Un progetto di ricerca del MIT trasforma gli avanzi di cucina in bioplastiche modellabili. L’idea di Yiqing Wang e Biru Cao premiata all’iF Design Award 2025 e all’ A Design Award 2024–2025
L’intuizione alla base della FOODres.AI Printer nasce da un dato: negli Stati Uniti, nel solo 2019, si sono generati 66 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, il 60% dei quali è finito in discarica, con un impatto climatico paragonabile alle emissioni di 42 centrali a carbone. Per contribuire a porre rimedio a questa situazione Yiqing Wang e Biru Cao, entrambi designer formati al MIT, hanno ideato e prototipizzato un innovativo modello di stampante 3D che è in grado di utilizzare le eccedenze alimentari prima che diventino rifiuti, trasformandole in oggetti utili e durevoli. Il progetto ha ottenuto premi di rilievo internazionale, tra cui l’iF Design Award 2025 e l’ A’ Design Award 2024–2025.
INDICE DEI CONTENUTI
Come funziona FoodRes.Ai Printer
Utilizzare FoodRES.A è un’esperienza intuitiva: si scatta una foto degli avanzi con lo smartphone e l’app riconosce tipologia, umidità e struttura degli scarti tramite un modello proprietario di object detection. Sulla base dell’analisi propone una “ricetta”: una combinazione di scarti e additivi naturali capace di generare una pasta bioplastica pronta alla stampa. La macchina, tra l’altro, integra le funzionalità per la preparazione del materiale, attraverso la quale miscela gli input, avvia il riscaldamento automatico e alimenta un sistema di stampa su tre assi.
Libreria di design e personalizzazione
L’ecosistema comprende una libreria di modelli per scegliere forme e dimensioni di tazzine, sottobicchieri, portapenne e oggetti decorativi. Ma è anche possibile caricare modelli personalizzati, miscelando materiali per ottenere colori e texture differenti, mentre l’AI regola automaticamente i parametri di stampa per garantire la qualità.
Oltre il riciclo: comportamenti quotidiani e comunità
L’idea alla base di FoodRES.Ai, però, non è soltanto “tecnologica”, ma ha l’obiettivo di innescare abitudini sostenibili quotidiane, rendendo il gesto del “non buttare” un atto creativo e gratificante.
Gli inventori, a questo proposito, parlano esplicitamente di “risparmio di cibo in tempo reale” e di un modello che va oltre il semplice riciclo, contribuendo a una cultura eco-consapevole che nasce in casa e si estende al quartiere. È l’idea di una manifattura gentile, iper-locale, che valorizza ciò che resta.
Dal piano cucina alla città: il progetto pilota
Gli ideatori di FoodRES.Ai hanno messo a punto un progetto pilota, a Cambridge, che mira a coinvolgere più di 2.000 famiglie e a evitare lo spreco di fino a 6,8 milioni di chilogrammi di alimenti. Ma il valore di questa iniziativa non è solo ambientale: il ciclo corto dei materiali, infatti, è anche uno strumento per avvicinare le persone al mondo del design, mostrando in che modo la circolarità può essere praticata anche con strumenti domestici.
L’impatto
Se adottata su larga scala, la tecnologia di FoodRES.Ai può alleggerire i flussi verso le discariche e la produzione di compost, ridurre le emissioni correlate ed educare alla progettazione consapevole dei materiali. Ma l’impatto più interessante potrebbe essere quello culturale, rendendo visibile e tangibile il valore degli scarti e dell’economia circolare.
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