Lombardia, che sarà replicato in nuove regioni e che dimostra come la prevenzione sia ormai realmente efficace soltanto se diventa patrimonio condiviso del territorio.
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