WHATaECO, l’e-commerce sostenibile Made in Modena
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
Benedetta Spattini, cofounder della piattaforma di e-commerce green insieme a Caterina Lotti: “Proponiamo ogni genere di prodotti, ma tutti in chiave etica e sostenibile. Siamo una realtà al 100% digitale e siamo una startup carbon neutral”
La start up WHATaECO nasce da un’idea di Benedetta Spattini e Caterina Lotti con l’obiettivo di voler creare una piattaforma di e-commerce aperta a tutte le categorie di prodotti, sulla base del colosso Amazon ma in chiave etica e sostenibile. Una piattaforma che potesse dare il giusto rilievo anche alla componente sociale e dare la giusta considerazione alla filiera produttiva. A raccontare in questa intervista da dove nasce e cos’è WHATaECO è Benedetta, cofounder della startup insieme a Caterina.
Di cosa parliamo?
- Benedetta, come è nata WHATaECO?
- Siete partite poco prima che si scatenasse l’emergenza Covid-19. È stato un vantaggio o uno svantaggio?
- Come ha reagito il mercato a questa vostra iniziativa?
- Quali sono i prodotti che vendono di più sulla vostra piattaforma?
- Come fate per accertarvi che le aziende che vendono su WHATaECO siano davvero sostenibili?
- Quanto contano le tecnologie digitali nella vostra storia di impresa?
- WhatsAeco è partner del programma Greeners di Sorgenia. Qual è il vostro impegno “green” nella gestione dell’azienda?
- Che progetti avete per il futuro?
Benedetta, come è nata WHATaECO?
Con Caterina abbiamo studiato insieme all’università di Modena. Dopo la laurea lei si è specializzata in diritto dell’ambiente, io ho fatto alcune esperienze all’estero in Ucraina, Azerbaijan e Spagna, e poi tornata in Italia ho aperto il mio primo business di affitti brevi. L’ho impostato in maniera abbastanza automatica, e questo mi ha lasciato il tempo per pensare ad altre iniziative. Così ho fatto indagini di mercato con l’obiettivo di aprire una bottega di prodotti ecosostenibili su Modena: quando ho illustrato il progetto a Caterina ho scoperto che anche lei aveva un’idea simile, e abbiamo iniziato a ragionarci, individuando la formula della piattaforma di e-commerce per ampliare il bacino d’utenza.
Siete partite poco prima che si scatenasse l’emergenza Covid-19. È stato un vantaggio o uno svantaggio?
Probabilmente oggi ne beneficiamo, perché in questo momento ci sono più persone che acquistano online rispetto al periodo pre-pandemia, anche perché il mercato italiano era meno sviluppato rispetto ad altri Paesi. Ma abbiamo pagato, soprattutto all’inizio, anche lo scotto di essere un brand nuovo che si rivolgeva a una nicchia di consumatori. Abbiamo dovuto un po’ sgomitare per farci conoscere e trasmettere fiducia ai nostri potenziali clienti, soprattutto in un momento in cui non avevamo ancora un catalogo sviluppato come quello di oggi.
Come ha reagito il mercato a questa vostra iniziativa?
Prima del lancio avevamo già 50 contratti conclusi con brand italiani e stranieri: tanti di loro sono ancora con noi e continuano a rinnovare gli accordi. Oggi i numeri ci sono e la soddisfazione cresce. Se nei primi mesi il nostro impegno principale era quello di fare scouting, di individuare noi le aziende che avrebbero potuto fare al caso nostro, oggi facciamo più selezione e negoziazione. Che il mercato reagisca bene è evidente anche dal fatto che anche i colossi del fashion e dell’alimentare ormai creano collezioni sostenibili. L’unico grande rischio è quello del greenwashing e del capitalismo verde. Noi dal canto nostro puntiamo sull’educazione dei clienti, lanciando il messaggio che attraverso la nostra piattaforma è possibile consumare meglio e consumare meno.
Quali sono i prodotti che vendono di più sulla vostra piattaforma?
Oggi il nostro target è principalmente femminile, l’ecosostenibilità sembra essere donna. Siamo particolarmente forti sui cosmetici, sugli shampoo solidi e gli shampoo concentrati, sulle creme, sui prodotti per le mestruazioni sostenibili. E ultimamente anche gli alimenti e le bevande, che abbiamo introdotto da fine 2021, stanno destando interesse: farine, dolci, pasta, riso, sughi, cereali e legumi, soltanto per fare qualche esempio.
Come fate per accertarvi che le aziende che vendono su WHATaECO siano davvero sostenibili?
Abbiamo in questi anni sviluppato un questionario che era partito in maniera rudimentale e che abbiamo perfezionato strada facendo. Considera tanti aspetti di un brand, dalle tecniche di produzione all’impatto sociale, fino alla trasparenza. Con i piccoli artigiani è più semplice controllare, con le aziende più grandi entrano in gioco le certificazioni e la trasparenza della persona che negozia con noi. E infine oltre al questionario, che è basato su linee guida strette, con l’accordo di fornitura viene firmato anche un codice etico. Il principio di base è quello di proporre prodotti che abbiano sull’ambiente il minimo impatto possibile, che non siano testati su animali e che siano frutto di una filiera etica. Sul cibo scegliamo prodotti vegetali, biologici, o biodinamici.
Quanto contano le tecnologie digitali nella vostra storia di impresa?
WHATaECO nasce come realtà al 100% digitale: viviamo on cloud, siamo estremamente scalabili e leggeri, lavoriamo in dropshipping, gestiamo un inventario che è esclusivamente online. In questo modo non abbiamo rischi di invenduto o i costi di gestione di un magazzino, questo anche in un’ottica strategica e di sostenibilità. Abbiamo deciso che non c’era bisogno di nuovi magazzini, ma di una piattaforma che si proponesse come punto di riferimento per consumatori consapevoli. E per poter sviluppare le idee di innovazione ci siamo candidate al bando Impresa donna.
WHATaECO è partner del programma Greeners di Sorgenia. Qual è il vostro impegno “green” nella gestione dell’azienda?
La partnership con il programma fedeltà di Sorgenia per noi è molto importante, prima di tutto perché ne condividiamo i principi, e poi perché le partnership sono fondamentali per crescere nella nostra nicchia. Passando alle scelte, da sempre i nostri server sono alimentati al 100% da energia pulita. Scegliamo packaging senza plastica e riutilizzabile, siamo partner dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E siamo una startup carbon neutral: grazie a un nostro partner abbiamo fatto un calcolo delle nostre emissioni e con l’ente di certificazione Ver abbiamo completamente compensato il triennio futuro fino al 2024.
Che progetti avete per il futuro?
Pensiamo ad ampliare le categorie e le sottocategorie dove c’è spazio per proporre nuovi prodotti. Ad esempio ci piacerebbe rafforzarci nel giardinaggio, che per noi è molto in target. Lavoriamo al nuovo sito per spingere sull’automazione di processi di data entry, accelerando così il processo di crescita del catalogo, ad esempio nel food e nell’abbigliamento. Stiamo perfezionando con una startup che si occupa di intelligenza artificiale, Pengo Idee OnLife, una chatbot che propone agli utenti un quiz per individuare lo shampoo ideale per i loro capelli.
“WHATaECO” fa parte dei premi del catalogo dedicato ai Greeners, il programma fedeltà pensato per premiare i clienti Sorgenia.