La sostenibilità si impara divertendosi, a tutte le età

Scritto da Antonello Salerno
Giornalista

Alessandro Garlandini, fondatore dell’associazione ilVespaio: “Insieme a Wau e Lapis abbiamo dato vita nei Giardini di Villa Reale di Milano a un’iniziativa che ha consentito ai bambini della scuola Pisacane di conoscere le bellezze naturali del luogo e di avvicinarsi ai principi dell’economia circolare”

Stimolare i bambini al contatto con la natura e spiegare loro i principi dell’economia circolare. È nata con quest’obiettivo l’iniziativa che ha coinvolto, domenica 30 maggio, i bambini della scuola elementare dell’istituto Pisacane di Milano. In una giornata hanno contribuito a tenere pulito i Giardini di Villa Reale, sono stati accompagnati da una guida in una visita per scoprire la flora e la fauna del luogo, e infine hanno giocato insieme per imparare i principi dell’economia circolare. A spiegare come è andata è Alessandro Garlandini, designer e fondatore dell’associazione ilVespaio, che insieme a Lapis e Wau, con il patrocinio del primo Municipio di Milano, è tra gli organizzatori dell’iniziativa.

Di cosa parliamo?

Garlandini, ci racconta come è nato e come si è sviluppato questo evento?

Il progetto “Biodiversità in città” è partito da una sorta di alchimia, un momento magico che è nato dalla passione di Raffaele Bolognesi, genitore di una bambina che frequenta l’istituto Pisacane, e che ha progressivamente coinvolto alcune delle realtà virtuose che ruotano attorno al parco, e l’associazione Lapis, formata da un gruppo di genitori dell’Istituto Pisacane, con la partecipazione della presidente Federica Mitton. Un ruolo fondamentale l’hanno svolto Elena Grandi, assessore al Verde, Ambiente, Demanio e Casa del Municipio I di Milano, che si è da subito mobilitata su questo progetto, l’associazione We Are Urban (Wau), con il suo cofondatore Andrea Amato; presente anche una associazione che cura la fauna del luogo. L’obiettivo era di organizzare una giornata rivolta ai bambini e alle famiglie della scuola primaria Pisacane, portandoli all’interno del parco della Villa Reale, e coinvolgendoli rispetto ai valori positivi del rispetto per la natura e dell’impegno civico per la pulizia delle aree verdi.

I Giardini di Villa Reale sono un parco molto bello, piccolo, curato, che normalmente è aperto esclusivamente ai bambini accompagnati dai genitori. Nell’ultimo anno, anche a causa dell’emergenza Covid-19, che ha messo in difficoltà i volontari che curavano l’area, il parco aveva perso un po’ del suo splendore, e anche da questo è nata l’idea di coinvolgere i bambini e le famiglie nella pulizia. Nonostante si tratti di uno tra i luoghi verdi tenuti con più cura in città, sono stati raccolti imballaggi di plastica, cannucce, copricannucce, salviette. Muniti di pettorine e guanti forniti da Wau con il progetto “Ghe pensi mi” i piccoli e i loro accompagnatori hanno raccolto circa 20 chili di spazzatura.

Eliminati i rifiuti, è arrivato il momento della visita guidata…

Sì, se ne è occupata una volontaria che è tutore dei volatili di Villa Reale: ha portato i bambini e i genitori a conoscere la flora e la fauna presenti nell’area. E poi c’è stato un terzo momento, organizzato da noi de ilVespaio, con il “play and circle”, un’installazione ludica sull’economia circolare. È un gioco basato su un tabellone, al centro del quale ci sono alberi stilizzati e laghetti: intorno si snoda una pista, che rappresenta il ciclo di vita di un prodotto, sulla quale i bambini si muovono spostando tappi di plastica. Il percorso è finalizzato a illustrare ai partecipanti l’impatto ambientale di un prodotto nel suo intero ciclo di vita. È un modo per capire giocando e divertendosi.

Pensate di replicare questa iniziativa in futuro?

Ci piacerebbe molto, e stiamo lavorando per riuscirci. Tra l’altro abbiamo realizzato una serie di cartelloni pensati per i bambini che raccontano la flora, la fauna e i monumenti del parco, che abbiamo donato al Municipio e che una volta “approvati” ufficialmente verranno posizionati in maniera permanente nell’area: vogliamo far diventare questo progetto strutturale e più ampio, coinvolgendo di più la scuola nei suoi vari livelli, per portare anche le classi della scuola d’infanzia e delle medie nel parco, in modo che i bambini possano visitarlo guidati da esperti che raccontino dal punto di vista scientifico la biodiversità. Dando ovviamente loro la possibilità di partecipare a momenti ludici di apprendimento sui temi della sostenibilità. Ci piacerebbe poter partire con il prossimo anno scolastico, se riusciremo a ottenere il sostegno necessario per realizzare il progetto. Proprio per questo abbiamo presentato la domanda di partecipazione a un bando indetto da Fondazione Cariplo.

Ci racconta qualcosa di più su il Vespaio?

IlVespaio è nata nel 2008 dando vita a un network di professionisti, prevalentemente creativi, che si occupano di ecodesign e sostenibilità a 360 gradi. Ci siamo impegnati per lo più in progetti di divulgazione sulle tematiche ambientali. Il primo è nato proprio nel 2008 in concomitanza con i campionati mondiali di ciclismo che si sono svolti a Milano. Abbiamo raccolto i teloni pubblicitari della manifestazione e li abbiamo trasformati in borse per sensibilizzare le persone sul riuso, con l’idea, che poi abbiamo sviluppato ulteriormente, di trasformare gli scarti di produzione in merchandising. Parallelamente abbiamo fatto partire progetti di divulgazione con un occhio di riguardo per i bambini, i ragazzi, le scuole e il territorio, anche nei reparti di pediatria degli ospedali. E al fianco di alcune aziende e dei loro uffici di corporate social responsibility abbiamo ideato diversi progetti di comunicazione rivolti alle famiglie e più in generale alla clientela. Il messaggio che vogliamo trasmettere è la tutela dell’ambiente, declinato su tutti i medium, dai progetti online ai video didattici, fino agli eventi e alle collaborazioni con scuole e università, festival e mostre didattiche portiamo ovunque, anche nei musei, negli aeroporti e alle feste di paese.

Che tipo di installazioni e iniziative avete realizzato finora?

Soltanto per fare qualche esempio, abbiamo costruito macchine per riciclare la plastica, come un trituratore e un iniettore, che portiamo normalmente nelle scuole per fare sensibilizzazione coinvolgendo bambini e ragazzi nella raccolta di tappi e imballaggi, da cui mostriamo come si può produrre plastica riciclata.
Poi c’è il progetto plastic fighters, con cui facciamo un passo in più, chiedendo ai designer di creare insieme ai ragazzi oggetti realizzati in plastica riciclata, per dare nuovo valore a quello che altrimenti sarebbe stato un rifiuto.
Con le scuole inoltre abbiamo dato vita a progetti di murales partecipati e coprogettati, per parlare di sostenibilità. Sia che ci rivolgiamo agli adulti sia che parliamo ai bambini, cerchiamo di spiegare argomenti complessi attraverso l’interazione, il gioco, l’esperienza piacevole e la grafica.

Dal 2008, quando avete iniziato, a oggi, dal punto di vista della sostenibilità sembra passata un’era geologica. Cosa è cambiato?

Il mondo delle aziende oggi è in generale molto più attento alla sostenibilità di quanto fosse più di dieci anni fa. Quando abbiamo iniziato soltanto le aziende multinazionali ci davano retta, ma arrivare ad avere ascolto in quei contesti era più difficile rispetto che entrare in contatto con una società di dimensioni più ridotte. In più il 2008 era l’anno della grande crisi finanziaria globale, quella passata alla storia per le vicende che hanno coinvolto la banca d’affari Lehman Brothers, e per un po’ di tempo i budget sono stati estremamente ridotti.
Ma – in generale – se quando siamo partiti parlare con le aziende di sostenibilità significava spesso partire da zero, oggi ci troviamo di fronte interlocutori molto più preparati. Lo stesso vale per i singoli utenti e per i cittadini, che oggi sono molto più sensibili al rispetto dell’ambiente rispetto al passato. Quello che rimane è la ricerca della chiave giusta per parlare di questi argomenti a persone diverse e quindi in modo diverso. Per questo siamo impegnati a realizzare progetti molto curati, grazie all’esperienza che abbiamo maturato nel tempo.

Che feedback avete avuto dalla vostra iniziativa a Villa Reale?

Il più significativo dal mio punto di vista è quello che è capitato a uno di noi il giorno successivo all’iniziativa del 30 maggio: è stato fermato nei pressi del parco da due bambini, che gli hanno promesso che non avrebbero abbandonato nemmeno una carta ai Giardini di Villa Reale. Da questa piccola dimostrazione abbiamo capito che il nostro progetto stava funzionando, e che poteva innescarsi un circolo virtuoso, perché i bambini si erano fatti carico di un impegno civico e sicuramente lo avrebbero trasmesso anche ai loro coetanei e ai loro genitori.