EquoTube, i pacchetti regalo che guardano al turismo responsabile

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Luigi Montrasio, co-founder della cooperativa che propone soggiorni green: “Siamo nati seguendo la filosofia di mantenere ben saldi i principi della sostenibilità culturale, ambientale, economica e sociale in tutte le nostre attività”

“Con EquoTube abbiamo messo insieme la nostra filosofia di vita orientata alla sostenibilità e al turismo responsabile con un’idea di successo, quella dei cofanetti regalo per soggiorni ed esperienze in Italia. Da questo mix è nato ufficialmente nel 2012 EquoTube, che oggi fa parte anche del catalogo dei premi per la community dei Greeners di Sorgenia. Da allora il progetto si è sviluppato e ha ottenuto il gradimento di un’ampia platea di clienti”. A parlare è Luigi Montrasio, che è entrato a far parte del progetto nel 2011, e che da allora contribuisce al suo sviluppo.

Di cosa parliamo?

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a creare EquoTube?

Partendo da un’idea di successo, quella dei pacchetti regalo, abbiamo voluto proporre per l’Italia un qualcosa di diverso, orientandoci al turismo responsabile. Dopo una prima fase di analisi di mercato e dopo i test durati un anno abbiamo potuto constatare che il prodotto aveva successo, e che i rivenditori e i clienti del commercio equo e solidale apprezzavano questo tipo di offerta. Così abbiamo fondato una cooperativa che si è specializzata sui cofanetti regalo, siamo diventati tour operator e ci siamo concentrati sullo sviluppo del prodotto. Siamo anche entrati in Aitr, l’associazione italiana turismo responsabile, ed è partita l’avventura di EquoTube. Abbiamo iniziato a sviluppare diverse tipologie di cofanetto, con partner italiani che rispettassero una serie di criteri di sostenibilità ambientale, culturale, economica e sociale, ‘scovando’ le realtà che in Italia seguono queste buone prassi per poter proporre e far conoscere alle persone un tipo di ospitalità attenta all’ambiente, al territorio, all’accoglienza dei viaggiatori, al cibo e ai prodotti biologici e km zero, oltre che all’offerta per vegetariani e vegani. Tutto questo declinato con le mezze pensioni, i semplici soggiorni e le singole esperienze, con attività di benessere naturale, suddivise in pacchetti che vanno dai 45 ai 239 euro. In più l’offerta si è sviluppata da una prima fase che era più dedicata alle esperienze di coppia a una successiva in cui abbiamo integrato anche quelle pensate per le famiglie.

Siete partiti in un periodo in cui la sostenibilità non era ancora così al centro dell’attenzione…

È vero, con il passare del tempo i termini sostenibilità e green sono diventati sempre più centrali, ma noi già nel 2011 guardavamo al futuro con questa lente, in tutti gli aspetti della quotidianità, era un passaggio obbligato dal nostro punto di vista. I problemi c’erano già allora, e abbiamo puntato su un approccio che rendesse i viaggi più sostenibili, anche per un discorso di distribuzione delle risorse, scegliendo mete e strutture ricettive collegate con il territorio. Per generare un circuito virtuoso che potesse realmente fare bene alle realtà locali. Se io scelgo l’hotel 5 stelle o della catena internazionale, è un tipo di economia che non ha ricadute così forti come scegliere una struttura gestita dalla famiglia locale, con pranzi e cene in strutture che offrono le eccellenze locali. Certo, oggi possiamo beneficiare del fatto che su questi temi ci sia più consapevolezza, anche se c’è ancora tanto da fare.

Il periodo della pandemia è stato più un problema o un’opportunità?

Durante i lockdown, come tutto il settore turistico, abbiamo tirato la cinghia. Ma appena si è riaperta la possibilità di spostarsi le nostre proposte hanno avuto un grande successo, dal momento che gli utenti hanno iniziato a prediligere offerte in strutture piccole e in contesti naturali e medio-piccoli, come nel caso dei Bed & Breakfast o degli agriturismi. Ci ha aiutato la voglia generalizzata degli utenti di tornare a uscire nella natura, riscoprendo le vacanze slow, green e più attente alle esigenze del territorio. La pandemia è probabilmente stata uno shock che ha fatto ripensare alle proprie scelte: ora mi auguro che quella consapevolezza non si perda, ma di sicuro un semino è stato gettato.

Come si è evoluta nel tempo la vostra rete distributiva?

Nei primi anni i nostri pacchetti erano quasi esclusivamente nelle botteghe del commercio equo e solidale, sparsi in tutta Italia. Innanzitutto perché sono tipologie di rivenditori dove in primo piano c’è il pensare in maniera etica e sostenibile a tutte le scelte quotidiane, dai prodotti alimentari al tessile alla cosmetica, e dove i nostri pacchetti trovavano una sorta di collocazione “naturale”. Nel tempo ci siamo allargati anche ai negozi di prodotti biologici, alle librerie e alle erboristerie, categorie in linea con il prodotto che hanno rafforzato la nostra presenza sul territorio, fino ad arrivare anche alle agenzie di viaggio più tradizionali, che volevano ampliare la propria offerta per andare incontro a una fetta crescente dei propri clienti.

Per quanto riguarda l’e-commerce?

L’e-commerce è salito molto, anche a causa del periodo dell’emergenza sanitaria, facendo arrivare la nostra proposta a nuovi clienti e nuovi mercati, attraverso i marketplace ma anche con pubblicità e partnership che hanno portato a far parlare del nostro prodotto online. Poi abbiamo aumentato la nostra presenza a livello distributivo nel mondo del welfare aziendale, e su piattaforme che promuovono e vendono online. È stato molto importante esser rimasti agganciati al trend della crescita dei mercati digitali.

Che feedback state ricevendo dai vostri clienti, partner e rivenditori?

Lato clienti i feedback sono molto positivi. Ci scrivono e lasciano recensioni, e sono particolarmente soddisfatti dall’assistenza, dalla nostra presenza in caso di necessità. Riusciamo a creare attorno al singolo cliente un’attenzione che difficilmente si può avere nelle realtà più grandi. La nostra forza è nell’essere piccoli e nel poter avere un rapporto più stretto con i singoli. Ma abbiamo un rapporto positivo anche con i distributori e con le strutture ricettive. I nostri partner ci riconoscono in primis il fatto che il mondo di persone che facciamo muovere è più consapevole e rispettoso delle loro attività e del loro mondo. Questo per noi vuol dire che abbiamo lavorato bene e che riusciamo a contaminare sempre più persone in maniera positiva nel promuovere scelte e comportamenti più consapevoli e rispettosi di tutti.

Quali sono i pacchetti che hanno più successo?

I più venduti sono i soggiorni di un week end, da una o due notti, anche per ragioni economiche. Ma va forte anche un pacchetto da tre notti, lanciato nel 2020, che si chiama “Italia da scoprire”, e che consente quattro notti con un budget da 200 euro. Ma il nostro cavallo di battaglia è probabilmente ancora il soggiorno responsabile, il primo cofanetto che abbiamo lanciato sul mercato dieci anni fa, e che ancora oggi rimane il più venduto. Ha prezzo più accessibile e permette di vivere due giorni visitando nuove realtà e nuovi territori: un punto di partenza per conoscere meglio angoli bellissimi ma poco conosciuti del nostro Paese.