Dalle ceneri dei boschi della Val Susa nasce un bosco resiliente

Scritto da La Redazione di Sorgenia

Il Progetto Pre-Feu della Regione Piemonte vuole proteggere, valorizzare e rilanciare le filiere del legno della Val Susa

Era la metà di ottobre del 2017 e Torino da giorni era oppressa da una fitta coltre di smog. A dare fiato agli abitanti della città ci pensò il Foehn, il vento caldo e secco delle regioni alpine. Un sollievo per alcuni ma l’inizio del dramma per altri. Il vento alpino andò ad alimentare alcuni piccoli focolai dislocati in valli già provate dalla siccità e da anni di incuria e abbandono. In poche ore il fronte del fuoco si estese e nel giro di una decina di giorni distrusse qualcosa come 9.700 ettari di bosco.

La Regione Piemonte diramò i primi allerta il 10 ottobre ma il fuoco imperversò nelle valli per circa 20 giorni. Le fiamme hanno travolto la Valle di Susa e i comuni di Bussoleno, Mompantero tra il 22 e il 29 ottobre.

Un evento drammatico ma anche l’occasione per dare vita a una nuova idea di cura delle foreste e delle risorse boschive.

Di cosa parliamo?

Dalle ceneri dell’incendio del 2017 nasce un bosco diverso

“In una dinamica di lungo termine, com’è la vita di una foresta, un incendio può essere un disturbo, che non è necessariamente una catastrofe, fungendo da stimolo per il bosco a diventare diverso”. A parlare così è Antonio Brunori, il segretario generale Pefc Italia, un’organizzazione che tutela le foreste attraverso un sistema di certificazione forestale nazionale. Le comunità montane della Val Susa stanno ripartendo proprio da questo dato di fatto per dare vita a un bosco diverso. Grazie alla collaborazione tra istituzioni, cooperative, amministrazioni, università e privati, hanno avviato un progetto virtuoso dal punto di vista della prevenzione degli incendi e della valorizzazione del legno.

Il progetto PRe-FEu - PRevenzione degli incendi per le Filiere del lEgno

Il progetto PRe-FEu – PRevenzione degli incendi per le Filiere del lEgno è stato avviato nel 2020 con i fondi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Piemonte. L’obiettivo è quello di “proteggere, valorizzare e rilanciare le filiere locali del legno ed i servizi ecosistemici forestali attraverso un piano di interventi innovativo che segua criteri di mitigazione del pericolo incendi e di valorizzazione della risorsa legno, e programmi l’utilizzo della biomassa in aree strategiche, sia su terreni pubblici che privati, per ridurre il rischio incendi a scala di paesaggio – si legge sui documenti della Regione”. In altre parole, il progetto vuole mettere in sicurezza il bosco ripagando le operazioni necessarie con la valorizzazione economica del legno, ricavato proprio dalle foreste.

L’area interessata dal progetto PRe-FEu

Il Piano Integrato è frutto di una collaborazione tra il Consorzio Forestale Alta Val Susa, le Unioni Comuni in Val Susa, La Foresta, l’Università di Torino, il Servizio Antincendio, le ditte forestali, le segherie locali e le associazioni di proprietari. Il progetto PreFeu intende, quindi, pianificare le misure necessarie per la mitigazione dei grandi incendi in Val Susa e lo fa attraverso una “visione integrata”: la fornitura dei servizi ecosistemici, il supporto alle attività antincendio e la sostenibilità economica.

Il Piano riguarda la superficie boschiva dell’Alta Val Susa (26.300 ettari circa) e un’area pilota localizzata nella Bassa Val Susa (1.000 ettari circa). L’Università di Torino, attraverso modelli matematici, ha individuato un’area strategica preventiva, per una superficie complessiva di 1500-3000 ettari, circa il 5-10% della superficie forestale complessiva, nella quale operare azioni specifiche:

  • selvicoltura di prevenzione con il taglio programmato degli alberi;
  • la creazione di viali mangiafuoco intorno alle abitazioni e nei punti nevralgici individuati dai modelli informatici;
  • la pulizia del sottobosco da foglie secche e rami caduti che, infiammandosi rapidamente, possono alimentare un incendio;
  • la predisposizione di aree per la viabilità di chi dovrà spegnere eventuali incendi;
  • la creazione di infrastrutture verdi con i tronchi tagliati per proteggere il suolo e per favorire la germinazione in aree particolarmente scoscese.

PRe-FEu prevede, inoltre, un piano economico che analizzi la sostenibilità degli interventi pianificati, e le opportunità di sinergia con altre fonti di finanziamento, come gli investimenti privati.

Diversificare gli alberi aiuta la vita dei boschi

Il progetto vuole ripensare al bosco, ridisegnarlo, diversificando gli alberi che vanno a comporre la vegetazione in modo da prevenire i danni maggiori che possono arrivare da eventuali futuri incendi. I boschi di Mompantero erano costituiti quasi esclusivamente da Pino Silvestre, rivelandosi foreste facilmente aggredibili dagli incendi: quando scoppia un rogo questo può propagarsi anche in altezza rendendo, in questo modo, complesse anche le operazioni di soccorso.

Diversificare gli alberi presenti in un bosco, come previsto dal progetto PreFeu permette di limitare i danni in caso di incendio. Secondo un’analisi del PEFC i boschi gestiti e certificati per la gestione forestale sostenibile hanno una probabilità di essere interessati da incendi fino a nove volte inferiore rispetto a quelli non certificati. Analizzando gli eventi del 2017, infatti, anno in cui gli incendi hanno colpito fortemente il Paese, della superficie a bosco non certificata l’1,24% è andato a fuoco, mentre della superficie certificata PEFC solo lo 0,24%.

La silvicoltura preventiva

Tra i pilastri di questa iniziativa c’è anche la selvicoltura preventiva. Questo prevede l’abbattimento programmato degli alberi e in alcuni casi incendi controllati, il cosiddetto fuoco prescritto. In questo modo si riduce la densità della foresta e si minimizza la possibilità di incendi su larga scala.

Il riuso del legno

Infine, il progetto prevede la costruzione di una filiera virtuosa che impieghi il legno che deriva dalla selvicoltura preventiva nell’industria di mobili, parquet e assi da costruzione. Gli scarti di lavorazione saranno destinati al settore energetico e utilizzati come biomassa, sfruttando al massimo il valore del legno.

La nuova vita degli alberi della Val di Susa

Gli incendi che hanno interessato nel 2017 i boschi di Mompantero, quindi, non hanno fiaccato la vitalità degli abitanti della valle. I pini e gli abeti caduti sotto il colpo delle fiamme o che sono stati abbattuti per via dei danni irreparabili del fuoco hanno avuto una seconda vita. La Cooperativa Foresta è stata impegnata nell’opera di rimozione e recupero dei tronchi arsi: il 60% del legno ricavato è stato destinato a prodotti di pregio e il 40% alla produzione di energia. In Val di Susa grazie al progetto si è riusciti a derogare alle disposizioni normative che, per provare a limitare gli incendi dolosi, vietano l’utilizzo per almeno dieci anni delle aree colpite e dal legno incendiato. La Cooperativa La Foresta di Susa, infatti, ha potuto utilizzato il legno recuperato per realizzare arredo urbano a chilometro zero da installare sul territorio. L’Amministrazione comunale di Avigliana (TO) ha installato lungo il percorso del Messa le prime panchine interamente realizzate con legname proveniente dai boschi della Val di Susa. Con questo intervento sono state realizzate quattro aree di sosta nei punti principali del percorso.