Il fabbisogno nell’anno appena trascorso si è attestato sui 316,8 TWh. Le fonti rinnovabili rappresentano il 31% della domanda, con il fotovoltaico che ha registrato un aumento dell’11,8%
Il fabbisogno di energia elettrica in Italia è sceso dell’1% nel 2022 rispetto al 2021, attestandosi a quota 316,8 miliardi di kWh. A pubblicare i dati è Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, che evidenzia come le rinnovabili abbiano coperto una quota del 31% della domanda complessiva, pagando una flessione nella produzione idroelettrica.
In calo anche i consumi industriali, monitorati dall’indice Imcei: la diminuzione rispetto al 2021 è stata in questo caso del 5,4%.
Terna ha promosso, insieme al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, la campagna “Noi Siamo Energia”, con lo scopo si sensibilizzare gli utenti a un utilizzo consapevole e virtuoso dell’elettricità. Al centro dell’iniziativa una serie di comportamenti “virtuosi” per contenere costi e consumi, a vantaggio della sostenibilità del risparmio economico e di una maggiore efficienza energetica. L’app messa a punto da Terna è stata arricchita con la funzione “Ecologio”: aiuta a individuare la fascia oraria di picco giornaliera in cui è preferibile consumare meno energia.
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Le cause della flessione
Tra i motivi che hanno causato una chiusura dell’anno con il segno meno sul versante della domanda c’è innanzitutto il fatto – sottolinea Terna – che il 2022 si è caratterizzato come un anno “a due velocità”, con un andamento in positivo nella prima metà e una curva in discesa da agosto a dicembre. A causare questa inversione di tendenza hanno concorso le misure di contenimento dei consumi elettrici attuate dai cittadini e dalle imprese su indicazione del Governo – spiega ancora Terna – il caro prezzi che ha caratterizzato i mercati dell’energia e le temperature piuttosto miti registrate nei mesi autunnali e invernali.
L’analisi della produzione
A provocare la contrazione della produzione di energia idroelettrica, che ha registrato nel 2022 un -37%, ha contribuito secondo Terna il lungo periodo di siccità del periodo estivo. Il calo è stato però parzialmente compensato “dall’aumento della generazione termoelettrica (+6,1%) e in particolare dall’incremento di quella a carbone a seguito delle azioni messe in atto dal Governo per fronteggiare la crisi gas”, sottolinea Terna. Invariato nel complesso il saldo con l’estero rispetto al 2021, a fronte di una forte variabilità nel corso dell’anno per la volatilità dei prezzi sui mercati dell’energia.
I dati sui consumi nel 2022
Nel corso dell’anno appena trascorso la domanda di elettricità in Italia è stata pari -come dicevamo – a 316,8 miliardi di kWh. La diminuzione più marcata dei consumi si è registrata al nord, con un -1,5%, mitigata da una flessione più contenuta al centro (-0,3%) e al sud e nelle isole (-0,2%). La produzione nazionale di energia ha contribuito per l’86,4% al soddisfacimento del fabbisogno nazionale, mentre il 13,6% rimanente si riferisce alla quota di energia scambiata con l’estero.
Nello specifico, la produzione nazionale di energia elettrica ha registrato un -1,3%, per complessivi 276,4 miliardi di kWh. A registrare un andamento in crescita sono stati il fotovoltaico con un +11,8% e il termoelettrico (+6,1%), mentre il segno meno ha caratterizzato l’idroelettrico (-37,7%), l’eolico (-1,8%) e il geotermico (-1,6%).
 
    
Il confronto con l’Europa
Secondo l’European Elecrticity Review 2022 pubblicata a fine gennaio dal think tank energetico Ember tra i principali elementi di novità del mercato energetico europeo c’è la forte crescita delle energie rinnovabili: pur se in uno scenario in cui è aumentata l’energia prodotta dal carbone (+1,5%), nel 2022 la generazione di energia solare ha registrato un aumento record di 39 TWh (+24%), contribuendo a evitare 10 miliardi di euro di costi del gas. Il dato è dovuto alle installazioni record di 41 GW nel 2022, il 47% in più di quelle aggiunte nel 2021. Venti Paesi dell’UE hanno raggiunto la quota più alta mai raggiunta di elettricità solare.
Nel 2022, secondo i dati Ember, la produzione combinata di eolico e solare ha generato un quinto dell’elettricità dell’UE (22%), superando per la prima volta il gas fossile (20%) e rimanendo al di sopra dell’energia da carbone (16%). Anche se a frenare la strategia dell’abbandono dei combustibili fossili sono intervenute una serie di variabili che non erano state previste, a partire dalla crisi energetica.
Quanto alle previsioni per il 2023, secondo Ember la produzione di energia idroelettrica è destinata a riprendere, così come quella del nucleare francese, mentre la diffusione dell’energia eolica e solare accelererà e la domanda di elettricità continuerà probabilmente a diminuire. L’Europa sarà così protagonista di una importante diminuzione dei combustibili fossili, che potrebbe arrivare al -20%, arrivando a raddoppiare il record registrato nel 2020.
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