Ricavare acqua dalla nebbia: la sfida di FogCollector

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

La tecnologia cloudfisher, a disposizione di organizzazioni non governative, istituzioni e aziende punta a ricavare acqua per le zone dove è più scarsa, nel modo più sostenibile

Trasformare la nebbia in acqua, da mettere a disposizione delle aree del pianeta dove è più scarsa, con un metodo che mette in primo piano la sostenibilità. A consentirlo è la tecnologia di FogCollector, già conosciuta come cloudfisher: una serie di reti verticali in grado di trasformare l’umidità della nebbia in acqua potabile e utilizzabile per l’agricoltura. Lo sviluppo del progetto ha subito negli ultimi anni una battuta d’arresto a causa della pandemia, con i lockdown che si sono succeduti dal 2020, che hanno impedito di proseguire con le installazioni secondo le tabelle di marcia. Per questo, e per rimettersi in pari nelle aree in cui il progetto ha già iniziato il proprio sviluppo, per il 2022 la società non potrà accettare nuove commesse, come annuncia il CEO di Aqualonis GmbH, Peter Trautwein, con un pop-up sul sito dell’azienda, mentre proseguirà nelle proprie attività di ricerca per migliorare la tecnologia.

Di cosa parliamo?

Un progetto utile e sostenibile

Il progetto è stato sviluppato dalla Fondazione per l’acqua tedesca, ed è stato lanciato all’evento annuale dell’organizzazione nel 2015, dopo i test effettuati per 18 mesi sul monte Boutmezguida in Morocco. Le prime installazioni sono già state realizzate proprio in Marocco, Tanzania, Bolivia, Kenya e California: si tratta di reti verticali semplici da installare e che non richiedono manutenzione, carbon neutral perché non hanno bisogno di alimentazione e realizzate in materiali che non comportano rischi per la potabilità dell’acqua, che è di alta qualità e può essere utilizzata anche per l’agricoltura e la silvicoltura. I FogCollector, inoltre, non vengono venduti ai privati ma esclusivamente messi a disposizione di organizzazioni non governative, società pubbliche e corporation. Tra le caratteristiche delle installazioni c’è il fatto che le reti sono in grado di resistere a venti fino a 120 chilometri orari, e che contano su maglie in 3D che sono in grado di trattenere più acqua possibile.

Come funziona FogCollector?

Il vento trasporta verso le reti verticali la nebbia, e le goccioline vengono raccolte dalle maglie 3D per poi essere convogliate in un contenitore attraverso il quale l’acqua viene alla fine portata in un serbatoio. Soltanto per fare un esempio, in Marocco vengono raccolti in media 22 litri di acqua per ogni metro quadrato di superficie installata per ogni giorno di nebbia. Questo si traduce – per ogni giorno di nebbia – in 528 litri d’acqua per ogni FogCollector installato, dal momento che la superficie di ognuno è pari circa a 24 metri quadrati. A questo c’è da aggiungere che lo stesso principio vale anche per raccogliere la pioggia.

Dove si possono istallare i FogCollector

I FogCollector non possono essere installati ovunque. Ogni installazione inizia infatti con un approfondito studio di fattibilità, attraverso il quale si riesce a stabilire se le condizioni siano propizie per ricavare acqua dalla nebbia. In presenza di un’area dove la nebbia è frequente, inizia la raccolta dei dati meteorologici sulla velocità e la direzione dei venti, l’umidità relativa e la temperatura, le precipitazioni e la quantità di acqua accumulata. L’integrazione e lo studio di queste informazioni servirà per decidere se il posto è appropriato per l’installazione di un grande sistema per la produzione di acqua dalla nebbia.

La sfida più importante

Tra le sfide più importanti c’è la ricerca del sito più adatto per l’installazione, che avviene con un’installazione di prova di diversi FogCollector di piccole dimensioni, ognuno pari a un metro quadrato di superficie, per capire quanta acqua sia possibile raccogliere e in quali periodi dell’anno. Se la raccolta supera i sei litri, allora è possibile iniziare a progettare un impianto di grandi dimensioni. Al centro dello studio di fattibilità c’è la nebbia: molto comune nelle aree costiere e di montagna, che andrà combinata con la presenza di venti persistenti e di un alto livello di umidità.