Le più avanzate simulazioni climatiche mostrano un forte incremento delle precipitazioni intense entro la fine del secolo
Con il riscaldamento globale le precipitazioni estreme, conseguenza di interazioni complesse tra dinamiche atmosferiche e umidità, sono destinate a intensificarsi in modo sostanziale. A evidenziarlo è uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Geoscience.
Secondo gli autori, un team di ricercatori coordinato da Ping Chang e Dan Fu della Texas A&M University, College Station, in Texas, in uno scenario futuro con elevate emissioni di anidride carbonica, le precipitazioni estreme giornaliere sulla terraferma potrebbero aumentare di circa il 41% entro il 2100.
La ricerca sottolinea come i modelli climatici tradizionali, caratterizzati da una risoluzione di circa 100 chilometri, non siano in grado di rappresentare correttamente i fenomeni che generano gli eventi più intensi. L’uso di simulazioni ad alta risoluzione – tra 10 e 25 chilometri – permette invece di riprodurre con maggiore fedeltà la distribuzione spaziale e l’intensità delle precipitazioni osservate, sia nel passato sia nelle proiezioni future.
INDICE DEI CONTENUTI
MESACLIP: il progetto che mette a fuoco il clima del futuro
L’articolo pubblicato su Science racconta in sostanza i risultati resi possibili dal progetto MESACLIP, una delle più avanzate iniziative di modellizzazione climatica globale degli ultimi anni. Grazie a una risoluzione paragonabile a quella delle previsioni meteorologiche, MESACLIP fornisce una visione più nitida dei processi che regolano eventi estremi come nubifragi, ondate di calore e tempeste su vasta scala.
La forza del modello risiede nella sua capacità di simulare oltre un secolo di dinamiche atmosferiche e oceaniche, dal 1900 al 2100, generando 4500 anni simulati e 6 petabyte di dati. Un’impresa che ha richiesto 900 giorni di supercalcolo, per riprodurre con precisione le variazioni delle temperature di oceano e atmosfera osservate nel passato, per soffermarsi con precisione sul presente e soprattutto guardare alle proiezioni future.
Il ruolo chiave delle dinamiche atmosferiche su scala fine
Stando alle conclusioni a cui giunge il team di ricercatori, una parte significativa delle piogge più intense deriva da “catene di forti temporali lunghe centinaia di chilometri che i modelli tradizionali non riescono a catturare”.
MESACLIP permette invece di osservare questi processi con un livello di dettaglio inedito, mostrando come le modifiche indotte dal cambiamento climatico nelle correnti atmosferiche possano amplificare il rischio di eventi estremi, soprattutto in regioni vulnerabili come la California o la costa del Golfo del Messico.
Verso valutazioni del rischio più accurate
Le ricadute di questi risultati sono significative per la pianificazione dell’adattamento climatico. La crescente capacità di simulare fenomeni come uragani e temporali rende più affidabili gli strumenti con cui enti pubblici e privati valutano l’esposizione ai rischi idrogeologici.
“Diventa chiaro – spiega un ricercatore citato su Science – che i modelli tradizionali non stanno producendo i veri impatti del cambiamento climatico”, evidenziando l’esigenza di investire in modellistica avanzata per poter anticipare meglio gli scenari futuri.
L’evoluzione del progetto MESACLIP, insieme all’espansione dell’uso di modelli ad alta risoluzione in centri climatici di tutto il mondo, potrà essere secondo il team di ricercatori una via percorribile per delineare una prospettiva più chiara dell’intensificazione delle piogge estreme, e di conseguenza per affrontare con più consapevolezza un futuro meteorologicamente più imprevedibile.
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