Fashion e inclusione, ecco la collezione hi-tech per la riabilitazione

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

A creare gli accessori che sfidano la diversità è Federica Bardetti dell’istituto Modartech di Pontedera, in collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Tra questi i guanti che aumentano la percezione tattile, utili per le persone colpite da ictus e traumi

La collezione si chiama “Mana”, un termine tribale che significa “forza interiore”, e il nome contiene già in sé il messaggio che accompagna le creazioni della stilista Federica Barsetti, studentessa dell’Istituto Modartech, scuola di alta formazione di Pontedera, in provincia di Pisa. Si tratta di una linea di outfit che comprende guanti e bracciali hi-tech, realizzati in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, pensati per sfidare la diversità e per sostenere i percorsi di riabilitazione di persone colpite da traumi, creando un punto di contatto tra il mondo del fashion e quello della scienza.
A completare il percorso di studi, Federica Barsetti ha in programma uno stage in una delle case di moda più famose e affermate su scala globale, Armani; e una volta conclusa quest’esperienza, vorrebbe proseguire nella propria passione coniugando creatività e scienza, con il denominatore comune dell’innovazione.

Di cosa parliamo?

Una collezione no-gender

Alla base dell’idea che ha ispirato Federica Barsetti c’è la volontà di tenere insieme il rehab fisico e quello psicologico, grazie a indumenti e accessori che si caratterizzano per il loro taglio no-gender. Si tratta quindi di indumenti tagliati e progettati, anche nelle misure, per poter essere indossati indifferentemente da uomini e donne.
Nella collezione sono compresi anche accessori che richiamano gli ambienti di lavoro, e che possono essere utilizzati per scopi diversi, come nel caso di un particolare k-way che quando non viene indossato può essere riconvertito in una sacca.
Ma a spiccare tra gli accessori ci sono un guanto e un bracciale che sono in grado di aumentare la percezione tattile di chi li indossa, per validare i quali si svolgeranno a breve i primi trial medici proseguendo nello sviluppo della parte scientifica del progetto.

Il bracciale e il guanto hi-tech

La scintilla che ha fatto nascere il progetto viene dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dove sono stati ideati, progettati e realizzati un guanto e un bracciale speciali pensando alle esigenze di riabilitazione delle persone colpite da ictus o da traumi che causano danni permanenti o temporanei come la limitazione del senso tattile.
I sensori integrati sul guanto infatti sono stati progettati per amplificare il senso tattile e aiutare chi soffre di queste limitazioni a superare il problema. Il sistema funziona in abbinamento con un bracciale, che è stato pensato per stimolare le terminazioni nervose periferiche aiutando lo sviluppo della plasticità cerebrale. Utilizzando insieme il guanto e il bracciale si riceveranno così più input, “proprio perché – spiega Federica Barsetti – l’ictus colpisce una particolare parte del cervello che il dispositivo va a stimolare”.

L’attenzione alla sostenibilità

Ma l’attenzione all’inclusione declinata attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia non è l’unico obiettivo a cui mira la collezione ideata da Federica Barsetti. L’altro aspetto qualificante delle sue creazioni è che utilizzano materiali, anche per la realizzazione dei guanti, attenti al rispetto per l’ambiente. Tra i tessuti in grado di assicurare a questi accessori le caratteristiche ideali, ad esempio per quanto riguarda la presa, sono infatti stati selezionati pellami sostenibili.

Innovazione al femminile

Se la parte “fashion” della collezione è stata realizzata da Federica Barsetti, che ha presentato il progetto per la propria tesi di laurea all’Istituto Modartech ottenendo la votazione di 110 e lode, la parte tecnologica è stata curata da Rebecca Baldi, quando era laureanda, prima di entrare a far parte come ricercatrice dell’Istituto di Biorobotica della scuola superiore Sant’Anna di Pisa, coordinata da Leonardo Cappello. “Ho fatto vari incontri con l’Istituto di Biorobotica – spiega Federica Barsetti – perché, oltre al design, c’è tutto l’aspetto scientifico da comprendere per realizzare un indumento che sia comunque funzionale”.