Fotovoltaico e mobilità elettrica, una combinazione che conviene
Scritto da
Ettore Benigni
Giornalista
I dati di un recente studio Eurac Research: ricaricare l’auto grazie all’energia autoprodotta è la scelta più conveniente dal punto di vista economico. Wolfram Sparber: “Un principio che vale ovviamente per le flotte aziendali, che iniziano a riconvertirsi”
Che un’auto elettrica sia più conveniente di un’auto a benzina o a gasolio in termini di costi, paragonando il prezzo del carburante con il costo della ricarica, è ormai una certezza che gli automobilisti hanno presente. Ma il risparmio si moltiplicherebbe almeno per cinque utilizzando l’energia autoprodotta da un impianto fotovoltaico di proprietà. A fornire i numeri per dimostrare questa tesi è una recente analisi comparativa realizzata da Eurac Research, centro di ricerca privato con sede a Bolzano.
Di cosa parliamo?
Il centro di ricerca Eurac Research
“Contiamo su oltre 600 collaboratori – spiega Wolfram Sparber, a capo dell’istituto per le energie rinnovabili di Eurac – Siamo molto legati al territorio dell’Alto Adige ma questo non limita il nostro campo d’azione, dal momento che lavoriamo anche a livello nazionale ed europeo. All’interno di un contesto ampio, che si occupa di ricerca applicata nel campo linguistico, del federalismo, dell’ambiente alpino o della medicina d’urgenza in montagna – spiega – io coordino la parte che si concentra sulle energie rinnovabili e sul loro rapporto con la mobilità, che conta su circa 150 collaboratori”. “Nel tempo abbiamo dato vita a diverse collaborazioni con istituzioni internazionali, e attualmente coordiniamo diversi progetti europei in partnership con le realtà industriali interessate. A livello nazionale siamo impegnati in diverse attività di ricerca con i fondi Pnrr, e siamo in grado anche grazie ai nostri laboratori di effettuare simulazioni accurate anche sui sistemi elettrici e termici integrati, che in questo periodo risultano particolarmente interessanti per dare una soluzione alle conseguenze della crisi energetica per le famiglie e le aziende”.
Lo studio di Eurac Research
Ma torniamo allo studio di Eurac Research, pubblicato sul sito qualenergia.it, sulla convenienza dell’impianto fotovoltaico al servizio della ricarica delle auto elettriche: l’approfondimento risale alla fine del 2021, e prende quindi come punto di riferimento i costi – dei carburanti e dell’energia elettrica – in vigore in quel periodo. Se per i carburanti gli aumenti non sono nell’ultimo anno particolarmente marcati, per il kWh i prezzi sono da allora approssimativamente raddoppiati, e questo elemento non fa che amplificare i vantaggi dell’utilizzo dell’energia autoprodotta grazie alle fonti rinnovabili, che non è soggetta alle fluttuazioni dei prezzi, rispetto a quella acquistata sul mercato attraverso le colonnine messe a disposizione dalle utility.
L’analisi dei dati
Ma passiamo ad analizzare i dati, partendo dal fatto che il costo della ricarica presso le colonnine pubbliche era stato fissato dall’analisi di Eurac Research a 0,40 euro per kilowatt/ora, mentre nello stesso periodo il prezzo medio per la benzina e il diesel era rispettivamente di 1,62 e 1,75 euro al litro. A fronte di questo, la società di ricerca applicata ha stimato che un impianto fotovoltaico situato a Roma, con una producibilità media compresa tra i 1.350 e i 1.400 kwh l’anno, potrebbe contare su un costo per l’autoproduzione – calcolando i costi totali dell’impianto durante la sua vita utile per un periodo di 20 anni in rapporto all’energia prodotta – di 0,075 euro per kWh nel caso non sia presente un impianto di accumulo, e di 0,109 euro per kWh se abbinato a un sistema di storage dell’energia. Si tratta del cosiddetto “costo attualizzato”, o LCoE (Levelized cost of electricity). A fronte di questi costi, quelli dell’energia prelevata dalla rete erano a fine 2021 di 0,30 euro per Kwh. Fissati questi punti di riferimento, c’è da effettuare la comparazione tra i consumi di un’auto elettrica e quelli di un mezzo con il motore a scoppio: la media presa in considerazione dalla ricerca è rispettivamente di 0,15 kWh per chilometro e di 0,05 litri di carburante per chilometro, considerando in questo caso il diesel.
Il risultato è che, rispetto alla spesa di carburante dell’automobile tradizionale per una percorrenza fissata in 15mila km, con un impianto di autoproduzione fotovoltaico si otterrebbe in un anno un risparmio di 1005 euro, molto simile a quello che si otterrebbe dalla ricarica grazie a un impianto domestico con sistema di accumulo, che è di 930 euro in un anno, a fronte di una minore spesa stimata in 135 euro l’anno utilizzando l’energia prelevata dalle colonnine pubbliche. Tutto questo, ovviamente, senza considerare le spese di manutenzione, che per i mezzi elettrici sono generalmente più basse rispetto a quelle dotate di motori a scoppio.
Il risultato
Lo scenario più conveniente è quello che prevede un utilizzo esclusivo per la ricarica dell’automobile di un impianto fotovoltaico casalingo, grazie al quale il costo al chilometro sarebbe di 1,3 centesimi di euro al chilometro. La conclusione a cui si arriva considerando lo scenario proposto da Eurac Research è quindi che ricaricando l’automobile grazie all’energia autoprodotta tramite un impianto fotovoltaico domestico – o aziendale nel caso in cui ci si sposti nel comparto business – è di gran lunga la più conveniente.
“Questa ricerca è una dimostrazione del nostro impegno che si concentra nell’individuazione delle migliori tecnologie per l’autoproduzione dell’energia, per ridurre i consumi e per integrare in questi ragionamenti anche la mobilità – spiega Sparber – Abbiamo fondamentalmente due obiettivi: da un lato quello più strettamente legato alla sostenibilità ambientale, e dall’altro quello della sostenibilità economica, anche nel campo della mobilità. Stiamo cercando di sensibilizzare tutti gli attori di questa filiera, e nel campo delle aziende il terreno è particolarmente fertile”.
Le flotte aziendali
Questo perché spesso – soprattutto nelle realtà più grandi – la parte del management che si occupa dell’energia fa parte di un “silos” diverso rispetto a chi gestisce la flotta aziendale: “Far parlare questi due ambienti all’interno della stessa azienda non è sempre così scontato – spiega Sparber – ma quando ci si riesce e si arriva a prendere in considerazione l’integrazione tra l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione di energia e per la ricarica dei mezzi elettrici, riconvertendo la flotta, si arriva a un risultato win-win, in cui c’è convenienza per entrambi e per il business aziendale, grazie a una importante ottimizzazione e riduzione dei costi. In pratica il compito che ci siamo assunti è di aiutare i nostri partner a disegnare sistemi energetici complessivi, grazie a un modello dinamico che consente di indicare come sia possibile raggiungere certi obiettivi nel modo più conveniente, dal punto di vista ambientale ed economico”.
Nel campo della mobilità elettrica, però, conferma Sparber, ci sono ancora una serie di pregiudizi da superare: “Ci sono aziende che pensano che i mezzi abbiano un’autonomia troppo limitata, o che vedono complicazioni che in realtà non sono mai grandi come le fanno apparire i luoghi comuni. Quello che posso dire è che in Alto Adige abbiamo molte aziende, anche importanti, che hanno fatto la scelta di trasformare la propria flotta utilizzando mezzi elettrici, e che ne sono pienamente soddisfatte. Qui ad esempio molti mezzi per la distribuzione di generi alimentari sono già elettrici, e anche una buona parte dei taxi ha fatto la stessa scelta, magari grazie ad accordi con le utility locali. Credo che ormai sia soltanto una questione di tempo, perché le tecnologie sono abbastanza mature e la loro convenienza in termini di sostenibilità è sempre più evidente”.