Energia

Il futuro elettrico dell’Europa: grazie alle rinnovabili costi a -57% entro il 2030

Scritto da 23 Luglio 2025 • 1 min di lettura
Ettore Benigni

Giornalista specializzato in economia circolare

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, se l’Unione Europea rispetterà gli obiettivi 2030 su rinnovabili ed efficienza energetica, i costi variabili di generazione dell’elettricità potranno scendere del 57% rispetto ai livelli del 2023. È un’occasione storica per rafforzare l’autonomia energetica dell’UE, stabilizzare i prezzi, decarbonizzare industria, trasporti e riscaldamento, e trasformare la rete elettrica in un motore di competitività.

Nel cuore della strategia europea per la transizione ecologica si profila oggi un’opportunità concreta e quantificabile: ridurre di oltre la metà i costi variabili legati alla produzione elettrica entro il 2030. Questo obiettivo, delineato in un recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, può essere raggiunto se l’Unione Europea riuscirà a rispettare i target intermedi previsti dal Green Deal, in particolare quelli relativi alla diffusione delle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica. A fronte di uno scenario segnato dall’incertezza geopolitica, dalla volatilità dei mercati globali e dall’urgenza climatica, la possibilità di abbattere i costi energetici rappresenta, secondo EEA, un’occasione imperdibile per rilanciare la competitività industriale europea su basi sostenibili e autonome.

INDICE DEI CONTENUTI

Una transizione già avviata, ma ancora incompleta

Il sistema elettrico dell’Unione Europea ha già dato prova di capacità trasformative importanti. Negli ultimi decenni, grazie alla diffusione di fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico, spiega il report, le emissioni di CO legate alla generazione elettrica si sono ridotte in modo significativo. Tuttavia, altri comparti fondamentali dell’economia, come il riscaldamento residenziale e il trasporto privato, restano ancora fortemente dipendenti da fonti fossili, in particolare gas e petrolio.

 

La crisi energetica del 2022 ha evidenziato in modo drammatico questa vulnerabilità, con l’impennata dei prezzi del gas che ha raddoppiato la bolletta energetica dell’Unione, arrivando a pesare per il 4% del PIL. Tale dinamica ha reso evidente che la sicurezza energetica e la sostenibilità ambientale sono due facce della stessa medaglia, e che solo una decisa accelerazione dell’elettrificazione dei consumi può coniugare entrambe le esigenze.

Il potenziale di riduzione dei costi variabili

La parte più rilevante del report pubblicato dall’EEA riguarda l’analisi dei costi variabili della generazione elettrica, ovvero quelli legati al funzionamento quotidiano delle centrali, ai costi dei combustibili, alla manutenzione e alla gestione della rete. Lo studio stima che, nel caso in cui l’Unione riesca a centrare gli obiettivi 2030 sul mix energetico, questi costi potrebbero calare fino al 57% rispetto al 2023.

 

Si tratta di una prospettiva concreta e sostenuta da simulazioni dettagliate che, se realizzata, comporterebbe benefici tangibili non solo in termini ambientali ma anche economici, incidendo positivamente su famiglie, imprese e interi settori produttivi. Il risparmio potenziale, tuttavia, dovrà essere bilanciato con gli investimenti necessari per ammodernare le reti elettriche, incrementare la capacità di accumulo e garantire la flessibilità del sistema, elementi indispensabili per gestire in sicurezza una quota crescente di produzione da fonti intermittenti.

Un nuovo equilibrio tra produzione, consumo e rete

Il cuore della trasformazione proposta dal rapporto consiste in un triplice cambiamento strutturale. Innanzitutto, sarà necessario far salire la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili al 77% del totale della capacità installata entro il 2030, una crescita che dovrà essere sostenuta da politiche fiscali e normative stabili e attrattive per gli investitori.

 

In secondo luogo, la flessibilità del sistema elettrico dovrà aumentare sensibilmente, attraverso la digitalizzazione della rete, lo sviluppo di sistemi di stoccaggio su scala industriale e l’introduzione di meccanismi di risposta alla domanda che permettano di modulare i consumi in tempo reale.

 

Infine, sarà cruciale rafforzare la cooperazione tra Stati membri dell’Unione per armonizzare la pianificazione infrastrutturale, superare gli squilibri territoriali e garantire l’interconnessione tra le reti nazionali. Solo attraverso una governance condivisa sarà possibile massimizzare l’efficienza del sistema e aumentare la resilienza dell’Europa rispetto a futuri shock energetici.

Trasporti e riscaldamento: le prossime frontiere della decarbonizzazione

Per raggiungere un’effettiva neutralità climatica, l’elettrificazione non può fermarsi al settore elettrico in senso stretto, ma – secondo l’analisi di EEA, deve estendersi con decisione ad altri ambiti chiave.

 

Nel settore del riscaldamento domestico, la diffusione di pompe di calore ad alta efficienza, combinata con una profonda riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, rappresenta la strategia più efficace per ridurre il ricorso al gas naturale. In parallelo, nel comparto dei trasporti, la rapida diffusione dei veicoli elettrici dovrà essere accompagnata da politiche di promozione della mobilità collettiva, ciclabile e pedonale, in modo da diminuire non solo le emissioni ma anche la congestione urbana e i costi per i cittadini.

L’industria elettrica al centro della nuova competitività europea

La transizione energetica rappresenta anche un asset strategico per la competitività del sistema produttivo europeo. Un’industria alimentata da elettricità generata da fonti rinnovabili sarà in grado di contenere i costi, ridurre l’esposizione ai mercati globali dei combustibili fossili e rispettare gli standard sempre più stringenti imposti dalle normative ambientali internazionali.

 

In questo scenario, il sistema europeo di scambio delle quote di emissione (EU ETS) continuerà a svolgere un ruolo determinante, premiando le imprese più virtuose e incentivando investimenti in tecnologie pulite. Inoltre, l’evoluzione della rete e delle tecnologie digitali associate all’energia apriranno la strada a nuovi modelli di business basati sulla flessibilità e sulla partecipazione attiva dei consumatori.

Ripensare il sistema nel suo complesso

Alla luce delle evidenze raccolte dal rapporto, la trasformazione non può limitarsi a singole tecnologie o segmenti di mercato, ma deve abbracciare l’intero sistema energetico europeo.

In questo processo sarà determinante l’impiego delle tecnologie digitali più avanzate: intelligenza artificiale, sensoristica distribuita, Internet of Things e algoritmi predittivi saranno il motore invisibile della nuova rete europea, garantendone l’efficienza, la sicurezza e la capacità di adattamento.

Il 2030 come orizzonte strategico

Il 2030 – secondo il rapporto pubblicato da EEA – non è un traguardo simbolico, ma un orizzonte strategico che richiede decisioni immediate, investimenti lungimiranti e una visione unitaria a livello europeo.

Il rapporto dell’EEA dimostra che gli strumenti per trasformare il sistema energetico ci sono, così come le motivazioni economiche e ambientali. Resta ora da costruire un consenso politico e sociale in grado di sostenere il cambiamento.

Se l’Unione Europea saprà cogliere questa occasione – questa la conclusione a cui giunge lo studio – potrà non solo rispettare i propri impegni climatici, ma anche affermarsi come leader globale nella transizione energetica, con un sistema elettrico più efficiente, sicuro e accessibile per tutti.