Violenza psicologica, il 10% della popolazione femminile ne è vittima

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

A essere più colpite sono le persone più vulnerabili. E il gaslighting è un’emergenza sempre più diffusaSecondo i dati del Cnr due milioni e mezzo di donne subiscono atti di controllo da parte di persone vicine, denigrazione e umiliazioni.

Una delle caratteristiche principali della violenza psicologia è che per le vittime è più difficile da riconoscere rispetto alla violenza fisica o sessuale: la conseguenza è che risulta più complicato denunciare gli abusi che si subiscono, o mettere in atto contromisure per proteggersi.

A essere presi di mira da questa forma di violenza sono principalmente i soggetti più deboli o in situazione di difficoltà: parliamo dei minori di entrambi i sessi, delle persone con disabilità, delle donne e degli anziani. In generale, però, nessuno può dirsi al riparo dagli abusi emotivi, anche se questi si verificano maggiormente dove sono presenti squilibri di potere o di natura socioeconomica e culturale, o ancora problemi di salute mentale o disabilità.

Di cosa parliamo?

Nessuno è al riparo dalla violenza psicologica

A indagare sul fenomeno della violenza psicologia è stata recentemente la Onlus Terres Des Hommes, che ha raccolto dati su questo fenomeno evidenziando come riguardi ogni fascia d’età, a partire dai bambini. Su scala globale ad aver subito abusi emotivi sono più di un piccolo su tre, per l’esattezza il 36,3%, mentre focalizzando l’attenzione sull’Italia la percentuale – anche se più bassa – rimane estremamente preoccupante: tra i piccoli presi in carico dai servizi sociali nel nostro Paese, secondo una ricerca condotta da Terres Des Hommes negli anni scorsi, il 14,1% aveva subito maltrattamenti psicologici.

La violenza psicologica contro le donne

Focalizzando l’attenzione sulle donne, i dati provengono in questo caso da una ricerca del Cnr, ed evidenziamo come in Italia il 10,1% della popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni sia stato vittima di violenze psicologiche. Parliamo complessivamente di 2,5 milioni di persone che subiscono “atti di controllo da parte di persone vicine, denigrazione e umiliazioni”. Un numero che sale a 12 milioni di donne se si considerano quelle che hanno subito almeno una volta questo genere di abuso almeno una volta nella vita.

Le relazioni tra giovani e adolescenti

Un altro dato significativo è quello che riguarda le relazioni di coppia tra giovani e adolescenti: per dare un’idea di come la violenza psicologica si sviluppi in questo genere di rapporti può bastare ciò che emerge da uno studio del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, secondo cui il 65% degli adolescenti riferisce di aver subito abusi psicologici nella relazione con il partner. A confermare questo trend ci sono i dati dell’Osservatorio indifesa di Terres Des Hommes con OneDay e ScuolaZoo, secondo i quali più di sette ragazzi su dieci tra i 14 e i 26 anni, in Italia, affermano di essere stati vittime di violenze psicologiche o verbali nei loro rapporti di coppia.

Le conseguenze della violenza psicologica

Subire abusi psicologici porta a conseguenze gravi, paragonabili a quelle che derivano dalla violenza fisica o sessuale. Per i bambini possono tradursi in disturbi del sonno e dell’alimentazione, bassa autostima, scarso sviluppo dell’intelligenza emotiva con incapacità di comprendere le emozioni altrui e gestire le proprie emozioni. A questo possono aggiungersi la mancanza di fiducia negli altri, le difficoltà relazionali e dell’apprendimento, il ritardo nello sviluppo, o comportamenti impulsivi e di autolesionismo.

Le conseguenze per le donne

Quando a essere vittime di violenza psicologica sono le donne, questi abusi portano generalmente a uno stato di malessere generalizzato, con livelli elevati di paura e stress che possono sfociare anche in difficoltà del sonno. Le vittime, in generale, tendono a isolarsi per la scarsa fiducia in sé stesse, in conseguenza delle critiche e umiliazioni ricevute dall’aggressore.

“Un’altra tendenza – spiega Terres Des Hommes – è l’adattarsi alle aspettative degli altri, mettendo da parte le preferenze personali e a rinunciare a esprimere i propri desideri”.

Alcuni esempi di violenza psicologica

Tra le forme più frequenti di violenza psicologica si annoverano offese, accuse, atti denigratori, minacce, insulti, umiliazioni, svalutazioni, isolamento sociale, limitazione della libertà, controllo, proibizioni di frequentare amici e parenti, esclusione dalle decisioni importanti che riguardano la famiglia o la coppia, mancata assistenza in caso di malattia o bisogno.

Non si tratta mai di un episodio singolo, ma gli abusi hanno un carattere ricorsivo, spesso in un crescendo di intensità e gravità, alternati a fasi di calma e rappacificazione. Nel caso delle donne, andiamo dagli insulti personali diretti (“sei brutta”, “sei stupida”, “non capisci niente”), alle svalutazioni legate ai ruoli sociali (“non vali niente come moglie/compagna/madre/ lavoratrice”), o ai risultati conseguiti (nello studio o nel lavoro).

A questo si aggiungono, secondo la definizione pubblicata sul proprio sito web da Save The Children Italia, le ridicolizzazioni in pubblico, le forme di controllo generalizzato, come ad esempio il monitoraggio degli spostamenti, delle relazioni, o delle comunicazioni con gli altri, ma anche le accuse e attribuzioni di colpe che tendono ad “assolvere” l’autore degli abusi: “è colpa tua se faccio così”, “se tu fossi diversa questo non accadrebbe”. Infine, le minacce di ripercussioni dirette verso la vittima, i figli, o la famiglia gli amici e i colleghi nel caso in cui si rifiutasse la sottomissione.

L’emergenza gaslighting

Il gaslighting è una vera e propria forma di manipolazione psicologica, con l’abusante che, spiega ancora Save The Children, “presenta alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare di sé stessa, della sua stessa memoria e percezione, della sua capacità di analisi e valutazione della realtà fino a farla sentire disorientata, inadeguata, o addirittura sospettosa di star sviluppando un disturbo psichico”.

Parliamo ad esempio della negazione che alcuni episodi siano mai avvenuti – e tra questi gli stessi casi di maltrattamento – o l’invenzione di situazioni fino ad arrivare a vere e proprie messe in scena, con l’obiettivo di disorientare e far perdere ogni sicurezza alla vittima.

Cosa fare se si subiscono violenze psicologiche

A tutela di chi è vittima di violenze psicologiche è bene sottolineare che alcune fattispecie si configurano per la legge italiana come veri e propri reati. Parliamo ad esempio di maltrattamenti familiari, lezioni personali, minacce, atti persecutori (o stalking) e violenze private. Per le vittime, quindi, è fondamentale che siano messe nelle condizioni di essere consapevoli degli abusi che subiscono e di denunciarli, magari chiedendo aiuto a un amico, un parente, una persona di fiducia o anche un centro antiviolenza. Allo stesso modo, può essere importante consultarsi con uno psicoterapeuta.