La founder e direttrice operativa Meaghan Brosnan: “Le aree marine protette sono una risposta per salvaguardare un patrimonio del Pianeta”
Tra i vincitori dell’Eartshot Prize 2023, il riconoscimento ideato dal Principe William che premia le realtà attive nella salvaguardia dell’ambiente, c’è WildAid. Si tratta di un’organizzazione globale senza scopo di lucro che si pone l’obiettivo di far rispettare le leggi in mare e porre fine alla pesca illegale, rafforzando così la capacità degli oceani di salvaguardare la propria biodiversità. Con il loro programma dedicato al mare, sono attivi su buona parte delle aree marine protette, oltre 1,64 milioni di km quadrati di oceano.
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WildAid Marine Program
L’organizzazione ha lanciato il “Marine Program” con l’obiettivo globale di salvaguardare almeno il 30% degli oceani entro il 2030, applicando con efficacia le regole che governano le aree marine protette. Si tratta di 15mila zone speciali istituite dai governi, pari all’8% della superficie globale degli oceani, in cui l’attività umana è regolamentata da regole stringenti a tutela dell’ambiente. A oggi, infatti, secondo i dati diffusi dall’associazione, ben il 60% di queste aree non riesce a salvaguardare le proprie aree di pertinenza, dove dovrebbe essere praticata esclusivamente la pesca sostenibile.
Il rischio è che questa situazione possa finire per danneggiare irreparabilmente la biodiversità nelle aree marine protette, dove la pesca eccessiva potrebbe minacciare con il passare del tempo sia gli oceani sia le persone che dalla pesca dipendono per il loro sostentamento.
Il WildAid Marine Program conta oggi sulla collaborazione di un crescente numero di partner, dai governi alle associazioni alle università e ai centri di ricerca, che hanno deciso di lavorare insieme per condividere conoscenze e per trovare le soluzioni migliori a salvaguardia di queste aree in ogni regione. Si tratta in sostanza di dare a chi è impegnato in questa sfida gli strumenti, le tecnologie e le risorse utili a scoraggiare la pesca illegale, consentire il recupero della fauna selvatica e migliorare i mezzi di sussistenza delle comunità costiere.
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Collaborazione e condivisione di strategie e strumenti
“La creazione di aree marine protette e di una pesca sostenibile è un passo importante per proteggere gli oceani del mondo. – spiega Meaghan Brosnan, fondatrice e direttrice operativa di WildAid – Tuttavia, molti Paesi faticano a trasformare queste protezioni in realtà. Il programma Marine di WildAid è una risposta a questo problema. Incoraggiando la collaborazione, condividendo strategie collaudate e riunendo un’appassionata comunità di conservazionisti degli oceani, non solo stiamo realizzando il potenziale delle aree marine protette, ma stiamo anche dando vita a un movimento mondiale per la protezione degli oceani”.
Un faro su 1,64 milioni di km quadrati di oceano
Oggi il programma per gli oceani di WildAid è presente è operativo su una buona parte delle aree marine protette su scala globale, arrivando a coprire circa 1,64 milioni di km quadrati di mare, con avanguardie a Palau, Zanzibar e in Messico, con l’obiettivo di arrivare nei prossimi 5 anni a presidiare 250 aree marine su scala globale.
Earthshot prize
La manifestazione, che per l’edizione 2024 si svolgerà a novembre a Cape Town, in Sudafrica, è stata creata nel 2020 per scoprire e finanziare le iniziative innovative utili alla salute del Pianeta. Il nome prende spunto dalla celebre sfida del “Moonshit”, l’idea del presidente statunitense John Fitzfgerald Kennedy che nel 1961 fissò l’obiettivo di sbarcare sulla luna entro un decennio.
Cinque le categorie del premio: protezione e ripristino della natura, aria pulita, rinascita degli oceani (per la quale ha ricevuto il premio WildAid), mondo libero dai rifiuti e soluzione del problema del clima.
“La Terra è a un punto di svolta. Siamo di fronte a una scelta difficile: o continuiamo così e danneggiamo irrimediabilmente il nostro pianeta, oppure ci ricordiamo del nostro potere unico di esseri umani e della nostra continua capacità di guidare, innovare e risolvere i problemi – afferma il Principe William, fondatore e presidente dell’Earthshot Prize – Le persone possono realizzare grandi cose. I prossimi dieci anni ci presentano una delle nostre prove più grandi: un decennio di azione per riparare la Terra”.
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