Pnrr, gli obiettivi per la mobilità sostenibile

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Il centro della strategia del governo per il comparto è nella missione 3, quella legata alle infrastrutture, che mette a disposizione quasi 42 miliardi di euro. Ma ci sono interventi mirati anche alla mobility as a service, ai veicoli elettrici e alle piste ciclabili

La mobilità sostenibile è uno dei cardini del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tanto che a questo comparto sono destinati i 41,872 miliardi dell’obiettivo tre. Ma altri interventi del ministero per la mobilità e le infrastrutture sono previsti anche negli obiettivi 1 e 2, dedicati rispettivamente a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” e “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Ma vediamo più nel concreto in cosa consistono questi interventi.
Più nel concreto, per lo sviluppo della rete ferroviaria il Pnrr prevede 36,6 miliardi di euro compresi nella missione 3, per la riqualificazione del parco mezzi 4 miliardi suddivisi tra le missioni 2 e 3, per la mobilità innovativa e sostenibile 3,2 miliardi nella missione 1 e 2, per il trasporto rapido di massa 3,6 miliardi che fanno riferimento alla missione 2, e infine 1,4 miliardi sono destinati al rafforzamento della sicurezza stradale nella missione 3.

Di cosa parliamo?

La Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

L’obiettivo mette a disposizione 40 milioni di euro per la mobility as a service, quindi per promuovere l’adozione di nuovi paradigmi della mobilità nelle città metropolitane, con l’obiettivo di digitalizzare i trasporti locali e fornire agli utenti un’esperienza di mobilità integrata, dalla pianificazione dei viaggi fino ai pagamenti.

La missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica

  • Nella cornice della missione 2 del Pnnr sono previsti investimenti per la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale (investimento 3.3), con l’avvio di una fase di sperimentazione che farà principalmente riferimento alle lunghe percorrenze per i mezzi pesanti. Verranno sviluppate almeno 40 stazioni di riferimento, in particolare lungo le autostrade, vicino ai porti e in prossimità dei terminali logistici, localizzate prioritariamente nell’ambito di Hydrogen Valleys.
  • L’investimento 3.4 riguarda la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario sulle linee con elevato traffico passeggeri e forte utilizzo di treni diesel: in primo piano Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. Il progetto include la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento, tramite sviluppo dell’intero sistema di produzione, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno.
  • Il subinvestimento 4.1.1 si riferisce alle ciclovie turistiche, e punta a facilitare e promuovere la creazione e la manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia con scopi turistici e ricreativi (ciclovie turistiche), sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità (ciclovie urbane). Il progetto prevede 365 km di nuove piste ciclabili urbane e metropolitane e altri 1.235 km di piste ciclabili turistiche entro il 2026. In quest’ambito sono stati assegnati assegna alle Regioni e alla Provincia Autonoma di Trento 400 milioni per gli anni dal 2021 al 2026, di cui 150 milioni di fondi statali a legislazione vigente e 250 milioni di finanziamenti europei. I fondi, che per il 50% vengono assegnati ai territori del Sud, prevedono 51 milioni alla ciclovia Vento (Venezia-Torino), 22,5 milioni alla ciclovia Sole (Verona-Firenze), 14 milioni alla ciclovia Grab (Grande Raccordo Anulare delle biciclette di Roma), 39,5 milioni alla ciclovia dell’Acquedotto pugliese (da Caposele in provincia di Avellino a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce attraverso la Campania, la Basilicata e la Puglia), 74 milioni a quella Adriatica, 44,5 milioni alla Tirrenica, 30 milioni alla ciclovia del Garda, 33 milioni alla ciclovia della Sardegna, 61,5 milioni alla ciclovia Magna Grecia (Basilicata-Calabria-Sicilia) e 30 milioni alla ciclovia Trieste-Lignano-Sabbiadoro-Venezia.
  • Il subinvestimento 4.1.2 riguarda le ciclovie urbane, e si propone di facilitare e promuovere la creazione e la manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale. In questo contesto lo schema di decreto emanato dal ministro Giovannini specifica le modalità di utilizzo di 150 milioni di euro previsti dal Pnrr per il rafforzamento della mobilità ciclistica. La cifra si aggiunge ai 50 milioni stanziati per progetti già in corso. Le risorse, il 50% delle quali è destinato al Mezzogiorno, andranno alle 45 città con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e sedi di università con oltre 5.000 studenti iscritti. Le risorse dovranno essere impiegate per la realizzazione di almeno 565 chilometri aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane che collegano le stazioni ferroviarie agli atenei. I Comuni dovranno realizzare almeno 200 chilometri aggiuntivi di piste ciclabili entro il 31 dicembre 2023 e ulteriori 365 chilometri entro il 30 giugno 2026, pena la decadenza del finanziamento.

La Missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica nel trasporto di massa

  • L’investimento 4.2 si riferisce allo sviluppo del trasporto rapido di massa, quindi metropolitane, tram e autobus. Si pone l’obiettivo di ridurre il traffico di auto private attraverso la realizzazione di 231 km di infrastrutture di trasporto pubblico “che determineranno un effetto positivo sulla domanda di mobilità collettiva a livello locale”. Il focus sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane per diminuire l’impatto sull’ambiente e la congestione delle strade.
  • L’investimento 4.4.1 nasce per il rinnovo del parco autobus regionale per il trasporto pubblico con veicoli a combustibili puliti. “Il rinnovo della flotta con autobus a basso impatto ambientale – spiega il Mims – avviene accelerando l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile e prevede il progressivo rinnovo degli autobus per il trasporto pubblico locale e la realizzazione di infrastrutture di ricarica dedicate. In particolare, è previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.000 bus a basse emissioni.
  • Al rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti è dedicato l’investimento 4.4.2, che si pone l’obiettivo di rinnovare “parte della flotta di treni per trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa”. “Consentirà – spiega ancora il Mims – di ridurre l’età media del parco rotabile regionale tramite l’acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno. La misura prevede l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026. A questi vanno aggiunte 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici”. Dello stesso investimento fa parte anche la strategia mirata in modo particolare al Sud.
  • L’investimento 5.3 riguarda infine il supporto alla filiera dei bus elettrici: “Il piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile prevede il graduale rimpiazzo di autobus e mezzi di trasporto pubblici con nuovi veicoli meno inquinanti – si legge sul sito del Mims – in particolare veicoli elettrici. Scopo dell’intervento è favorire la trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione autobus in Italia, riducendo l’impatto ambientale del trasporto pubblico”.

La Missione 4: infrastrutture per una mobilità sostenibile

  • L’investimento 1.1 prevede la realizzazione di collegamenti ferroviari ad Alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci, nello specifico sulle linee Napoli-Bari, Palermo-Catania e salerno-Reggio Calabria.  
  • Punta sul Nord il subinvestimento 1.2.1, che riguarda le linee di collegamento ad alta velocità con l’Europa nel Nord, sulle direttrici Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Si tratta nello specifico della realizzazione di 92 km di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Brescia-Verona-Vicenza-Padova, che “contribuirà al potenziamento dei servizi di trasporto su rotaia secondo una logica intermodale, favorendo connessioni efficaci con il sistema portuale”.
  • Stesso obiettivo quello del subinvestimento 1.2.2, che riguarda le linee di collegamento ad Alta Velocità con l’Europa nel Nord: si tratta in questo caso di realizzare 73 km di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci sulla linea Liguria-Alpi.
  • Il subinvestimento 1.2.3 punta invece alle linee di collegamento ad alta velocità con l’Europa nel Nord attraverso la realizzazione di 15 km di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci lungo la Circonvallazione di Trento nella linea Verona-Brennero.
  • L’investimento 1.3, declinato nei subinvestimenti 1.3.1, 1.3.2 e 1.3.3 riguarda rispettivamente le connessioni diagonali Roma-Pescara, Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, che prevede complessivamente la realizzazione di 87 km di linea ferroviaria ad alta velocità per il trasporto di merci e passeggeri.
  • L’investimento 1.4 riguarda lo sviluppo del Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (Ertms), e nello specifico l’aggiornamento dei sistemi di sicurezza e segnalazione del trasporto ferroviario estendendo l’Ertms, oggi limitato a poche stazioni. “In questo modo si garantisce con anticipo rispetto alle scadenze fissate dall’UE – spiega il Mims – la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee e l’ottimizzazione della capacità e delle prestazioni della rete”.
  • L’investimento 1.5 è diretto al potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave, e ha l’obiettivo di “migliorare la mobilità nelle grandi città e nelle aree urbane di medie dimensioni attraverso servizi di viaggio a medio raggio caratterizzati da velocità e confort, anche grazie alla creazione di collegamenti ‘regionali veloci’”, rendendo il trasporto su rotaia “più conveniente rispetto all’uso dell’auto privata, aumentando l’accessibilità e l’interscambio tra le stazioni ferroviarie e le metropolitane”.
  • Al potenziamento e al miglioramento delle ferrovie regionali punta l’investimento 1.6, con l’obiettivo di potenziare le linee ferroviarie regionali e il migliorare il sistema di trasporto in termini di numero di passeggeri trasportati, aumento della velocità di percorrenza, interconnessione tra centri urbani e le altre infrastrutture.
  • L’obiettivo 1.7 riguarda il potenziamento, l’elettrificazione e l’aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud, con la connessione di porti e aeroporti, aumentando la competitività e le connessioni del sistema logistico intermodale e migliorando l’accessibilità ferroviaria in diverse aree urbane del Mezzogiorno.

 

Del programma generale, all’investimento 1.8, fa parte anche il piano per il miglioramento delle stazioni ferroviarie gestite da Rfi nel Sud, per migliorare la funzionalità degli edifici, la qualità dei servizi, l’efficienza energetica e lo sviluppo dell’intermodalità ferro-gomma, abbattendo anche l’impatto ambientale. “Gli interventi – spiega il Mims – riguardano hub urbani e linee metropolitane in più città del Mezzogiorno, oltre alla riqualificazione di stazioni importanti sia per i trasporti che per il turismo”.