Gita fuori porta con una ricarica di auto elettrica: 5 posti da visitare vicino Roma

Scritto da La Redazione di Sorgenia

Ti sei mai chiesto dove puoi arrivare con una ricarica di auto elettrica? Sei sei a Roma ecco 5 luoghi da visitare per una fuga sostenibile del weekend

Abbiamo stilato una lista di cinque mete naturalistiche delle meraviglie, adatte per una gita fuori porta partendo da Roma. Lo abbiamo fatto tenendo conto di un fattore: che fossero luoghi dove si potrebbe andare (e tornare) con una sola ricarica di auto elettrica. Abbiamo fatto una stima prendendo le autonomie di 24 modelli di auto elettriche, e il risultato è che in media un’auto elettrica ha un’autonomia di circa 400 km. I nostri consigli rientrano tutti sotto i 100 km di distanza (quindi sotto l’ora e mezza di viaggio) da Roma da realizzare in una giornata. Ecco alcuni luoghi naturalistici da non perdere nei dintorni di Roma:

Di cosa parliamo?

Tenuta Presidenziale di Castelporziano

La Tenuta Presidenziale di Castelporziano dista circa 25 Km dal centro di Roma e si estende su una superficie di 60 Km2 (6039 ettari). Occupa un’area di forma trapezoidale che va ormai quasi dalla periferia della città fino al litorale romano, dove comprende circa 3,1 Km di spiaggia incontaminata, quella dove – secondo la leggenda – sbarcò Enea alla fine del suo viaggio da Troia. L’area forma una Riserva Statale ed è delimitata a ovest dalla via Cristoforo Colombo, che collega la capitale ad Ostia, a est dalla strada statale Pontina e dalla strada statale litoranea Ostia Torvaianica.
Si tratta di una riserva naturale ricca di specie vegetali e animali, che comprende al suo interno un castello del XI secolo (ma ricostruito nel 1800 dalla famiglia Grazioli) da cui prende il nome, oltre a un Museo storico archeologico contenente i ritrovamenti degli scavi fatti nella tenuta, come ad esempio una tomba con ricco corredo funerario appartenente alla necropoli dell’abitato di Castel di Decima (VII sec. a.C.) e parte di un soffitto dipinto di età romana.
Nella tenuta di Castelporziano si incontrano boschi di pini, di querce sempreverdi, e di specie igrofile; si incontrano anche ben 24 alberi monumentali, cioè alberi di dimensioni notevoli costituenti «un raro esempio di maestosità e longevità», sui 3.662 totali in Italia; in prossimità delle coste troviamo le cosiddette “piscine”, specchi d’acqua naturale che testimoniano l’antica presenza di ambienti umidi, di boschi allagati e di paludi; e poi i numerosi ungulati che vivono allo stato selvatico: cinghiali, daini e caprioli, (e in misura minore il cervo). Insieme agli ungulati la foresta è popolata da numerosi altri mammiferi: la volpe, il riccio, fra i mustelidi la martora, la faina, la puzzola e il tasso, tra i roditori l’istrice e tra i lagomorfi la lepre italica e il coniglio selvatico; ancora, nel querceto centenario si incontrano picchi di varie specie, ghiandaie e rapaci notturni come la civetta, l’allocco e il barbagianni e altri uccelli come la poiana, il gheppio e lo sparviero. Fra gli uccelli di passo si segnalano molte specie svernanti come il colombaccio e la beccaccia. Molto significativa è anche la presenza di alcuni rettili, tra cui la tartaruga palustre.
La Tenuta presidenziale di Castelporziano è aperta al pubblico con l’attivazione di percorsi naturalistici, archeologici e storico artistici. Ci si arriva dall’ingresso posto sulla via Cristoforo Colombo n.1671 (sito sul lato sinistro della via C. Colombo venendo da Roma), raggiungibile anche con i mezzi pubblici (autobus linea 709, fermata Colombo/Malafede). Le visite sono disponibili nel periodo primaverile e autunnale, e includono 5 percorsi naturalistici, e 2 archeologici/storico-artistici, fra i quali è possibile scegliere. 

Giardino di Ninfa

Uno dei più suggestivi luoghi raggiungibili in giornata in macchina da Roma è certamente il Giardino di Ninfa. A circa un’ora da Roma Sud, il Giardino di Ninfa ha la fama di essere il giardino più bello d’Europa. Fama confermata dal New York Times, che gli ha dedicato un lungo articolo nel 2002. Si estende su una superficie di circa 8 ettari nel Comune di Cisterna di Latina, ed è uno splendido giardino all’inglese dall’aspetto romantico, realizzato da Gelasio Caetani a partire dagli anni venti del 900. Sorge sulle rovine dell’antica città di Ninfa, che era una città di età tardoantica (fondata già nell’VIII secolo) e medievale, e sul gioco di incroci di vari ruscelli. Oggi dell’antica città rimangono i ruderi di cinque chiese, che fanno parte dello splendido e un po’ magico paesaggio caratterizzato dalla commistione fra l’elemento umano e naturale. Una delle più belle meraviglie che si godono al giardino sono proprio le rose rampicanti che si inerpicano sulle rovine e si riflettono nei ruscelli.
Il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi che si trova su un isolotto del piccolo lago formato dalle acque del fiume Ninfa. All’interno del giardino di Ninfa si trovano ciliegi e meli ornamentali che in primavera fioriscono in maniera spettacolare, varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi. Vi sono ospitate in tutto più di 1300 specie di piante e 100 di uccelli. Dato il delicato equilibrio ambientale, il giardino è visitabile solo in alcuni giorni ogni mese.
La visita guidata dura circa un’ora – si può prenotare sul sito – e al suo termine non è possibile trattenersi nel Giardino, ma è invece possibile visitare il castello Caetani nella vicina Sermoneta e l’hortus conclusus, un giardinetto all’italiana risalente al XVII secolo, dall’impianto regolare, caratterizzato da un agrumeto e delle vasche con cigni. Il luogo non è raggiungibile con mezzi pubblici, ma ci si arriva con l’auto propria seguendo le indicazioni per via Ninfina 68 Cisterna di Latina.

Monte Livata

Monte Livata è uno dei siti di sensibile interesse naturalistico e paesaggistico della provincia di Roma. È situato nel comune di Subiaco, quindi al limite est della provincia di Roma ed è raggiungibile con l’autostrada Roma – L’Aquila, uscendo a Vicovaro Mandela, proseguendo con la Tiburtina Valeria, poi con la Sublacense e, poco prima di Subiaco, approcciando la salita sulla montagna fino a 1.370 metri di quota. Per i quartieri est di Roma, Monte Livata è distante circa 90 chilometri ed in condizioni normali di traffico in uscita dalla città, può essere raggiunta in auto in un’ora e mezza circa. Morfologicamente, si tratta di un altipiano compreso tra la località Monte Livata propriamente detta, le due località superiori in quota “Campo dell’Osso” e “Monna dell’Orso” ed infine Monte Autore che spicca a 1.856 metri sul livello del mare. Questo altipiano è caratterizzato da colline, montagne, immense radure e panorami a perdita d’occhio.
La flora è dominata dal bosco di faggio che assume diverse caratterizzazioni. In alcuni casi (come nel bosco denominato “Le Genzane”) i faggi sono distanti gli uni dagli altri, assumono quindi un tronco di grandi dimensioni e spesso delle chiome a raggera, simili nell’aspetto a delle querce. In altri casi (come nel bosco denominato “Fondo dell’Autore”) i faggi crescono vicini e diventano alberi dal tronco sottile di 15 centimetri di diametro che salgono dritti come pali fino a 20/25 metri di altezza. Un’ultima tipologia è costituita da faggi giovani che crescono a cespugli legnosi. In tutti i casi, la caduta a terra delle foglie di faggio inibisce lo sviluppo del sottobosco, il che da un lato rende agevole la camminata e dall’altro allunga a dismisura la visuale, conferendo all’esperienza di camminata nel bosco una sensazione di magia.

La fauna selvatica è da alcuni anni in sensibile incremento e camminando in questa faggete è facile imbattersi in scoiattoli, volpi e più raramente in cervi, incontri sempre molto sorprendenti e suggestivi. Il fototrappolaggio ha provato l’esistenza anche di altre specie, come il gatto selvatico e il lupo appenninico, difficili da incontrare perché fuggono la presenza umana. Un ulteriore elemento di interesse naturalistico sono le sorgenti d’acqua presenti nei boschi. Alcune sono state nei secoli ingabbiate in fontanili per abbeverare il bestiame, altre sgorgano ancora libere nel centro del bosco generando un tripudio di piante e di fiori ed un habitat decisamente singolare.

Monte Livata ed il suo altopiano fino a Monte Autore si trovano nel territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini, Parco che è attraversato da una fitta rete di sentieri che consente di fare dei trekking composti da diversi percorsi: spesso esistono diversi modi per collegare il punto di partenza e il punto di arrivo, che consentono di andare con un percorso e tornare con un altro. Per chi volesse cimentarsi nel trekking e quindi godersi le bellezze naturali del posto, segnaliamo che presso il Punto Parco a Monte Livata è possibile noleggiare una guida; per camminare nei boschi sono consigliate le scarpe da trekking invece che da ginnastica perché il tappeto di foglie di faggio presente a terra rende il suolo potenzialmente scivoloso.

Sacro Bosco di Bomarzo (o Parco dei Mostri)

Una delle località naturalistiche più misteriose vicino Roma è il Parco dei mostri di Bomarzo, o Sacro Bosco. Si tratta di un giardino rinascimentale fatto costruire nel pieno Cinquecento dal principe Vicino Orsini sfruttando le rocce vulcaniche che affiorano dal terreno scosceso. Ma la sua particolarità è che è disseminato di strane sculture scolpite nella roccia rappresentanti figure mostruose e animali mitologici, apparentemente dislocate nel parco senza una logica unitaria, e senza regolarità. Inoltre per alcuni secoli dopo la morte del principe il giardino fu dimenticato e abbandonato, fino all’inizio del 900: le sculture quindi sono state “mangiate” dalla natura, e oggi questa commistione contribuisce a creare ancora di più un clima di magia e sacralità. Un regno di sogno, in cui il visitatore è stimolato da un continuo gioco di richiami mitologici, iscrizioni, enigmi e indovinelli, tra statue di sirene, mostri marini, tartarughe giganti, satiri, sfingi, draghi, maschere, falsi sepolcri e giochi illusionistici. Il Parco, di cui non esistono eguali nel mondo, fu progettato dall’architetto Pirro Logorio; la sua costruzione richiese trent’anni, e anche se non c’è la certezza, sembra che le sculture siano state realizzate dallo scultore Simone Moschino.
Il Sacro Bosco di Bomarzo si trova in provincia di Viterbo, nella Tuscia laziale, e da Roma ci si arriva in circa un’ora di macchina, seguendo l’autostrada A1 direzione Firenze e uscendo a “Attigliano”: da lì si trovano le indicazioni per “Parco dei Mostri”. All’interno del parco è presente un ristorante, un’area pic-nic, un’area giochi per bambini, e una sala per le cerimonie.

Parco Villa Gregoriana di Tivoli

Tra i luoghi naturalistici che si possono raggiungere per una gita fuori porta partendo da Roma, non si può non consigliare il Parco Villa Gregoriana di Tivoli, un suggestivo parco naturalistico famoso per la magnifica Grande Cascata (la seconda italiana dopo la cascata delle Marmore). A poco più di mezz’ora di macchina da Roma, il Parco non contiene solo la cascata, ma anche le grotte erose dal fiume Aniene, il tempio romano di Vesta del II secolo a.c., e le rovine della villa romana del console Publio Manlio Vopisco. Già in età romantica, nell’800, Villa Gregoriana era meta fissa dei molti giovani che venivano in Italia a fare il cosiddetto Grand Tour e soggetto di molti dipinti. Fu amata da molti grandi nomi del romanticismo europeo, come Goethe, che vi vedevano la declinazione dell’estetica del sublime a loro cara e la capacità di suscitare nel visitatore intense emozioni. Di Villa Gregoriana Goethe scrisse: “In questi giorni sono stato a Tivoli ed ho ammirato uno degli spettacoli naturali più superbi. La cascata colà con le rovine e con tutto l’insieme del paesaggio sono cose la cui conoscenza ci arricchisce nel più profondo dell’anima”.
La Cascata era stata realizzata con un’opera di ingegneria idraulica per commissione del papa che diede il suo nome al luogo, papa Gregorio XVI, all’inizio dell’800; le sue acque compiono un salto di 120 metri. Affidato nel 2002 al FAI per la sua valorizzazione e per il ripristino del Parco che nel tempo era caduto in disgrazia, grazie all’impegno profuso, nel 2005 venne finalmente riaperto al pubblico che oggi può di nuovo percorrere gli antichi sentieri liberati dai rovi, godere con tutti i sensi delle 74 specie arboree presenti e scoprire interessanti reperti di diversi generi ed epoche, immersi nella natura più rigogliosa.
Per entrare nel Parco è necessario acquistare il biglietto e si può arrivare a Villa Gregoriana in auto, prendendo la Roma-L’Aquila e uscendo a Tivoli e poi seguendo le indicazioni per Tivoli Villa Gregoriana