Violenza di genere, la situazione in Italia

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

I dati dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori: nel 2022 sono diminuiti gli atti persecutori e i maltrattamenti contro familiari, mentre sono sensibilmente aumentate le violenze sessuali

Per dare una prima definizione generale della “violenza contro le donne” il sito istituzionale del ministero dell’Interno cita l’articolo uno della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne, che parla di “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”.

Di cosa parliamo?

I dati dell’osservatorio Oscad

Ma quali sono i numeri di questo fenomeno stando ai dati raccolti dal Viminale tramite l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze tra Polizia e Carabinieri, che conta anche per le segnalazioni sul numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza, il 1522?

L’ultimo rapporto dell’Oscad, pubblicato l’8marzo in occasione della giornata internazionale della donna, realizzato in collaborazione con la direzione centrale della polizia criminale e dell’ufficio interforze del dipartimento della Pubblica sicurezza, sottolinea che nel 2022 si è registrata una diminuzione degli atti persecutori e dei maltrattamenti contro familiari, mentre sono sensibilmente aumentate le violenze sessuali.

In questo quadro le donne sono le vittime del 75% degli atti persecutori, di una percentuale compresa tra l’81 e l’83% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e di una compresa tra il 91 e il 93% delle violenze sessuali.

Focalizzando l’attenzione sulle violenze sessuali, “dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi – spiega il report – Nell’ultimo anno resta, invece, sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021). Il progressivo aumento delle denunce da parte delle vittime di violenza sessuale – prosegue il rapporto – riflette una maggiore fiducia nei confronti delle Istituzioni, ma anche una preparazione sempre più accurata del personale delle Forze di polizia”.

Le norme in Italia

Al di là di tutte le norme internazionali che sono intervenute sul tema, il Viminale identifica i due cardini normativi sull’argomento nella legge del 19 luglio 2019 numero 69, quella che introduce le modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, e la legge del 15 ottobre 2013 numero 219, che tra le altre cose introduce disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere.

Con l’espressione violenza di genere, spiega il Viminale, si indicano tutte quelle forme di violenza – da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio – che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.

Tre gli obiettivi principali dell’insieme delle norme che intervengono sulla violenza di genere secondo la lettura del ministero dell’Interno: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime.
Per centrarli è stato introdotto nel 2009 il reato di atti persecutori e di stalking, che possono essere definiti come “ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringe la vittima a cambiare la propria condotta di vita”, fino alle già citate norme del 2019 che rafforzano la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime grazie a una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.

La convenzione di Istanbul

Si tratta di una normativa che trova il suo quadro nelle disposizioni scaturite dalla Convenzione di Istanbul del 2011, che viene comunemente considerata come il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”.

A caratterizzare la Convenzione di Istanbul è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. Tra le principali disposizioni della convenzione c’è anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e la richiesta di conseguenze penali per le mutilazioni genitali femminili.

Gli interventi contro la violenza di genere

Ma quali sono gli interventi che le istituzioni mettono in campo per contrastare la violenza di genere?

Il Viminale cita a questo proposito “la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita – prosegue il ministero dell’Interno – anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale”.

Oltre a questo, ci sono le iniziative sul territorio promosse dalle Prefetture, che comprendono l’informazione e la sensibilizzazione “per combattere sul nascere la violenza di genere”. Parliamo in questo caso di formazione nelle scuole, corsi di formazione per gli operatori delle strutture sociosanitarie, per migliorare la prima accoglienza, forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l’accoglienza e il sostegno alle vittime, task force e gruppi di lavoro per pianificare le iniziative e divulgare le best practice.