Cibo sintetico, l’Italia studia nuove norme per tutelare la qualità

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

L’annuncio del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida in visita a Villaggio del contadino della Coldiretti a Palermo: “No all’omologazione che abbassa i costi a scapito della qualità”. Il presidente dell’associazione Ettore Prandini: “Proteggere la biodiversità e sostenere le filiere delle eccellenze made in Italy”

Il tema del cibo sintetico è arrivato all’attenzione del governo, che sta studiando il dossier e sta decidendo quali siano i margini per un intervento a tutela delle eccellenze del Made in Italy. A confermarlo è stato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida in un recente intervento durante la sua visita al Villaggio dei contadini, una tre giorni organizzata da Coldiretti a Palermo.

Di cosa parliamo?

Un valore aggiunto: la qualità

“Difenderemo i nostri valori con ogni atto normativo possibile – ha annunciato Lollobrigida -. L’Italia può sviluppare la sua economia puntando su eccellenze che nessuno può portare via dai nostri territori”. Con l’occasione il ministro ha anche colto la palla al balzo per dare la propria definizione di “sovranità alimentare”, da intendersi come un “elemento culturale che mette al centro la capacità di un popolo di determinare il suo sistema produttivo e che cosa vuole mangiare”. “Ma non siamo in questa condizione”, ha sottolineato Lollobrigida, evidenziando che il mondo “si va evolvendo verso un’omologazione che abbassa i costi di produzione a scapito della qualità, e la qualità è il nemico delle grandi concentrazioni finanziarie”, ma è per l’Italia “un valore aggiunto”.

La posizione sul cibo sintetico

Il passaggio più diretto sul tema del cibo sintetico è arrivato poco dopo, quando il ministro si è soffermato sul fatto che “anche le produzioni siciliane sono un esempio di eccellenza locale, e possono essere un volano per lo sviluppo del Sud. I nostri migliori prodotti vengono costantemente aggrediti da meccanismi come l’italian sounding, che raggirano i consumatori sull’autenticità degli alimenti, o come i tentativi di imporre il cibo sintetico – ha affermato -. Noi siamo consapevoli che un modello scorretto di produzione è una condanna a un’alimentazione che penalizza soprattutto i più poveri”.
“Sono consapevole che le nuove sfide richiedono nuovi strumenti scientifici e tecnologici ma devono essere orientate da valori e principi saldi. Difenderemo in Europa e in tutti i consessi internazionali le nostre produzioni di qualità dalla minaccia dei cibi realizzati in laboratorio, dalle etichette fuorvianti e dalla concorrenza sleale”, ha concluso Lollobrigida, che ha voluto per l’occasione lanciare un messaggio a Coldiretti, ringraziando l’associazione “per il contributo fondamentale in questa battaglia in difesa delle eccellenze italiane e del nostro sistema agroalimentare”.
Il messaggio del ministro è stato accolto con soddisfazione da Coldiretti, che proprio sul contrasto agli alimenti sintetici ha dato vita a una raccolta firme che ha già oltrepassato quota 350mila sottoscrizioni.

Durante i lavori della tre giorni il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha acceso i riflettori sul fatto che la dieta mediterranea sarebbe a rischio a causa dei cibi ultra-processati, auspicando che l’Italia diventi “il primo Paese che vieta la fabbricazione e il commercio di prodotti alimentari realizzati in provetta”.   

I fondi del Pnrr

“Coldiretti ha una faccia e una sensibilità – argomenta il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – che si declina con la trasparenza. In tempi non sospetti abbiamo difeso strenuamente la biodiversità. Il Pnrr ha stanziato 1,3 miliardi per le filiere, ma sono arrivate domande per 6 miliardi – conclude -. L’export agroalimentare ha raggiunto 60 miliardi, ma bisogna ‘aggredire’ quei 120 miliardi di italian sounding che devono essere riportati al vero made in Italy”.